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Dalle origini del cinema fino all'arrivo della televisione: il MIAC ci consegna 120 anni di audiovisivo

Erma Pictures

Entrare a Cinecittà è un’esperienza avvolgente: una creatura gigante che ci accoglie per guidarci in un’atmosfera da sempre rimasta sospesa.
Il nuovo Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema (MIAC) contribuisce a tenere viva l’anima di questo luogo speciale e alla sua riqualificazione, iniziata due anni fa, con il ritorno alla sfera pubblica degli Studios. Il percorso in terra di colore giallo ci guida fino all’entrata del MIAC, inaugurato lo scorso 18 dicembre 2019.

Tra le insegne dei cinema celebri, neon che si accendono e si spengono e suoni familiari, lo spettatore inizia il suo viaggio nel primo vero punto di aggregazione e di sentimento comune, il foyer, la sala di attesa prima dello spettacolo: questa è l’“Anteprima”

Da qui siamo pronti per rompere la quarta parete e superare un ideale schermo atto a catapultarci nello spazio delle “Emozioni”. Un ambiente dove interagiscono MIACSalaEmozionedellImmaginarioAndreaMartellatutti gli elementi presenti nelle viventi opere d’arte contemporanea, questa è la forza dell’intero concetto espositivo.
Lo schermo appena infranto vede i pezzi di vetro, sospesi in aria, partecipare ai giochi di luce con un linguaggio che segue il tracciato dall’attenta ricerca musicale: la metafora fisica ci permette di vedere in modo estrinseco gli istanti emotivi delle proiezioni. Abbandoniamo il luogo pensato per sviscerare le emozioni e proseguire il cammino delle altre otto sale. Siamo in un lungo corridoio, ecco la spina dorsale della mostra. La “Timeline” prende vita dagli inizi dell’audiovisivo sino a giungere ai giorni nostri, si interseca la storia a partire dal pre-cinema coinvolgendo le date storiche della televisione. È una mappa sotto forma di graffito luminoso, un ipertesto utile a rendere partecipi per ogni passo della visita. Il MIAC rappresenta un lavoro di creatività e filologia a disposizione dell’approfondimento e della curiosità del pubblico. Nel corridoio temporale fanno capolino i rumori e le luci dei restanti ambienti, quella degli “Attori e attrici”, la “Storia”, la “Lingua” e il “Potere”. In ognuno scorrono le sequenze delle pellicole più significative, in riferimento ai temi e ai volti storici. I film coinvolti esprimono e definiscono i contorni di una società che si è lasciata raccontare dalla macchina da presa.
Proseguendo, prepotentemente, si accede ad un’installazione percorribile: è lo spazio dedicato a “Paesaggio, eros, commedia e merce”. L’Asfalto sotto ai piedi, luci ed immagini impattanti rimbalzano sui tre schemi dall’enorme formato. Anche qui l’esperienza è massima, tutto è costruito per consegnarci una coerenza fra i sensi.
In sottofondo la voce dei grandi “Maestri” ci richiama nel luogo che li racconta con le confessioni, i sentimenti e le personali visioni del cinema. Ora siamo coccolati da un’architettura brillante di luci e maglie metalliche, come se entrassimo nell’intima visione dell’autore, qui passano i volti dei più grandi nomi di ieri e di oggi.
Quasi al termine del tunnel arriviamo ad un altro significante della cultura italiana: la “Musica”. La sala accoglie i grandi compositori che hanno incorniciato i lungometraggi cult, divenuti tali anche grazie al significativo apporto del sonoro.

Il percorso si conclude alla fine della timeline con l’ultima tenda da aprire e con una domanda che incarna il senso dell’ultimo passo, siamo nel “Caledoscopio”. Un’estrema installazione e narrazione visiva tesa ad interpretare il cinema del domani e pronta a domandarci quale sarà il suo futuro. Uno spazio interamente dedicato agli specchi che trasmette incertezza, correlativo oggettivo della prossimità ignota, in totale contrapposizione al teatro di posa

Ogni angolo del museo è metaforico proprio in rappresentanza del cinema, si snodano 120 anni di contenuti che hanno attraversato la nascita e la mutazione del nostro paese tra i vizi, i vezzi e le virtù.
Nel MIAC cinema, tv, radio e digitale, si mescolano ad un nuovo linguaggio in un nuovo genere: il tutto declinato all’arte della visione, e all’arte di chi vede.
La mostra si articola in maniera tematica, cronologica ed emotiva per richiamare i sentimenti dei visitatori. Come un archivio di emozioni che vengono tirate fuori per acquisire un valore diverso e aggiunto: i classici si fondono alle nuove pellicole per creare un continuum e sottolineare il peso sociale di ogni stanza a tema.
Un progetto voluto e finanziato dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, il MIAC è realizzato da Istituto Luce-Cinecittà, in partnership con Rai Teche e CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia, in collaborazione con Cineteca di Bologna, AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Museo Nazionale del Cinema di Torino, Fondazione Cineteca Italiana, Cineteca del Friuli, Mediaset, con il Patrocinio di SIAE.
Un excursus nel patrimonio italiano dell’audiovisivo curato da Gianni Canova, storico del cinema, Gabriele D’Autilia, storico della fotografia, Enrico Menduni, storico dei mass media e Roland Sejko regista. L’allestimento è ideato, progettato e curato da NONE collective. Il progetto edilizio è dall’architetto Francesco Karrer.
Qui sotto tutte le informazioni necessarie per visitare il MIAC, primo museo multimediale, interattivo e immersivo!

MIAC - Museo Italiano Audiovisivo e Cinema
Aperto tutti i giorni, tranne il martedì, dalle ore 9.30 alle ore 18.30
Via Tuscolana, 1055 - Studi Cinecittà, Roma
Contatti - Biglietteria
Tel. +39 06 72293269
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  
www.museomiac.it 
www.cinecitta.com 

Foto credits "Sala Emozione dell'Immaginario" Andrea Martella

Arianna Sacchinelli 
28-02-2020

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