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La “Destrezza” di Bob Noceti: tutti i segreti dell’illusione al Teatro Sala Umberto

Illuminato da un cono di luce, un uomo in frac e cilindro esce dall’ombra sulle note di un’orchestra dal vivo. In questa atmosfera da pianobar di una volta, Bob Noceti, maestro prestigiatore, fa il suo ingresso sul palco del Teatro Sala Umberto, accolto da uno scroscio di applausi da parte del pubblico. Addentro ai segreti del mestiere fin dall’età di diciotto anni, l’illusionista romano, passando con uguale scioltezza dalla televisione al teatro, è incluso oggi nel novero dei più grandi prestigiatori, tra quelli che attualmente si contendono le scene del panorama teatrale italiano.  Destrezza2                La presenza del cilindro e quell’aria da distinto signore inglese non devono, peraltro, trarre in inganno: il pubblico non si aspetti banali conigli estratti per magia dal cappello. L’incantatore in questione, infatti, con questo spettacolo al suo debutto nazionale, decide di puntare molto più in alto, direttamente agli effetti che hanno fatto la storia dell’illusionismo, come la lievitazione, il mentalismo e numeri di magia in generale, dal classico della “donna segata in due”, ai trucchi con foulard e carte. Queste e altre suggestioni costituiscono il nucleo principale di “Destrezza”, per la regia di Sergio Bustric, su testi di Remo Pannain e con la partecipazione di Eliana De Siena e Cristina Cardillo.  

Filo rosso che collega tra loro le varie parti dello spettacolo è quella qualità imprescindibile per ogni illusionista che si rispetti, riassunta nel titoloDestrezza3 sotto il nome di “destrezza”: parola di per se stessa ambigua, dalla doppia valenza, che tira in ballo qualità tanto fisiche quanto intellettuali. Corpo e mente, dove per mente s’intende anche una buona dose di abilità comunicativa, devono andare di pari passo, spiega Noceti al suo ingresso sul palco, ugualmente importanti al fine di creare l’illusione perfetta. Ma se il tutto si esaurisse qui, lo spettacolo non sarebbe altro che una lunga sequela di espedienti fin troppo conosciuti, snocciolati uno dopo l’altro al solo scopo di strappare allo spettatore, di tanto in tanto, qualche esclamazione di sorpresa.

La vera “destrezza” di Noceti, semmai, sta proprio nel voler andare oltre il modello tipico degli spettacoli di prestigio, rivelando doti da grande intrattenitore, se non da attore in senso stretto. Benché vesta i panni del “mago”, così come questa figura si è imposta nell’immaginario collettivo, con tanto di bacchetta magica e mantello, quella che si snoda sotto gli occhi del pubblico è in realtà la storia dell’uomo Noceti: un vero e proprio spettacolo teatrale, per quanto sui generis, in cui le scene sono i singoli numeri di magia e i dialoghi rimpiazzati dal botta e risposta con il pubblico, garbatamente invitato a partecipare in prima persona. Il protagonista quindi non solo mette in scena le proprie magie, ma tira in ballo, attraverso l’arte dell’ironia, anche se stesso, dagli aneddoti su certi amori giovanili finiti male al modo di costruire espedienti apparentemente semplici, dietro cui si cela un’insospettabile perizia tecnica. C’è molto di Cardini, nome d’arte di Richard David Pitchford, figura storica dell’illusionismo tra otto e novecento, in questa vocazione istrionica, a partire dal personaggio del lord in frac e monocolo, dalle cui dita appaiono e scompaiono carte e sigarette. Non a caso era sempre Cardini a costruire le proprie esibizioni su un perfetto accordo tra i gesti e la musica, qui eseguita da un’orchestra dal vivo di quattro elementi, presenza fissa sul palco tutt’altro che secondaria nella dicotomia dello spettacolo. Le musiche di Mario Dovinale, eseguite dalla band, diventano l’ennesima trovata a cui il maestro prestigiatore ricorre per immergere il suo pubblico in un’atmosfera ironica e suggestiva. Messi da parte i soliti trucchi, è proprio questa sincronia tra l’accompagnamento musicale e i movimenti dell’illusionista sulla scena, a costituire la vera forza dello spettacolo. Il mago-interprete rinuncia così alla mera dimostrazione di abilità, a favore della mimica e gestualità dell’attore, impegnato in un’originale presentazione di tutti quei numeri ormai diventati un classico del genere.

Desirée Corradetti 06/03/2017

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