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"Cafards – Il buio dopo l’alba": Nick Russo riporta a teatro i propri "scarafaggi" alla luce del lockdown

Non aprite quel sipario: con Cafards – Il buio dopo l’alba, l’autore e regista Nick Russo ipotizza uno scenario post-apocalittico che costringe tanto i personaggi quanto il pubblico a misurarsi coi luoghi più tenebrosi del proprio animo. Questa nuova operazione della compagnia PaT - Passi Teatrali è in scena dal 3 al 5 giugno a Milano, sul palco di fACTORy32, e si nutre dell’attrito e dell’ambivalenza nei rapporti tra i cinque superstiti di una misteriosa catastrofe. A interpretarli sono Giacomo Bottoni, Gledis Cinque, Beatrice Gattai, Andrea Pellizzoni e Filippo Tirabassi.
Lo spettacolo nasce dall’espansione di un testo di Russo, il cui titolo originario era in italiano: Scarafaggi, che per gli anglofoni si chiamano, appunto, “cafards”. Quest’opera prima era stata presentata cinque anni or sono presso il Festival InDivenire di Roma, per la regia di Massimiliano Vado e la produzione della stessa PaT, che nel frattempo si è fatta notare per spettacoli d’impatto come House Macbeth e Petrolio, entrambi del 2019. Ora che l’esperienza del Covid-19 ha dato a Russo (come a tutti noi) un assaggio di apocalisse, il giovane drammaturgo è tornato a mettere mano allo script, incaricandosi in prima persona di dirigere la messinscena.
Per la riscrittura ha attinto da quel senso di precarietà che prima poteva solo immaginare, e che adesso è diventato parte integrante delle nostre vite, più distopiche della distopia stessa. Ma la riscrittura è stata anche informata da quel senso di costrizione, prodotto dal lockdown, che ha messo sotto una luce inedita il nostro rapporto con gli ormai famigerati “congiunti”. Cafards è diventato così – parafrasando la definizione dell’autore – «lo spettacolo che non vorremmo vedere», perché mette in discussione tutto: valori, priorità e relazioni.
Il legame da cui la storia prende le mosse è quello tra Matteo e sua sorella Claudia, la quale è in deliquio a causa di una ferita d’arma da fuoco. I due sono chiusi in una villetta sul mare, e l’equilibrio già dubbio della loro sistemazione viene messo alla prova dall’arrivo di tre intrusi: Vale, Filo e Mary, altri tre sopravvissuti che stanno andando in cerca della stazione radio da cui proviene un misterioso segnale.
Forse si tratta di un messaggio di speranza? Prima di scoprirlo, i cinque – infagottati nei costumi sdruciti di Noemi Intino – dovranno superare l’attesa lacerante di una notte di convivenza forzata… nella speranza di non trovarsi davanti, l’indomani, al “buio dopo l’alba” paventato dal minaccioso sottotitolo.

Andrea Meroni  03/06/2022

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