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Black and White: anima azera per il teatro finlandese

IMATRA (FINLANDIA) – Dall'incrocio tra Azerbajan ed Estonia nasce ad inizio anni 2000 il “Black and White Festival” a Imatra, cittadina finlandese di trentamila abitanti a quasi 300 chilometri ad est rispetto ad Helsinki e più vicina a San Pietroburgo di quanto non lo sia alla capitale finnica. Il confine dopotutto, adesso chiuso causa pandemia, si trova a sette chilometri. Il border lo puoi sentire, è palpabile. La Grande Russia degli Zar è lì ad un soffio. Da Baku infatti è arrivato, venticinque anni fa il direttore artistico Kamran Shahmardan, regista teatrale e cinematografico IMG-20210805-WA0120.jpg(ha studiato Cinema), estone invece è la moglie Katri Latt, insegnante e vera anima del festival. Se lo scorso anno la rassegna saltò, quest'anno si è comunque deciso di organizzarla, con artisti finlandesi ed estoni, per un'edizione che è stata ribattezzata 17 e mezzo (28-31 luglio; il tema di quest'anno è: “Teatro in Korona”). Nel tragitto in treno da Tikkurila, la prima fermata della metro in superficie dopo l'aeroporto, ad Imatra si vedono solo panorami di conifere e spazi aperti. Verde e ampiezza, lontananza e verticalità. L'estate o non è arrivata o è già sparita. Il tempo è variabile: si passa dal caldo torrido, con annessi milioni di fastidiosi mosquitos, ad un vento che sa di tramontana misto a bora, uno scroscio di pioggia e freddo da giacca per poi tornare all'inizio del ciclo. Anche il treno (che si chiama Pendolino e inevitabilmente fa venire alla mente Cafù, terzino destro brasiliano ai tempi della Roma) è verde. L'acqua è potabile dappertutto e gratuita con le tante fontanelle sparse. Ogni tanto in mezzo a queste distese, nel centro del nulla, esplode un'industria, una fabbrica, una ditta, ciminiere sbuffanti, cemento accatastato. E fa ancora più rumore questa visione che stride. La visione attorno ai binari non muta per decine, centinaia di chilometri. Verde a destra, verde a sinistra.
Ad Imatra era importante la lavorazione del legno e la produzione di energia idroelettrica grazie ad una diga che nel periodo estivo diventa attrazione con l'apertura della stessa (per un quarto d'ora alle 18) e musica classica e schizzi e spruzzi e il ponte bloccato da due bus per permettere alla folla di fotografare gli sbuffi d'acqua che riempiono il torrente secco di rocce appuntite che spuntano fino a ricoprirle di onde. La potenza della Natura. Accanto alla diga ci intravede un piccolo cimitero sotto un boschetto: sono tutti ragazzi morti nel 1940, durante la Guerra d'Inverno il conflitto tra Finlandia e Russia, e ogni lapide a terra IMG-20210805-WA0160.jpg(ci ha ricordato il Cimitero Militare Germanico della Futa a Firenzuola) ha la sua pianta accanto dai fiori rossi, quasi gerani in un'atmosfera finalmente pacificata e acquietata. La diga, l'albergo-castello costruito nei primi anni del Novecento, la strana e bianca Chiesa delle Tre Croci dell'architetto Alvar Aalto e il Lago Saimaa sono i punti focali e nodali della cittadina che è ricordata anche per un particolare che alle latitudini mediterranee può sembrare un'inezia ma che qua in Scandinavia invece è una cosa molto seria. Qui, nell'Ottocento, è nato l'inventore di un congegno che serviva per eliminare le interiora delle aringhe. Il cielo è torvo, tutto intorno è piatto, come un lungo campo cinematografico. Da maggio a luglio il fenomeno delle Notti bianche fa sì che ci siano soltanto due ore di buio, così come in inverno il nero avvolge la città mentre il sole non riesce a filtrare che per poche ore.
Black and White” (fino ad oggi ha ospitato 250 spettacoli provenienti da 46 Paesi nel mondo), il nero e il bianco come il bene e il male cabalistico, come la scacchiera perché “il teatro nasce dallo scontro, si alimenta dal conflitto” dice il vulcanico ed entusiasta Shahmardan (nel 2017 è stato nominato “Artista finlandese dell'anno”, è innamorato di Fellini, sarebbe andato molto d'accordo con Carlo Monni) che un po' somiglia a Danny DeVito (lo confessa lui stesso), un po' al Maestro di casa nostra Giancarlo Cauteruccio,PeeterVahiPhotoByKaupoKikkas_NL_veebi.jpg un po' a Kusturica. Quattro giorni di teatro, performance e danza, rigorosamente all'aperto (anche se qui nessuno porta la mascherina né fuori né al chiuso, dopotutto i morti sono stati, ad oggi, 985 sui 5 milioni di abitanti del Paese) e rigorosamente gratuiti. Festival “gemello” del B&W è il “MAP” di Baku. Lo stemma della città è composto da tre saette bianche (icona dell'energia) con gli estremi gialli in campo rosso. Imatra è anche il titolo di un film-documentario (2007) di Corso Salani, attore e regista fiorentino scomparso nel 2010. Due le lingue ufficiali in Finlandia (che è fuori dalla NATO), il finlandese