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"Botero, Dipinti 1959-2015" di Rudy Chiappini (Skira Editore)

Milano: nella cornice del Teatro Parenti Stefano Zuffi incontra Fernando Botero per la presentazione della Monografia “Botero, Dipinti 1959-2015”

Dopo il party finale del MITO, il Teatro Parenti ospita la piacevole intervista di Stefano Zuffi a Fernando Botero e al critico d’arte Rudy Chiappini, autore della nuovissima Monografia “Botero, Dipinti 1959-2015”, edito da Skira. Botero è uno degli artisti più prolifici della nostra contemporaneità. Attualmente espone a Seul, e a ruota sarà presente a Pechino e Shanghai. Molta gente comune possiede poster dei suoi quadri. Di lui si ha una conoscenza, a dire il vero, generale, sul mercato ci sono saggi che accompagnano solitamente i quadri delle mostre, ma nulla di più. Da qui l’esigenza di Rudy Chiappini di scrivere un libro su un artista a difesa dell’immagine. E’ per questo che Chiappini sente la necessità di una sontuosa Monografia dedicata alla produzione pittorica di Botero, individuando un campo peculiare, la pittura.
Si tratta di un libro che ha il pregio di una esemplare chiarezza, disponendo i temi della pittura di Botero in una sequenza ordinata e passionale. La sua pittura è entrata nelle nostre vite. Non c’è nessuno di noi che non l’abbia attraversata. E’ un libro che per buona parte ci fa sorridere e per un’altra meno nota e cordiale, ci fa rabbrividire.
C’è un climax nell’opera, inizia con un tono sorridente con la rivisitazione della storia dell’arte per cedere il passo, gradualmente ad un sorriso sempre più amaro: la violenza in Colombia e il carcere di Abu Grahib. Visita più di 50 anni di attività e decenni della nostra storia.
Atmosfere felliniane alla Amarcord sembrano emergere dalla lettura di questo testo dove un po’ ci si sorride e un po’ ci si vede allo specchio con una nota malinconica che rende più dolce la sua pittura. Un libro di un storico dell’arte che rende un grande omaggio ad un artista. Una Monografia di grande impatto e bellezza su un artista che ci appare familiare. Un libro che ci permette attraverso un’intervista, di scoprire un artista accessibile, che molto ha a che fare con la nostra esistenza. Botero rappresenta un mondo altro, edonistico, che ci sorride e che comunque ci appartiene. Al di là dell’aspetto folcloristico, c’è l’arte colombiana, il barocco spagnolo del Centro America e il confronto con l’arte occidentale con il suo approdo in Spagna. Suddiviso in diversi capitoli, questo volume attraversa gli amori giovanili, la corrida, il circo, i balli, momenti gioiosi ma anche momenti violenti, terminando con dipinti dalla forte potenza espressiva (quadri nel sociale). Si tratta di un’intervista cha va oltre la superficie edonistica, ha un’impostazione metodologica.
Ricorda le radici geometriche, l’espressionismo drammatico che si rifà alla deformazione violenta dell’immagine di Velasquez. Centrale il capitolo sulla politica, sul filo della satira, tipica di Goya con i suoi grandi ritratti di corte. Botero stesso durante l’incontro con Zuffi ed il pubblico milanese, dichiara come il lavoro con Chiappini, sia stato un lavoro fatto insieme e cordiale. Il suo lavoro è in pace con il mondo, una visione parallela della vita, senza mai perdere di vista il concetto di Arte come evasione, Arte per dare felicità. Ma non mancano i quadri sulla dittatura, i militari, il dramma della droga e della violenza in Colombia. Circa 100 opere sono dedicate a questo tema. Ad esso si aggiunge il Ciclo della Via Crucis, esposto al Palazzo Reale di Palermo. Il concetto che emerge da questa opera è quello di rappresentare un mondo drammatico ma che dà piacere estetico. L’idea di Arte che deve dare piacere permane pur presentando il dramma dell’uomo. Un’idea dalla grandissima attualità per migliorare i rapporti tra le persone. Un incontro garbato che ha dato l’occasione di conoscere il Botero pittore e l’uomo.

Adele Labbate 25/09/2015

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