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“Rami d’Ora”, la natura valtellinese incontra l’arte. Torna la seconda edizione network delle performing arts

Performance, residenze, laboratori: così, tra i boschi e i sentieri di Castellaccio prende il via la seconda edizione di Rami d’ORA, Rassegna network delle performing arts. Promossa dal collettivo Laagam e da un’idea di Erica Meucci, Flora Orciari e Riccardo Olivier la natura incontaminata valtellinese anche quest’anno si fa luogo residenziale e spazio fertile alla creazione performativa. Qui, la tradizione e tutto un patrimonio artistico strettamente territoriale si fonde sinergicamente all’influenza di giovani talenti. Un’attività, pertanto, che crei un’intima connessione tra arte e natura: L'attività proposta nella rassegna Rami d'Ora permette di rianimare luoghi per lo più abbandonati, nei quali la natura, nell'ultimo mezzo secolo almeno, ha in gran parte ammantato i segni lasciati dall'uomo […] Per questo è interessante la vitalità portata in questi luoghi dal progetto Rami d’ORA, un modo nuovo per mettere insieme uomo e natura, ispirazione artistica e storia dei luoghi – dichiara fermamente il sindaco Simone Luca Marchesini.
Ad inaugurare quest’ultima edizione della Rassegna, Claudia Castellucci, Leone d’Argento alla Biennale Danza 2020. Non solo spazio performativo, Rami d’ORA si conferma ancora una volta quale luogo formativo ed esperienziale: a partire dal 31 maggio, difatti, la co-fondatrice della compagnia teatrale Socìetas, darà il via a sei giornate seminariali sul ritmo concludendo con Il trattamento delle onde, una danza sensoriale aperta al pubblico. A seguire la presentazione di Verso la Specie, un’intima performance tra naturalità e memorialistica. È il turno, poi, di Sabrina Fraternali e la sua Ematite, un aperto e fluido dialogo tra danza e videodanza in cui la corporeità del danzatore entra in connessione con la natura: avvolgendo lo spettatore in atmosfere misteriose; l’autrice attraversa i processi geologici dell’Isola d’Elba e dell’Alto Adige, luoghi a lei cari. Tra fisarmoniche, shruti box, organi a ventola e bandoneon non può che levarsi, invece, il Respiro Perpetuo di Paolo Novellino, Alessandro De Simoni, Federico Maio: una musica, la loro, celebrativa del pranayama.
Un itinerario - quello di Orobie Residenze Artistiche - dunque, che conduce l’uomo non solo ad una piena consapevolezza di sé; ma soprattutto ad una riconnessione con il proprio io naturale: una vera e propria narrazione performativa, la sua, che concluderà il 27 luglio con Eco, prodotto finale di un viaggio sensoriale della giovane artista Claudia Caldarano.


Annagrazia Marchionni  01/06/2022

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