Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 630

“Che Humphrey Bogart sia con te!”: Woody Allen spiegato ai millennials

Vi siete mai sentiti dentro a un film di Woody Allen? Avete mai avuto l’impressione di essere la persona più sfortunata in amore sulla faccia della Terra? Ci siamo passati tutti, almeno una volta nella vita: tanto vale consolarci un po’ a vicenda. Da questa amara sorte comune nasce l’idea di Che Humphrey Bogart sia con te! Ovvero nulla è perduto, andato in scena al Teatro L’Aura di Roma dal 9 al 12 marzo. Lo spettacolo, diretto da Federica Garavaglia, è una libera rivisitazione del capolavoro “Provaci ancora, Sam!”, opera teatrale di Woody Allen che nel 1972 divenne uno dei film più celebri del geniale attore e regista di New York.

La pièce, primo lavoro di una neonata casa di produzione teatrale, ripercorre la trama dell’opera di Allen, basata sulla storia di Allan Felix, un giovane critico cinematografico squattrinato, reduce dal divorzio dalla moglie. Sempre più depresso e solo, ancora prigioniero del ricordo della (ex) dolce metà, viene costretto da una coppia di amici a frequentare altre donne per ridare vita alla sua stagnante vita sentimentale. I suoi approcci maldestri finiscono in clamorosi fallimenti, nonostante le ripetute apparizioni del suo idolo Humphrey Bogart, che gli offre consigli sul comportamento da tenere con le donne. Nei suoi appuntamenti Allan commette sempre lo stesso errore: cerca di apparire disinvolto, sexy e sofisticato, insomma tutto quello che non è. Solo alla fine si accorge di essere innamorato dell’unica donna con la quale riesce a rimanere sempre se stesso, Linda, la moglie del suo migliore amico. Il finale ripercorre lo struggente epilogo della storia d’amore fra Rick (Bogart) e Lisa (Ingrid Bergman) in “Casablanca”.

In “Che Humphrey Bogart sia con te!” la riscrittura del testo di Allen rimane abbastanza fedele all’originale, ma viene resa più attuale, moderna, e un pizzico più italiana: così come i ragazzi newyorkesi si riconoscevano nelle disavventure sentimentali di “Play It Again, Sam!”, qualsiasi millennial romano troverebbe qualcosa del suo vissuto nello spettacolo portato in scena al Teatro L’Aura. Si tratta di una commedia spumeggiante, con un ritmo azzeccato che diverte e commuove, soprattutto grazie alla simpatia degli attori. Mauro Milone, fisico sottilissimo e capelli biondi spettinati, è adattissimo nel ruolo dell’alter ego di Woody Allen: grazie all’espressività straordinaria del viso e dei movimenti dà forma visibile alle inquietudini e alle paranoie più che mai comuni ai giovani d’oggi, privi di certezze, persi nel miraggio di un amore simile a quello dei grandi film. Perfetto anche Silvio de Luca, nel duplice ruolo del seduttore Bogart e dell’amico tradito, troppo occupato a rispondere alle chiamate di lavoro per accorgersi dei problemi del suo matrimonio. Meritano una citazione anche Federica Garavaglia, nelle parti della dolce Linda, Valeria Bono e Santigna Spena. Efficace la scenografia, che riproduce un salotto disordinato da scapolo, pieno di aspirine, moment, superalcolici e bibite gassate. Originale, infine, l’idea di alternare i momenti dello spettacolo con proiezioni delle scene più note dei film d’amore che hanno segnato la nostra epoca, come “Titanic” e “Notting Hill”. Il risultato è un’opera godibile e divertente, realizzata da giovani e diretta soprattutto ai giovani; un’occasione per ridere insieme senza prendersi troppo sul serio, come un’allegra serata fra amici, di quelle che alleggeriscono anche i tormenti senza apparente soluzione.

Michele Alinovi 14/03/2017

 

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Sentieri dell'arte

Digital COM