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Buoni da morire: al Quirino, Pino Quartullo clochard nel salotto di una coppia “bene”

«Ospitateli a casa vostra!»: in un’epoca che sembra remota, era questo il mantra con cui i cosiddetti “cattivisti” denunciavano l’ipocrisia dei presunti “buonisti” a proposito del tema dell’immigrazione nel nostro Paese.
Questa diatriba – oggi passata in secondo piano, ma tutt’altro che risolta – riaffiora in forma traslata nello spettacolo Buoni da morire, produzione della Compagnia Molière e di Ginevra Media Production. Scritta da Gianni Clementi, la commedia sarà in scena al Teatro Quirino dal 3 al 15 maggio per la regia di Emilio Solfrizzi.
Protagonisti sono Emilio (Gianluca Ramazzotti) e Barbara (Debora Caprioglio), i classici coniugi abbienti che parrebbero non aver più nulla da dirsi: realizzazione professionale e controindicazioni del benessere li hanno allontanati, invece di unirli. Il desiderio di trovare una nuova autenticità relazionale induce i due a cercare nuove esperienze. Invece di dedicarsi a pratiche sessuali inedite sulla falsariga di Eyes Wide Shut, scelgono il “brivido” della beneficenza aggregandosi ai volontari che sfamano i senzatetto durante una Vigilia di Natale.
L’esperienza è gratificante: il gesto di munificenza coccola i loro ego, sollecitando ripensamenti su uno stile di vita artefatto e concitato. Ma la bontà – e in questo i “cattivisti” hanno ragione – non è un hobby: è qualcosa che entra nella tua vita, sconvolgendola. Per questo può far paura... ed è infatti con raccapriccio che, il giorno seguente, i due assistono all’ingresso nel loro salotto buono di Ivano (Pino Quartullo), antico compagno di scuola ridottosi a clochard avvinazzato. Sospinto da una tormenta di neve, questi ha trovato l’indirizzo di Barbara ed Emilio e – a mo’ di nemesi – si è palesato per mettere alla prova la coerenza dei loro sentimenti umanitari.
Riuscirà la coppia a smarcarsi dalla famigerata categoria dei radical chic che parlano di solidarietà solo per sentito dire?

Andrea Meroni  27/04/2022

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