È stato presentato, nella suggestiva cornice del Museo di Roma a Palazzo Braschi, il libro di Stefano Malatesta ,“Quando Roma era un paradiso”, edito da Skira.
Un romanzo nel quale l’autore, con il suo caratteristico stile ironico e tagliente, attraverso i ricordi della sua adolescenza, i grandi capolavori cinematografici e i celebri artisti del tempo , ricostruisce e descrive la storia della capitale all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, i suoi cambiamenti, la sua magia.
Dopo il successo di “Roma Città Aperta” e l’inizio delle riprese di “Quo Vadis”, Roma diventa il fulcro del mondo del cinema, un’ immensa Hollywood sul Tevere, pronta a trascinare con sé tutte le arti.
Malatesta, nelle pagine del suo libro, riesce a ricreare le atmosfere e i luoghi di questa città che appare sempre più come uno spettacolo a cielo aperto, dai Castelli, a Ostia, passando per le incantevoli ville, i lussuosi alberghi, i bar di Piazza del Popolo, ritrovo di scrittori, attori, registi. Si respira un’aria di eterna festa, che costruisce speranze, stimola curiosità, attira turisti, richiama grandi personaggi internazionali, da Orson Welles a Truman Capote, da Cary Grant a Audrey Hepburn, da Cy Twombly a Rauschenberg.
Tra le righe rivive un microcosmo di luoghi, storie, vite quotidiane, di canzonette, si rievoca il tempo dei Vitelloni e del Sorpasso di Risi, forte di quella energia prorompente del boom economico, tra i lustrini della Dolce Vita e le figure di grandi artisti come Flaiano, Fellini, Moravia, Peppino Amato, Pasolini, Maurizio Arena, fino ad arrivare alla Roma-Ricotta pasoliniana.
Dalle periferie, al centro, da Trastevere a Ostia, l’autore racconta, con la storia della capitale, la storia dell’epoca più divertente e creativa d’Italia, facendoci rendere conto di quanto abbiamo perso con il passare degli anni e le forti trasformazioni.
A tutto questo accompagna una brillante galleria di ritratti di amici, artisti, pittori, uomini particolari, (da Pico Cellini, al talentuoso Plinio De Martiis, a Tano Festa, al gentlemen Giorgio Franchetti, al dandy Giulio De Dominicis, all’artista delle porcellane Kounellis, al surrealista eretico Matta), che ,in un modo o nell’altro, contribuiscono a far percepire e comprendere ancora meglio quel meraviglioso periodo, per poi terminare con una cena nelle caratteristiche trattorie romanesche e le loro tipiche ricette, “a trippa ar sugo” di Aldo Fabrizi e “na cofana di bucatini alla rozza Magnani-Rossellini”.
“Quando Roma era un paradiso” è un romanzo interessante, che tra colori, sapori, odori, artisti, volti e personaggi, accompagna i lettori in un viaggio alla scoperta della città eterna e di un paradiso che sembra ormai perduto.
Maresa Palmacci 04-02-2016