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“Assolutamente deliziose”, un percorso a colori oltre ogni etichetta

Benvenuti, signore e signori, a questo match di pugilato dai colori pastello e dal sapore agrodolce. Nell'angolo sinistro, quello verde pistacchio, la bionda A, campionessa di sarcasmo; nell'angolo destro, rosa confetto, la bruna B, al top della femminilità e dell'eleganza. Preparatevi a un incontro senza esclusione di colpi, dove le parole diventano pugni dritti in pancia che vi faranno ridere amaramente.
Lo scenario di “Assolutamente Deliziose”, evento fuori concorso del DOIT Festival, ha già preso vita prima dell'ingresso degli spettatori, che nell'accomodarsi osservano curiosi due ragazze in guantoni intente a riscaldarsi, proprio come nei minuti che anticipano un imminente incontro di lotta. Il pubblico è pronto e caldo, la campana suona e la lotta ha inizio.AssolutamenteDeliziose2
A e B si rincontrano dopo tanto tempo, in occasione della morte della madre di B, ed è subito immersione nel passato. Una serie infinita e articolata di dialoghi che raccontano un'infanzia e un'adolescenza vissuta insieme, da cugine, da nemiche, da compagne, da amanti, da oggetto d'invidia reciproco, in quegli anni Settanta dove la società e gli individui stavano appena ri-scoprendo se stessi. Una separazione brusca e lunga che le due non si sono mai lasciate alle spalle e che diventa il pretesto per recriminare, accusare, in un crescendo di sentimenti sempre più violenti e contrastanti, ma pur sempre scanditi dal ritmo dell'ironia. Rifiutando ogni etichetta, a partire dal nome per giungere all'orientamento sessuale, A e B fanno il verso agli stereotipi, l'una in jeans e scarpe da ginnastica e l'altra in tacchi e autoreggenti. Sullo sfondo della sala e sulle magliette che indossano, due enormi lettere colorate a mo' di pulpito e di “targhetta identificativa”. Tra omaggi alle gemelle Kessler, madri borghesi alle prese con i pranzi in famiglia, anarchia e arrivismo delle lotte femministe, due personalità apparentemente agli antipodi finiscono con l'immergersi, l'identificarsi l'una nell'altra, con un pugno ben assestato e un bacio sulle labbra.
In questa lunga serie di folli trame e sottotrame, nei cui meandri sarebbe facile perdere l'orientamento, il pubblico viene sempre preso per mano, accompagnato e fisicamente coinvolto nelle gag a colpi di selfie da funerale e assorbenti spiaccicati in faccia; merito senz'altro delle due scoppiettanti interpreti Flavia Mancinelli (A) e Ottavia Orticello (B) che entrano ed escono continuamente dal ruolo con spiazzante e divertita naturalezza.
Il regista Emiliano Russo – menzione speciale alla “miglior regia” alla scorsa edizione del festival – mette in scena con ironia e intelligenza l'adattamento di “All Over Lovely” (di cui cura la traduzione insieme alla Orticello), pièce del 1997 della drammaturga britannica Claire Dowie, pioniera della Stand-up comedy. Un piccolo gioiello di provocazione, una caramella dal ripieno speziato tutta da gustare. Assolutamente deliziosa.

Denise Penna 28/03/2017

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