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Ayn Rand: torna nelle librerie lo storico pamphlet che ci spiega perché amare il capitalismo

Capitalismo è libertà? Secondo Ayn Rand, la risposta è un convintissimo sì, argomentato con una “collezione di saggi” – per usare la definizione della scrittrice di origine russa, ma naturalizzata statunitense – nel volume Capitalismo: l’ideale sconosciuto. Uscit
o per la prima volta nel 1966, questo studio di matrice liberalista, tanto controvertibile quanto ormai classico, torna nelle librerie con una nuova traduzione curata da Nicola Iannello nella collana “Hic Sunt Leones” di Liberilibri. Della Rand, fuggita dall’URSS di Stalin e morta a New York quarant’anni or sono, la casa editrice ha già ripubblicato, tra gli altri testi, anche La virtù dell’egoismo, summa del suo pensiero.
Iniziatrice della corrente filosofica dell’oggettivismo, nonché somma cantrice del mito tutto americano della figura dell’imprenditore-eroe, Ayn Rand si prefigge lo scopo di rivalutare il capitalismo su un piano morale, capovolgendo la vulgata – a suo dire ingenua – che lo considera nemico dei diritti umani. Denunciando quella che sostiene essere una campagna di disinformazione portata avanti dai media per ignoranza, l’autrice del romanzo distopico La rivolta di Atlante afferma che solo questo sistema sociale può tutelare realmente l’individuo: la difesa della proprietà privata è infatti il primo mattone su cui poggia quel sofisticato edificio socioeconomico che ha consentito alla nostra società di raggiungere vette di benessere mai viste prima, e altrimenti inaccessibili.
A supporto di tale tesi, Liberilibri ha voluto corredare il pamphlet di Rand con tre contributi, firmati dallo storico dell’economia Robert Hessen e da Alan Greenspan. Quest’ultimo è stato nominato presidente della Federal Reserve da Ronald Reagan, ed è tuttora uno dei più strenui sostenitori del laissez faire. Come lo è stata, del resto, la stessa Rand, propugnatrice della tesi secondo cui lo Stato dovrebbe intervenire il meno possibile nelle attività economiche, limitandosi a tutelare la sicurezza del cittadino tramite le forze dell’ordine.
Non è un caso se tutta la sua produzione letteraria, sia romanzesca che saggistica, è stata improntata a una condanna senza appello dello statalismo e del collettivismo. Assecondando la granitica certezza secondo cui liberalismo equivale ad autoaffermazione, e quindi a felicità, Rand è stata quindi coerente anche nei suoi eccessi… vedi la collaborazione, dopo la Seconda Guerra Mondiale, con la famigerata Commissione per le attività anti-americane di Joseph McCarthy.
Un nome che a tutto fa pensare, fuorché alla libertà e ai diritti umani.

Andrea Meroni  25/05/2022

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