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Thegiornalisti all’Atlantico: “L’ultimo grido della notte” di una generazione a raccolta

Nov 27

Atterriamo sul pianeta Thegiornalisti in una serata fredda e nebbiosa, alle porte dell’Eur. L’Atlantico si riempie con inaspettato ordine, il pubblico freme ma non diventa molesto, il tempo scorre tra le cover del duo di apertura: nientepopodimeno che Federico Russo e Francesco Vandelli, in completo nero, occhiale da sole, camicia floreale e accento da Elvis de noialtri.
Ma il protagonista vero, unico e indiscusso della serata è lui: Tommaso Paradiso, voce penna e mente del trio romano in precipitosa ascesa. Di nero vestito, appare due minuti per abbracciare gli amici in una folkloristica carrambata000thegiornalisti pre-show, e poi torna a nascondersi in camerino, alzando la suspense per il pubblico ai suoi piedi. E ci riesce bene: mentre le luci calano di nuovo e la voce di De Sica (Christian, ahinoi) riempie l’attesa precedente l’ingresso della band, braccia e urla si alzano e finalmente sentiamo quei gridolini eccitati che tanto ci aspettavamo.
Comincia così un susseguirsi di canzoni cantate a squarciagola da un pubblico che contro ogni aspettativa è mediamente sui 30 anni. Saltellando da un album all’altro, dal palco si sparano colpi di batteria e synth, si raccolgono reggiseni e si balla “Promiscuità” con una fan che da domani non avrà più amiche, isolata per l’invidia bruciante di essersi bagnata del sudore di Paradiso. L’ultimo cd lo conoscono tutti a menadito: “Fatto di te”, “Il mio maglione tuo” “Sbagliare a vivere”, “Vieni e cambiami la vita”, non ne manca una all’appello. Ma anche sugli album passati siamo ben preparati: le tastiere intimiste di “Proteggi questo tuo ragazzo” si alternano a “Fine dell’estate” e “Io non esisto”. In chiusura, “Completamente” saluta la folla esaltata, che “Balla” mentre si riaccendono i faretti.
Il Paradiso Nazionale deve ancora credere a quello che sta succedendo a lui e ai suoi sodali, e deve prendere confidenza con i sempre più grandi e adoranti numeri che lo seguono (live e su Facebook). Non è ancora un vero entertainer, e una grande voce forse non lo sarà mai, ma ci sta lavorando. Sul suo personaggio, sulle sue canzoni, sul suo (pardon, loro) progetto borderline tra indie e mainstream. Per adesso, comunque, ci mostra il bel faccino tra frasi in “baricchese” e qualche dedica romantica, di più non gli si chiede.
Ma, se procedono così, sicuramente il loro funerale sarà sold out e sarà loro l’inno con cui correremo in macchina alle due di notte.

Giulia Zanichelli 27/11/2016

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