e lo svedese. La Svezia ha occupato e dominato queste terre per sei secoli, prima che, all'inizio dell'Ottocento, passasse sotto l'Impero russo prima di trovare l'indipendenza nel fatidico 1917. La domanda di fondo è: quale può essere l'identità di un Paese schiacciato tra i suoi due dominatori dell'ultimo millennio? Se ampliamo lo sguardo alla Scandinavia, la Finlandia, a differenza di Norvegia, Svezia e Danimarca, è l'unica a non avere i regnanti. Alcune teorie (il saggio “Omero nel Baltico” di Felice Vinci) collocano qui l'Iliade e l'Odissea e Troia corrisponderebbe a Toija vicino a Turku. In Finlandia ci sono 188.000 laghi (le acqua interne corrispondono ad un decimo delle superficie totale) e 180.000 isole, mentre per tre quarti è boschivo.
Nel 2018, da quanto emerge dai risultati dell'annuale “World Happiness Report”, la Finlandia era stata decretata come “Il Paese più felice in cui vivere” (l'Italia era 47esima) dopo sondaggi con cittadini e immigrati sulla base di reddito, istruzione, salute, corruzione, razzismo, libertà, inclusione, fiducia nelle istituzioni, sicurezza. Finlandia in finlandese si dice “Suomi”. Qui c'è una sauna ogni due abitanti per un totale di circa tre milioni di saune in tutto il Paese. La sauna (mi viene in mente “Il Giardino delle Esperidi”, festival performativo lombardo a Campsirago diretto da Michele Losi, abituato alle rassegne nordiche, che costruirà una sauna nella nuova foresteria) è uno stile di vita, oltre che di benessere; per conoscersi, per parlare, per fare riunioni di lavoro è il miglior approccio. La sauna qui al B&W è parte integrante del festival, del dopo festival: uno chalet di montagna in legno proprio sulle rive del lago (dove fare nuotate ghiacciate notturne) con una sauna interna e la jacuzzi fuori e l'amichevole vodka che scioglie i rapporti e rende sempre il clima frizzante insieme all'immancabile salmone e alle profumate aringhe marinate.
Tra gli Kate e Pasi.jpgspettacoli ai quali abbiamo assistito due sono stati quelli che più hanno colpito la nostra immaginazione. In primis “Relazione” del duo di Helsinki Kate & Pasi, formatisi nel Cirque Eloize, acrobati circensi che sono riusciti a sviluppare una drammaturgia profonda, potente e impegnata, a tratti commovente sul che cosa significa e che cosa serva per costruire una relazione di coppia. Sulla scena Kate, 50 kg, e Pasi, 100, compagni di palcoscenico ma anche di vita, fanno evoluzioni, si scambiano, si fronteggiano, guerreggiano. E' una guerriglia per avere voce in capitolo, per avere l'ultima parola, nel tenere costantemente testa all'altro senza cedere. Al centro una poltrona che è salotto, che è casa, che è famiglia. Lui legge imperterrito come se lei non esistesse. Lei tenta in tutti i modi, come un gatto che si struscia per avere attenzione ed essere considerato, di incuriosirlo, interromperlo senza successo, distrarlo dalle sue occupazioni, portarlo vicino alle sue mani. Lei gli danza sopra, intorno, addosso sul petto, sulle gambe, aggrappata alle caviglie, alle ginocchia, sui polpacci, sugli stinchi, sui piedi, addirittura sulla testa appoggiata sulla fronte come se non riuscisse a vivere senza di lui. Elemosina il suo amore, le sue mani, il suo toccLiekin Kieli.jpgo e tatto ma lui continua a leggere imperturbabile, niente riesce a smuoverlo dalla sua concentrazione. Appena lui cede qualche centimetro e sembra che l'armonia sia entrata in quella abitazione, cominciando a leggere insieme, lei, memore del precedente trattamento ricevuto, lo scalza, lo spodesta, lo allontana, lo fa cadere dalla sua poltrona-trono, facendo cadere il suo machismo, la sua arroganza e tracotanza maschilista. Adesso i ruoli sono ribaltati e lottano per ottenere l'egemonia e supremazia di quello scranno. Kate & Pasi (www.kate-pasi.com) ci insegnano che la “Relazione” di coppia è un gioco di scambi, di incroci, di spostamenti, di scollamenti, di equilibri e assestamenti, di posizioni e di prese di posizioni, di flessibilità e rigidità, di slanci, di tentativi per non cadere, di rincorse, di play, di aggiustamenti, di avanzamenti e ritirate, di ritorni e rinculi, di paure, di scuse, di perché, di abbracci.
A chiudere un altro duo stavolta in nero avvolti dalla musica onirica, sacerdoti officianti di riti pagani tra candele e bastoni infuocati. “Flaming Language” della coppia Tulinaytos sono schegge di fuoco che roteano in raggi, in cerchi, sono sciamani, sono dervisci ipnotizzanti che si muovono su coreografie rutilanti dal sapore millenario e ancestrale, antico. Le fiamme si cercano e si allontanano, si rifiutano e si incontrano, si muovono come remi pagaiando per illuminare l'oscurità tra grazia estrema e dinamismo cosmico. Come un mantra, il mantra di Imatra.

Tommaso Chimenti 06/08/2021

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