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“Convivio”, gli elementi che con-vivono nella danza di Alessia Gatta

Convivio: dal latino cum vivere, vivere insieme. Questo è prima di tutto il significato dello spettacolo diretto e coreografato da Alessia Gatta. Al Teatro Parioli Peppino De Filippo, la contemporary dance company Ritmi Sotterranei porta in scena un lavoro complesso ma acutissimo, nato dalla collaborazione con l'artista e drammaturgo Marco Anelilli.
Sei sguardi sul mondo per sei danzatori che si muovono in sei ambienti diversi. Il fil rouge che lega i momenti di uno spettacolo tanto complesso è l'idea di un rito condiviso, appunto, di una vita che passa dal concetto del riunirsi, come quando si Convivio1è seduti a una stessa tavola e si partecipa a un pasto comune. Quando c'è un convivio c'è una comunità, un insieme fatto di tanti singoli e tante singole particolarità. I protagonisti di questa coreografia infatti sono molto diversi tra loro, sia per gli abiti che indossano che fisicamente, ma non abbandonano mai il palcoscenico richiamando, anche figuratamente, quel senso del ri-unirsi.
Convivio” è uno spettacolo fatto di geometrie e di perimetri da percorrere, ma è anche libero arbitrio, slancio vitale, esplosiva sovversione, è un insieme di pieni e vuoti, un gioco di rovesciamenti e nuovi ordini. Oltre alle danze, così accuratamente dettagliate, sono molto belli anche tutti i momenti di “passaggio” da un'immagine all'altra; questi autentici “cambio-scena a vista” rappresentano la trasformazione, il varco che permette di arrivare oltre il significato già espresso. Un'organizzazione che procede “in avanti” con dinamismo, energia, forza ma soprattutto determinazione.
I corpi sono come materia pesante, acquistano consapevolezza e fanno rumore: non c'è, infatti, alcuna esplorazione del movimento ma gesti decisi ed efficaci per il significato che vogliono evocare. La danza si presenta in molte delle sue declinazioni, dal contemporaneo all'hip hop, all'house, passando addirittura per il bracking: ogni genere contamina l'altro e in questo “contagio”, tutto si carica di una maggiore intesità.
A completare questa “crescita” per associazioni, entra in campo anche la parola nella forma del dialogo, sconnesso e frammentario o in quelle tipiche conversazioni di circostanza che rompono l'imbarazzante silenzio fra due persone.
convivio12Tutto si mescola sapientemente nella dose giusta, come i tanti ingredienti di un piatto unico, ma dal gusto agrodolce. Due sono i momenti particolarmente significativi nel senso di questa “gradita mescolanza”: il primo quando vengono lanciati in aria dei semi che invadono, letteralmente il palco, l'altro, riguarda la parte dedicata a “danzatori-ubriachi” coinvolti in un divertente - e un po' barcollante - balletto.
Migliaia di granelli cadono e ricoprono il palcoscenico come una coltre, come la terra che invadeva lo spazio scenico di quella tanto celebre sagra baushiana (1975). Una parte molto suggestiva questa, in cui il teatro si nutre di sé e delle sue reminiscenze. Il rumore dei semi, le voci degli interpreti, il movimento coreografico, tutto converge nell'idea di un'unica forza.
Tra i tanti, numerosi mutamenti, c'è un unico elemento che resta fisso per tutto il corso della rappresentazione: un cubo in legno con delle aperture asimettriche, una sorta di “scatola magica” da cui hanno origine azioni e motivazioni.
“Convivio” è uno spettacolo ben fatto, è un insieme di esperienze originali e mai scontate. Alessia Gatta ha trovato la migliore “ricetta” per rappresentare un insieme disomogeneo fatto prima di tutto di persone che alla fine, riescono a (con)vivere.

Laura Sciortino 20/05/2016

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