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“Futura umanità”: passioni e rivoluzioni dell’uomo

Le passioni, quelle vere, sono il sale della nostra vita. Sono loro che danno un senso a tutto e pertanto vanno difese. Siamo in un ufficio, all’interno di una grande azienda con porte bianche e una scrivania ricoperta di innumerevoli documenti. Il dirigente Vladimir e il suo autista Lev sono apparentemente due uomini tranquilli e dediti al loro lavoro, ma in realtà hanno qualcosa da nascondere. Così si apre lo spettacolo “Futura umanità”, opera scritta dall’autore spagnolo Juan Mayorga e portata in scena, il 1 marzo presso il teatro India di Roma (che ha accolto parte della programmazione dell'Orologio), dalla compagnia Agiteatro. Una compagnia di giovani attori formata da: Marco Bellomo, Andrea Ferri, Alessandro Filosa, Valerio Leoni e Mattia Parrella. Gli stessi hanno curato la regia, la drammaturgia scenica e la scenografia, conferendo nuova vita al testo di Mayorga.
Lo scopo di Vladimir e del suo autista Lev è quello di trovare delle persone in gamba per poter realizzare un progetto rivoluzionario: il progetto comunista. Si tratta di creare un sistema alternativo dove le persone, poche ma fidate, si proteggono a vicenda e lottano per smettere di vivere una vita da schiavi, schiacciati sotto il peso di un lavoro poco gratificante e di noiosi obblighi per dedicarsi, finalmente, alle passioni vere. L’intento è quello di dare il via a una piccola rivoluzione per cambiare, con il tempo, l’intero mondo.
I due riescono a reclutare un dipendente esemplare che chiameranno con il nome segreto di Nikita. La nuova recluta assumerà un ruolo molto importante per il progetto. In azienda, infatti, c’è un altro gruppo che cerca di creare un nuovoFuturaumaita2 sistema e combattere quello già esistente in cui tutti viviamo ogni giorno. Si tratta del gruppo degli anarchici i quali, ispirati dalle loro leggi strampalate, vogliono contrastare il progetto comunista a ogni costo. Cercano di convincere Nikita a lasciare i ‘rossi’ e seguirli. Il giovane dipendente, confuso, non saprà quale decisione prendere.
All’improvviso, tra i due schieramenti, scoppia una “guerra”, una sorta di scontro all’ultimo sangue caratterizzato da canti anarchici e canti comunisti, da stratagemmi e da menzogne. Il tutto avviene all’interno di un’azienda e di una società che rimangono all’oscuro di tutto. Alla fine soltanto uno dei due schieramenti riuscirà a vincere la sua piccola battaglia, ma sarà davvero così?
Quello di Agiteatro è un progetto molto interessante. La compagnia è riuscita a portare sulla scena un testo importante con una grande ironia in grado di coinvolgere completamente lo spettatore. Temi come il comunismo, l’anarchia, le lotte sociali e la possibilità di vivere da persone libere sono temi affrontati spesso con eccessiva serietà. In questo caso invece vengono presentati secondo la nobile arte della risata senza cadere nell’errore di apparire banali.
Agiteatro non è nuova alle rivoluzioni. Da sempre, infatti, combatte per riportare in auge il ruolo di co-autore, per riuscire a creare un lavoro teatrale senza delegare, per la messa in scena, solo alla figura del regista. L’intento è riuscito e "Futura umanità" è la prova tangibile. Sulla scena, infatti, le avventure di Vladimir, Lev e Nikita vengono raccontate con grande semplicità e al tempo stesso con un ritmo incalzante che riesce a tenere sempre viva l’attenzione. La presenza scenica degli attori è carismatica e attira lo sguardo del pubblico, o forse sarebbe meglio dire, lo costringe a guardare. Più volte, infatti, gli interpreti volgono i loro occhi verso la platea, come a voler convincere il pubblico a essere reclutati e per un momento sembrano quasi riuscirci.
Sul palco i personaggi stanno in equilibrio tra la voglia di vivere con leggerezza seguendo le proprie passioni e la voglia di cambiare un mondo passivo. Cercano di spronare le persone fino a farle riflettere su tematiche sensibili come la società, le strade giuste da percorrere per realizzarsi e gli ideali da seguire. Agiteatro, però, non cerca assolutamente di dare risposte, di indicare al pubblico la via corretta. Desidera, invece, provocare nella mente di chi siede in platea infinite domande; solo così si può riuscire a innescare una vera rivoluzione e sperare nel cambiamento.

Marilisa Pendino 06/03/2017

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