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A Bologna il debutto di Faust con la China National Peking Opera Company

Si ha l’idea di assistere a un rito davanti a "Faust. Una ricerca sul linguaggio dall’Opera di Pechino": la mancanza del palcoscenico e al suo posto un prato verde, gli attori indossano pregiati vestiti tradizionali cinesi dai colori più vari, i loro visi, segnati dal trucco molto evidente, sembrano maschere; l’impressione è quella di entrare davvero in un nuovo mondo, o di trovarsi per caso dall’altra parte della Terra.
Questo spettacolo affascinante, con la regia di Anna Peschke, ha debuttato giovedì 8 ottobre all’Arena del Sole di Bologna (dove andrà in scena fino al 14 ottobre), riscuotendo nel pubblico un notevole successo, come ha dimostrato il caloroso applauso finale che sembrava non voler mai terminare.
Lo spettacolo, che si colloca anche tra gli eventi proposti in cartellone dal Vie Festival (che inizierà il 13 ottobre), è il frutto di una collaborazione nata circa due anni fa tra L’Emilia Romagna Teatro, grazie all’iniziativa del suo presidente Pietro Valenti, Anna Peschke e la China National Peking Opera Company.
Un progetto ambizioso e anche riuscito, quello affidato alla giovane regista tedesca e a un gruppo di altrettanto giovani interpreti cinesi accompagnati da un ensemble musicale composto da musicisti italiani e cinesi, che eseguono un repertorio originale composto da Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani e Chen Xiaoman.
Il lavoro infatti non è solamente uno spettacolo teatrale, ma è l’incontro tra Occidente e Oriente, tra uno dei poemi più importanti dell’epoca moderna, che ha inciso un segno netto nella letteratura e nella filosofia europea, come il "Faust" di Goethe, e il Jīnjù (termine cinese che indica l’Opera di Pechino), arte performativa che combina al canto e alla recitazione anche la danza, le arti acrobatiche e marziali, il mimo; una tecnica unica al mondo, tanto da essere inserita dall’UNESCO nella lista del “patrimonio culturale immateriale dell’umanità”.
Il testo di Goethe, preso in considerazione solamente nella prima parte, come ha spiegato la regista, è stato tradotto in mandarino poetico dalla drammaturga Li Maini, offrendo così la possibilità ad un pubblico italiano di vivere dal vivo uno spettacolo totalmente in lingua cinese.
Il risultato è un viaggio in una favola: la storia del saggio Faust che caduto nel tranello di Mefistofele, distrugge la vita della pura Margherita, solo per la brama di provare tutti i piaceri della vita, si tinge con le tinte di una tradizione lontana ma altrettanto profonda, che sa fare bene da tramite al messaggio dell’opera. I colori vivaci dei costumi cinesi si addicono perfettamente al racconto, sembra quasi di sfogliare le pagine di un prezioso libro antico, con le immagini dipinte. Le danze, la gestualità, la forte mimica di questi interpreti, imparagonabili alla Commedia dell’arte, ci pongono davanti ad una cultura nuova, in grado però di veicolare gli stessi valori insiti in un’opera pienamente occidentale.
La recitazione è spesso cantata, ricordando quasi i poemi epici, i gesti e soprattutto le espressioni facciali sono enfatizzati, creando vere e proprie maschere, gli abiti, curatissimi e vari, diventano veri e propri travestimenti: un’estetica completamente nuova capace di affascinare e rapire lo spettatore.
Anche le musiche contribuiscono alla creazione di una terza dimensione d’incontro di lontane culture: l’elettronica rielabora suoni provenienti sia da strumenti cinesi, sia europei. Sul palco infatti musicisti cinesi e italiani, ognuno con il proprio strumento, dalla chitarra elettrica, al contrabbasso, fino al gong, bangu, e altri tradizionali strumenti orientali.
Una sfida importante quella proposta da ERT e Vie Festival che sottolinea un impegno vero per creare scambi internazionali, e una passione per la conoscenza del teatro, un’arte capace di rinnovarsi e non esaurirsi mai, dotata di innumerevoli sfaccettature, ognuna delle quali affonda le radici nella vita vera di un popolo, e questo è il bello.
Lo spettacolo si sposterà da Bologna a Modena, dove rimarrà in scena dal 20 al 25 ottobre al Teatro delle Passioni.

Silvia Mergiotti 11/10/2015

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