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A tu per tu con Federica Torchetti, ora sta girando "Storia di una famiglia per bene"

Federica Torchetti è una giovane attrice pugliese, protagonista del film “Per lanciarsi dalle stelle” disponibile su Netflix. Fin dagli esordi davanti alla macchina da presa, ha saputo dimostrare di avere doti eccelse e di essere una attrice molto versatile e di certo la recente performance le permetterà di salire ancora di più all’attenzione. Si è diplomata nel 2019 presso la Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté e consegue lo stesso anno una Laurea in Lingue. Nel 2021 ha recitato in “Zero”, serie trasmessa su Netflix. Inoltre, è stata scritturata in numerose pellicole come “L’ultimo piano e “La scuola cattolica”. Degna di nota l’apparizione ne “L’ultimo Paradiso” in cui la vediamo recitare al fianco di Valentina Cervi e Riccardo Scamarcio. Altrettanto da segnalare i ruoli ricoperti in “Mondocane con Alessandro Borghi e “Storia di una famiglia per bene con Giuseppe Zeno. 

Hai iniziato così, per caso, con Michele Placido come comparsa. Oggi, immaginando la Federica di allora, cosa le diresti?

“Immaginando la Federica di allora, del 2014, quando mi sono trovata a fare da comparsa sul set con Michele Placido a Bisceglie, dove sono nata, le direi di mantenere sempre quella freschezza. Perché mi sono buttata senza pensarci, sono andata senza un minimo di pensiero e senza conoscere ciò che mi aspettava. Quindi le direi di mantenere quella genuinità che ho sempre avuto e spero di non perdere mai. E le ripeterei sempre di non perdere mai la speranza”. 

Com’è è stato interpretare, in “Scuola Cattolica”, Rosaria Lopez una persona realmente esistita rispetto ad un personaggio inventato? 

“Scuola Cattolica è un progetto a cui sono molto legata, anche per le diverse critiche che ha ricevuto sia positive che negative. Durante il set si è creata una bella sinergia tra me, il regista e il resto del cast. Quando ho saputo di essere stata presa per questo progetto ero molto impaurita perché per me significava anche assumermi una grossa responsabilità, non interpretavo un personaggio di fantasia ma una persona veramente esistita e questo comportava una maggiore cura e rispetto nei confronti delle persone realmente coinvolte. Dopo aver visto il film e dopo aver conosciuto la sorella sono rimasta entusiasta perché ho capito di aver portato rispetto alla figura di Rosaria. Non è stata una semplice interpretazione ma un dare di nuovo voce e vita ad una persona che purtroppo non c’è più ingiustamente. Quando si parla di personaggi realmente esistiti non si parla più di interpretazione ma di “essere” quella persona, di farla rivivere e dunque sentivo dentro di me questa grossa responsabilità”. 

Come hai costruito e lavorato su te stessa visto che ti abbiamo visto in ruoli l’uno diverso dall’altro?

“Sai che non ci penso? Perché dopo aver studiato tre anni alla Gian Maria Volontè ho iniziato subito con i provini. Il primo provino è stato quello del film L’ultimo paradiso di Rocco Ricciardulli. Quel momento lo ricorderò per sempre perché si respirava in quella stanza un’energia che successivamente non ho più ritrovato. Il primo provino che passi non lo scordi. Quando è scoppiata la pandemia è stato molto difficile affrontare i provini, ho dovuto fare praticamente tutto da sola e senza una spalla, addirittura con audio registrati. Per esempio anche quello per Mondocane. Era tutto molto strano soprattutto non avere una persona davanti. L’unico aspetto positivo è stato, che con il fatto che registravo, ho avvertito di meno il fatto di stare chiusa in casa. Dopo è arrivato il mio primo film come protagonista Per Lanciarsi dalle Stelle, a cui sono altrettanto molto legata poiché affronta una tematica molto importante che è quella dell’ansia. Dell’ansia da prestazione, in generale arriva a mettere in risalto come le malattie mentali non sempre vengono affrontate e rispettate per essere risolte. Non posso dare una risposta definitiva su come costruisco il personaggio, non ci penso in modo meccanico ma tutto viene abbastanza naturale. Ciò che mi auguro è di riuscire a fare sempre qualcosa che riesce ad emozionare”. 

Cosa ti ha lasciato il set della serie televisiva “Storia di una famiglia per bene?”. 

“Stare su un set di una serie televisiva è molto diverso rispetto a quello cinematografico. L’esperienza della serie è più totalizzante, più lunga rispetto a quella del film. E dopo le 4 settimane, ti senti parte integrante di quel mondo ed esiste solo quello. Quando non si gira a Roma e andiamo in trasferta ancora di più avverti che il set risucchia parte del resto della giornata. Tutti i reparti sono importanti e impari che ogni ruolo deve essere rispettato senza dare più importanza ad uno e meno ad un altro. Ora sto girando la seconda stagione di “Storia di una famiglia per bene”, ed è come ritornare in una famiglia perché avendo già girato la prima serie, praticamente ci conosciamo già tutti. Ed è come se non me ne fossi mai andata”. 

Hai dichiarato durante la conferenza stampa della Biennale di Venezia che vorresti girare qualche film in Francia, cosa ti auspichi?

“Si, mi piacerebbe moltissimo fare film in Francia perché ho studiato il francese. L’idea di recitare in una lingua anche come lo spagnolo perché lo parlo, lo trovo molto stimolante. Mi auspico di iniziare facendo dei piccoli ruoli in Francia e fare anche dei piccoli corsi di recitazione così da migliorarmi”. 

Com’è stato vivere l’esperienza del Red Carpet di Venezia?

“Il Red Carpet di Venezia è stata l’esperienza più bella della mia vita. Ricordo quando siamo usciti dalla macchina e mi hanno accolto insieme a Benedetta Porcaroli e Fabrizio Giffoni e ci hanno accompagnato sul Red. Peccato non c’era il pubblico perché era il periodo Covid, ma ricordo una schiera di fotografi davanti a me che talmente dei Flash non riuscivo a vedere nulla. Quello è stato per me un sogno che si è realizzato ad occhi aperti. Ero al affianco di attori di altissimo livello, con un cast eccezionale. Un altro momento che ricordo è stata la conferenza stampa alla Biennale, sedere ed essere nel lungo in cui sono passati i più grandi del cinema è una sensazione che solo se la vivi puoi capire”. 

Che tipi di ruoli ti piace interpretare?

“Mi piacerebbe fare moltissimo fare un film d’epoca, storico. Mi piace tanto interpretare personaggi drammatici anche se non mi escludo di voler recitare in una commedia pura. Amo interpretare personaggi femminili forti che hanno sempre voglia di rivalsa”. 

15/06/2023 Carmela De Rose

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