Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 617

Focus “Involucri. Quattro interni da Labiche”: intervista all’allieva regista Caterina Dazzi

Abbiamo incontrato Caterina Dazzi, allieva regista al secondo anno dell’Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d’Amico", che dal 23 al 28 gennaio 2018, al Teatro dei Dioscuri al Quirinale a Roma, porterà in scena nell’ambito del progetto “Quattro Interni da Labiche” curato da Giorgio Barberio Corsetti, L’affare di Rue de Lourcine.

Hai mai avuto occasione prima d’ora di approcciarti all’opera di Labiche?

Prima di questo progetto non avevo mai avuto modo di lavorare su questo autore, motivo per cui non è stato facile affrontare il processo di studio di un genere come quello prediletto da Eugène Marin Labiche. Il vaudeville lo definirei “matematico” perché tutto improntato su battute ed eventi che si susseguono a un ritmo serratissimo. Ciò presuppone un’esperienza di messa in scena che sto ancora accumulando. È stata una bella sfida insomma.

Rimanendo nel campo della messa in scena, qual è stato il tuo approccio alla traduzione del testo? Filologico o basato su una tua personale visione artistica?4

In realtà ho cercato di portare in scena una versione dell’opera quanto più semplice possibile. Dato che mi sono ritrovata a lavorare su un testo già complicato di partenza, ho preferito attenermi alle volontà dell’autore, senza apportare stravolgimenti che potessero rendere la rappresentazione oscura e sibillina.

Il progetto “Quattro interni da Labiche” di cui il tuo L’affaire di Rue de Lourcine fa parte, vanta la supervisione di un regista di fama mondiale come Giorgio Barberio Corsetti. Come è stato lavorare con una personalità del genere?

Il M° Corsetti è una persona che mette a proprio agio. Ogni incontro si è rivelato infatti interessante e stimolante. Lavorare con lui significa sicuramente imparare, ampliare lo sguardo e affinare lo stile registico.

Questa rappresentazione è un passo importante nella costruzione della tua carriera registica. Quali saranno i tuoi progetti futuri?

Cerco di pensare il meno possibile al futuro. Le mie priorità al momento sono seguire le lezioni e focalizzarmi sull’esame di passaggio; per il resto chissà…

Ci sono delle opere che desidereresti mettere in scena?

Di testi ce ne sono tanti, ma uno dei miei sogni nel cassetto rimane comunque quello di curare la regia di Il Maestro e Margherita, opera postuma di Michail Bulgakov. Ecco, quello sì che è un testo che vorrei tanto facesse parte del mio avvenire.

Elisa Torsiello

22/01/2018

 

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Sentieri dell'arte

Digital COM