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“Sulle punte e no”. Astra Roma Ballet punta sui giovani e sulla cultura dei danzatori

Dopo il grande successo della tournée in Portogallo la compagnia Astra Roma Ballet, diretta dall’étoile del Teatro dell’Opera Diana Ferrara, torna al Teatro Greco di Roma e debutta con Sulle punte e no, una nuova produzione che spazia dalla danza classica a quella contemporanea. La compagnia, composta da danzatori giovanissimi, nasce appunto “per i giovani”, come afferma la stessa Diana Ferrara, “per dare loro la possibilità di esprimersi senza dover necessariamente trasferirsi all’estero”, sottolineando il proprio rammarico per "quanto sia scarsa la considerazione per la professione del danzatore in Italia rispetto agli altri paesi europei".

Lo spettacolo, andato in scena lo scorso 24 ottobre, è stato preceduto da una vera e propria conferenza danzata in cui la direttrice della compagnia ha delineato una breve ma esauriente panoramica della storia della danza, invitando i suoi danzatori non solo a mostrare alcuni passi di codificazione accademica ma anche a prendere parte al dibattito, fornendo al pubblico particolari osservazioni su alcuni balletti analizzati durante l’excursus storico. L’incontro, focalizzandosi sul tema della cultura dei danzatori, è stato un riuscitissimo tentativo di sfatare il mito della loro ignoranza, in favore di una maggiore valorizzazione della loro formazione classico-umanistica che, sempre più spesso, raggiunge i più alti gradi dell’istruzione universitaria.

Ma la novità di questo nuovo lavoro è stata la presentazione di due coreografie, Essenza e Ma! Che? Bah.., create da due danzatori dell’Astra Roma Ballet, Kevin Arduini e Giada Primiano.

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Si tratta di due creazioni completamente differenti per stile e gusto musicale. La prima coreografia, eseguita dalla danzatrice Elisa Amendola sull’aria "Pace mio Dio", tratta dall'opera lirica "La Forza Del Destino" di Giuseppe Verdi, nella versione interpretata da Maria Callas, è un delicato ritratto dell’animo femminile, il sogno notturno di una donna che rivela tutte le sue sfumature, sprigionandole come, appunto, "l'essenza" di un profumo. Le sue intimità, apparentemente intrappolate nelle linee balanchiniane della coreografia, irrompono improvvisamente con la loro dolcezza, smussando certe rigidità e contraddizioni dalle quali la donna riesce a liberarsi solo quando è veramente sola con se stessa; la seconda creazione è un esplosivo remix musicale di brani house-commerciali, del tutto insoliti per uno spettacolo di danza realizzato in teatro, ma che proprio per questo motivo porta al pubblico una ventata di frescezza e un pizzico di follia. Si tratta, inoltre, di un racconto introspettivo della stessa giovanissima coreografa. Mettendo a confronto differenti aspetti della sua personalità ne riassume i principali connotati in tre figure allegoriche, interpretate da tre danzatrici (Camilla Madama, Mary Fico e Giulia Colcerasa) del Corso di Perfezionamento del Teatro Greco tenuto dalla stessa Diana Ferrara. Le tre ragazze diventano lo specchio fisico e mentale di tre diverse creature: una istintiva e rabbiosa, l’altra più cupa e riflessiva e un’altra ancora piena di una solare allegrezza. Insieme danzano non le loro peculiarità ma le emozioni che ne scaturiscono, quel rapporto di amore-odio che lega indissolubilmente l'una all'altra e che riflette quello stesso legame che governa il mondo, ossia dell’Uno con l’Universale, del singolo con la moltitudine.

Questo primo spazio della serata dedicato ai giovani coreografi esordienti ha lasciato poi il posto alle coreografie di Diana Ferrara: Overture, un balletto neoclassico in cui alcune coppie danno vita ad una vera e propria antologia di virtuosismi sulle musiche di M.Glinka; quasi come in una gara i danzatori si sfidano con fare scherzoso e bonario. Di tutt'altro sapore è Adagio, un romantico pas de deux danzato sulle musiche di L.V. Beethoven, un fugace appuntamento per un breve respiro d'amore. Momento fiabesco che tanto ricorda le favole della buonanotte che si raccontano ai bambini è quello de La bambola e il soldatino, la cui coreografia originale di A. Mendez è stata riprodotta dalla direttrice della compagnia rimarcandone la straordinaria pantomima e l’alternanza di gesti che da una meccanica robotizzazione passano ad essere fluidi e umani, trasudando anima, vita reale. Il balletto è un ritorno all'infanzia, un allegro curiosare in una vecchia soffitta per giocare con automi e pupazzi animati da gesti infantili pieni di tenerezza come il visetto della bambola, a tratti imbronciato, a tratti divertito e innamorato del suo soldatino.

diana3Tutti i danzatori (Claudia Buoncore, Giada Primiano, Giorgia Montepaone, Simona Natilla, Kevin Arduini, Elio ZingarelliManuel Carbone) concludono la serata con Start, un lavoro di danza contemporanea firmato dal coreografo Paolo Arcangeli. La musica di Bela Bartok, con i suoi ritmi popolari e le sue rivisitazioni tradizionali, è l’ambientazione musicale perfetta per rappresentare la frenesia e l’inquietudine del nostro attuale periodo storico. Un nervoso tremore scuote i corpi dei danzatori che agitano le braccia smaniosi. Sfuggono l'isolamento, cercano il contatto tra i loro corpi, sfidano i pesi e le cadute lanciandosi in prese quasi acrobatiche. Sono uomini e donne di tutti i giorni che corrono con impazienza nella loro quotidianeità, come per le strade di una metropoli, cercando forse l’inizio di un nuovo tempo e di una nuova danza.

Ogni balletto è stato presentato da un'esauriente sinossi impreziosita da riferimenti storici per permettere al pubblico di coglierne pienamente il significato. Ciò va a ribadire l'attenzione di Diana Ferrara alla diffusione della cultura della danza, intesa come patrimonio umanistico che non deve assolutamente prescindere dalla formazione di danzatori e non. "In tal senso..." chiarisce l'étoile, "..è già molto forte l'impegno dell'Accademia Nazionale di Danza, unica istituzione universitaria della danza in Italia, ma ci si augura che anche nelle scuole ordinarie, e non solo nei licei sperimentali coreutici, venga data ai giovani la possibilità di conoscere la storia della danza e la meravigliosa arte tersicorea, patrimonio prezioso e indiscutibile del nostro paese al pari della storia della musica e del teatro".

Nel frattempo Astra Roma Ballet non si risparmia e continua con professionalità la sua missione di diffusione della danza e di valorizzazione dei danzatori e della loro culura.

Roberta Leo
26/10/2018

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