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A Tommaso Chimenti va il Premio Sipario per la critica teatrale

LAMEZIA TERME – In questi giorni sono stati assegnati gli importanti “Premi alla Critica” della rivista Sipario (fortemente voluti dal suo direttore Mario Mattia Giorgetti) suddivisi nelle sezioni “Cinema”, “Teatro” (in collaborazione con la Fondazione Teatro Italiano Carlo Terron) e “Social” all'interno della terza edizione del “Fare Critica Festival” (che ha visto tra gli ospiti lo scrittore Donato Carrisi, Samuel il frontman dei Subsonica e Andrej Tarkovskij, figlio omonimo del grande regista russo) a Lamezia Terme ideato e diretto dal critico cinematografico GianLorenzo Franzì. Sipario aveva indetto lo scorso anno (la premiazione è slittata causa Covid-19) il “Concorso Critici dello Spettacolo” e i vari riconoscimenti sono andati: a Silvano Agosti, regista, autore e sceneggiatore, alla Carriera, per il Critico cinematografico a Antonio Ferraro, giornalista e produttore, il Premio del Pubblico è stato assegnato a Giovanna Villella, per il Critico teatrale a Tommaso Chimenti, giornalista e critico di recensito.net, wordsinfreedom.com, Hystrio, erodoto108.com e Lungarno, giurato del Premio Ubu e membro di Rete Critica.120793180_10213875181952090_1607425954421521125_o.jpg

Per Chimenti il quinto riconoscimento giornalistico dopo il “Premio Carlos Porto” a Lisbona, l'“Istrice d'Argento” a San Miniato all'interno del Dramma Popolare, il “Premio Città di Montalcino per l'Arte” e il “Chilometri Critici” di Bientina. Per il “Concorso Critici dello Spettacolo”, il giornalista fiorentino aveva inviato le recensioni di “Ruy Blas” e “Senza Famiglia” della compagnia torinese Il Mulino di Amleto, “Piano Forte Forte” di Valentina Cidda e Valentino Infuso, “Tempi Maturi” di Emanuele Arrigazzi e “Letizia Forever” di Rosario Palazzolo: “In questo momento voglio ringraziare alcuni artisti e compagnie che in questi anni hanno sostenuto le mie parole e incoraggiato: penso a Ciro Masella, a Stefano Massini, a Fulvio Cauteruccio, a Manfredi Rutelli, ad Andrea Kaemmerle, al Teatro dei Filodrammatici di Milano, a Valter Malosti, a Scena Verticale di Castrovillari”.

Proprio parlando di Castrovillari appunto, Dario De Luca, direttore del festival “Primavera dei Teatri”, che partirà da pochi giorni, ospite del “Fare Critica” ha concluso con una riflessione: “Credo che la critica teatrale, nonostante continui ad essere tagliata fuori dalla grande stampa nazionale, che le riserva sempre meno pagine e meno spazi, riesca ad essere l’unica ad aver mantenuto la cosiddetta “militanza”. Il critico teatrale, infatti, si sporca le mani, segue i percorsi poetici degli autori, va nei piccoli e medi festival a conoscere gli artisti, seguendo le genesi delle opere, senza limitarsi ai soli prodotti finiti. Non solo, il critico teatrale è quello segue anche la morfologia dei luoghi in cui si formano gli artisti, aspetto fondamentale che segna profondamente la poetica e la cifra stilistica degli autori. Ci sono molti artisti la cui poetica è condizionata dai luoghi in cui vivono e i critici teatrali conoscono quei territori, perché li vanno a scoprire – ha continuato – e questa militanza concede loro una maggiore credibilità. Allo stesso tempo, conduce ad un sentimento di profonda stima e fiducia da parte degli artisti”.

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