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Carla Accardi, i suoi anni '70 in Mostra a Venezia

Carla Accardi (Trapani, 1924 – Roma, 2014) è stata una delle figure più importanti nel panorama dell’arte astratta italiana, uno dei primi nomi all’interno del manifesto di Forma 1, la primissima donna in un contesto di soli uomini, fra cui  Piero Dorazio, Mino Guerrini, Achille Perilli. La sua è un'arte che è andata a sbattere con la geometria e che risente del suo amore per le Superfici di Turcato. In una intervista riportata nel catalogo della mostra Carla Accardi a cura di Danilo Eccher, la pittrice diceva: “Dipingevo dei triangoli che si incrociavano. Ricordo che quando feci per la prima volta una cosa astratta, andai in campagna, in un prato, ero emozionatissima per questo cambiamento. In questo periodo fu pubblicato il manifesto di Forma 1. Fu una scelta ideale e ideologica arrivata dopo molte discussioni. Per me questa era l’arte”. 
La Accardi è stata anche una artista che non si è mai curata di quello che la politica dei suoi anni le chiedeva, quello che L’Unità o la Rinascita le volevano imporre:  “un'arte che doveva essere lo specchio del reale”. Ma a lei questa idea non piaceva per nulla, la pittrice infatti guardava all’astrattismo, più nello specifico a Kandinskij, Klee e Mondrian, fregandosene di quello che pensava e voleva Togliatti.  Nella mostra CARLA ACCARDI Gli anni Settanta: i Lenzuoli c’è tutto questo. Ma perché fare una personale di una artista siciliana vissuta prevalentemente a Roma proprio a Venezia? “L’iniziativa del Museo Correr – afferma la dirigente Area Attività Museali e co-curatrice della mostra Chiara Squarcina - cade a ridosso del centenario della nascita dell’artista che ha stabilito nel corso della propria esistenza un legame costante con Venezia, sia a livello individuale che professionale.” L’esposizione curata da Pier Paolo Pancotto (in collaborazione con l’Archivio Accardi Sanfilippo, Roma) non è una mostra antologica ma un vero e proprio omaggio all’artista.  La mostra propone una selezione di lavori, i cosiddetti Lenzuoli, messi in relazione con gli ambienti storici del museo, in particolare quelli della Sala Quattro Porte posta lungo il percorso della Quadreria allestita da Carlo Scarpa. In queso ciclo di opere c’è intrisa tutta la poetica, tutti i sogni e pure le speranze della Accardi femminista che nel 1970 decide di fondare insieme a Carla Lonzi e Elvira Banotti la “Rivolta Femminile”, uno dei primi gruppi di sole donne femministe italiane.

Ilaria Ferretti  11/05/2023

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