Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 617

Intervista a Elisabetta Scarin: dietro i testi di “Involucri – Quattro interni da Labiche”

Dopo la laurea in discipline per lo spettacolo, nel 2010 Elisabetta Scarin vola a Parigi dove inizia a lavorare come assistente alla regia per registi come Philippe Lanton, Antonio Calone e Fiora Blasi. Dopo qualche anno di gavetta viene incaricata da Giorgio Barberio Corsetti di curare la traduzione di Le Prix de Martin di Eugène Labiche, uno dei quattro spettacoli interpretati e diretti dagli allievi del II anno dell’Accademia Nazionale di Arte Drammatica "Silvio d’Amico", in cartellone al Teatro dei Dioscuri di Roma dal 23 al 28 gennaio.

Come nasce la collaborazione con il M° Corsetti e gli allievi registi dell'Accademia Silvio d'Amico?

Nel 2010 ho avuto l’occasione di essere seconda assistente alla regia per La ronde du carrè, spettacolo diretto da Giorgio Barberio Corsetti allestito al Théâtre de l’Odéon di Parigi. E’ stato proprio lui a chiedermi di tradurre in italiano Le Prix Martin di Labiche per questo progetto dell’Accademia.

Come hai scoperto le opere di Labiche e cosa ti ha colpito maggiormente di questo autore, uno dei maggiori esponenti del genere vaudeville?elisabetta Scarin

Mi ricordo di aver visto Un chapeau de paille d’Italie di Labiche allestito dal M° Corsetti per il palco della Comédie Française e di aver pensato che era diverso da come lo avevo immaginato. Ad essere protagonista del teatro dell’autore francese è sempre qualche elemento improbabile, un cappello di paglia ad esempio, che come nella migliore tradizione vaudeville dà il via ad un grandioso meccanismo drammaturgico. I personaggi creati da questo autore straordinario non sono mai caricaturali o delle macchiette ma delle strane creature che rimangono sempre invischiate in qualche evento assurdo.

Definiresti la tua traduzione di Le prix de Martin “Source oriented” o “target oriented”?

Direi piuttosto “theatre oriented”. Non sono pièce che nascono per una lettura solitaria, ma per il palcoscenico e quindi lo scopo della mia traduzione, partendo dal testo originale di Labiche era quello di riuscire a far arrivare il testo ed il suo ritmo al pubblico italiano mantenendo la stessa forza dell’originale. 

Quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato durante il processo di traduzione?

Trasporre in italiano il ritmo scorrevole che caratterizza queste pièce, senza rallentamenti o fermate, ed allo stesso tempo trovare una lingua che parlasse anche allo spettatore di oggi conservando qualche eco di ieri.

Qual è stato l'aspetto che ha trovato più stimolante di "Involucri - Quattro Interni da Labiche"?

E’ stata una vera sfida misurarsi con la difficoltà della traduzione della comicità e con la riduzione dei testi. Osservare gli allievi attori e registi confrontarsi con i personaggi e i meccanismi teatrali comici, poi, è stato incredibile.

Secondo te cosa può aspettarsi lo spettatore da questi quattro spettacoli?

Spero che lo spettatore rimanga sorpreso e che dalla sua sorpresa nasca la risata.

Mirta Barisi

21/01/2018

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Sentieri dell'arte

Digital COM