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Salomè: Born to be Wild(e)

Dai Vangeli ad Oscar Wilde, da personaggio religioso a paradigma di tante sfaccettature dell'animo umano, la vicenda di Salomè è un tragico racconto delle diverse passioni umane che si intrecciano e si scontrano con la stessa violenze delle onde sugli scogli.
"Intorno a Salomè" riprende ed attualizza molteplici tematiche in uno spettacolo che mescola bene tradizione e modernità, andato in scena al teatro Tordinona dal 21 al 26 marzo e nato da un adattamento e dall'elaborazione drammaturgica del dramma "Salomè" (atto unico di Wilde) da parte di Viviana Di Bert.
In una scarna cornice noir, con musiche da cocktail party degli anni '60, si incontrano regnanti che sembrano usciti dalla dolce vita ed usanze dei tempi dei Vangeli. La luna viene venerata ed ammirata dal capo delle guardie mentre sullointornoasalome sfondo il re e la regina si toccano, si accarezzano sotto un fascio di luce rossa. Sacro in primo piano, profano sullo sfondo, amore puro della guardia per Salomè e la natura e sesso dietro ad una tenda. Si aggiunge la voce del profeta Iokanaan che continuamente inveisce contro la regina Erodiade da una piccola prigione. Quest'uomo gracile incuriosisce la protagonista, la fa innamorare senza volere per poi respingerla. La donna desiderata da tutti viene respinta dal prigioniero. Viene maltrattata e le viene rifiutato un bacio per il quale molti avrebbero dato la vita.
Riprendendo l'interpretazione della storia del poeta irlandese, la passione è tutto ciò che innesca i meccanismi del dramma e porterà la principessa a richiedere la testa del profeta su un piatto d'argento. Per ottenerla userà la sua forte influenza sul re Erode, attratto da Salomè e al quale per tutto il tempo la regina Erodiade ripeterà “Tu guardi ancora mia figlia. Non bisogna guardarla così”. Una macabra danza per la quale il re avrebbe dato tutto viene richiesta alla protagonista, che vede in questa situazione l'occasione per ottenere ciò che naturalmente, altrimenti, non potrebbe.
Se nei vangeli è per volere della regina insultata che la principessa richiederà la testa di Iokanaan (San Giovanni) nella rilettura di Wilde sarà il rifiuto subito a scatenare un desiderio di vendetta, scavando e cercando nell'intimo del personaggio principale il movimento primo. Salomè non è innamorata, è stata colpita nel profondo, nel suo punto debole. La pazzia ha preso il sopravvento con incredibile velocità e la scena di questa donna che gioca con una testa mozzata ripetendo “Ho baciato la tua bocca, Iokanaan” colpisce anche Erode, che sente le mani sporche di sangue e decide di condannare a morte Salomè.
Oltre alle tematiche che pongono la principessa al centro della vicenda sono forti le impronte dell'elegante decadentismo di fine '800 dell'autore originale che riescono a sopravvivere nell'interpretazione di alcuni personaggi. Lo spettacolo è altalenante, con momenti di lucentezza performativa ad altri di declamazione quasi da teatro greco che tengono troppo a porre in primo piano il rapporto uomo-natura. Un'ambivalenza tecnica che, a nostro avviso, rischia di far vacillare l'approccio e lo sguardo moderno di cui invece si nutre questa rilettura.

Giovanni Recupido 27/03/2017

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