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Recensito incontra Alice Pasquini: Street artist e curatrice del festival “CVtà Street Fest”

Il festival di street art “CVtà Street Fest” colorerà per terzo anno consecutivo i muri dell’antico borgo molisano Civitacampomarano. Protagonisti dell’edizione 2018, che si svolgerà dal 7 al 10 giugno, saranno 4 artisti: 2501, Alberonero, MP5 e Brus. Abbiamo intervistato la curatrice del festival, Alice Pasquini - street artist che ha dipinto i muri delle principali metropoli europee ed extraeuropee – per chiederle di parlarci di questo particolare progetto in cui l’arte urbana incontra il territorio.

Com’è nato il festival "CVtà Street Fest”, giunto quest’anno alla sua terza edizione?                                                                                                                                                                              "L’idea è nata da una coincidenza. Era il 2014, io ero a New York per un progetto artistico e ho ricevuto una mail da parte di Ylenia Carelli - Presidente della Pro loco “Vicenzo Cuoco” di Civitacampomarano - in cui m’invitava a dipingere i muri del suo paese. Una richiesta che lei stessa ipotizzava non avrebbe ricevuto risposta. Io invece non potevo crederci, a Civitacampomarano è nato e cresciuto mio nonno (era il medico del paese) e ho accolto con entusiasmo la proposta. Quando sono arrivata, sono rimasta affascinata da questo luogo, destinato a scomparire, legato alla storia della mia famiglia. Ho deciso di dipingere i muri della parte più abbandonata del paese e ho riprodotto vecchie scene di vita dei suoi abitanti. I miei lavori hanno suscitato l’interesse della stampa e a quel punto ho avuto l’idea di invitare altri artisti: è nata cosìimgres la prima edizione del festival “CVtà Street Fest”. Ora siamo arrivati al terzo anno di questa bella avventura".                

Hai parlato di Civitacampomarano come di un luogo che sembrava destinato a scomparire. Il tuo Festival di street art è stato un modo per riportarlo in vita?
"Stiamo parlando di un piccolo paese in provincia di Campobasso in cui vivono 400 abitanti, in gran parte anziani. Il mio sogno di poter far rivivere Civitacampomarano – un posto che in passato diede i natali a Vicenzo Cuoco e Gabriele Pepe – sta prendendo forma con il passare del tempo: la prima edizione del festival, che ha visto la partecipazione di Chef Rubio e di Dj Gruff, ha attirato dei visitatori italiani e stranieri. Inoltre negli ultimi anni a Civitacampomarano sono state aperte una gelateria e una macelleria".

Come hanno reagito di fronte a questa iniziativa gli abitanti del piccolo paese molisano?
"I giovani artisti arrivati per dipingere i muri del paese sono stati assolutamente ben accolti. Fin da subito gli abitanti hanno messo a disposizione moltissimi muri. Mi piace sottolineare che questo festival, il cui nome non a caso è in dialetto, è nato in collaborazione con gli abitanti del posto, ognuno ha aiutato come ha potuto. Il festival è riuscito a mettere in contatto realtà diverse: bambini, giovani artisti, musicisti e anziani".

Le opere degli scorsi anni sono sopravvissute o sono state cancellate?
"Le opere sono rimaste dove sono state dipinte, gli abitanti ne vanno molto orgogliosi".

Per l’edizione 2018 del “CVtà Street Fest” hai scelto 4 artisti. Qual è stato il tuo criterio di selezione?
"A differenza degli scorsi anni in cui sono intervenuti molti street artists internazionali, per questa edizione ho scelto di privilegiare artisti italiani. Il criterio di selezione è stato sempre lo stesso, ovvero invitare artisti che potessero lavorare bene in un contesto di questo tipo. Quando si ha a che fare con il patrimonio bisogna sempre fare molta attenzione. Ho scelto inoltre artisti che potessero dipingere su supporti diversi, realizzando non solo opere sui muri ma anche ad esempio su porte".

A livello stilistico, gli street artists che hai selezionato hanno qualcosa in comune?
"In parte si, ad esempio le pitture di Alberonero e di 2501 sono astratte e contemporanee. MP5, l’unica artista donna, che solitamente lavora su muri di grandi dimensioni, ha invece uno stile minimal e illustrativo al tempo stesso; lei gioca sempre con le storie e le tradizioni del luogo. Ti risponderei che anche dal punto stilistico ho selezionato artisti che potessero arricchire con le loro opere il tessuto urbano di Civitacampomarano e non danneggiarlo".

Non capita spesso di sentire parlare di un festival di street art che si svolge all’interno di un borgo antico. Cosa rappresenta secondo te quest’esperienza per un artista?
"Gli artisti invitati entrano in contatto con una realtà particolarissima, innanzi tutto perché lavorano su dei muri antichi, poi perché interagiscono con la realtà del luogo; spesso sono nate delle vere e proprie collaborazioni tra l’artista e gli abitanti".

Tu sei principalmente un’artista, hai svolto altri lavori come curatrice?
"No, per me questo festival è un caso a sé stante. E’ un progetto legato ad un sogno, quello di recuperare attraverso l’arte un luogo destinato a sparire".

imgres 1La street art è stata spesso veicolo di messaggi politici, mi vengono in mente casi di città come Berlino o Belfast, i cui muri dipinti rappresentano lotte politiche. Credi che attualmente l’arte urbana abbia perso questa dimensione in favore di un linguaggio astratto?
"Personalmente credo che siano due approcci artistici diversi. E’ come paragonare Bacon e Duchamp, sono due modi molto diversi di comunicare. Ci sono artisti che attraverso la loro arte veicolano dei messaggi politici, altri che esprimono dei sentimenti".

Credi che un’esperienza simile a quella di Civitacampomarano possa essere replicata in altri luoghi?
"Si, spero che altri organizzino dei progetti in cui l’arte incontra il territorio. Per quanto mi riguarda però, non mi sento di lavorare altrove, nonostante mi sia stato chiesto di organizzare lo stesso festival in altri posti, ho declinato l’offerta: il mio progetto, è nato con il paese molisano e non esisterebbe senza di esso".

Chiara D’Andrea 01/06/2018

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