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Manuel Agnelli, il nuovo album e X Factor: “A 50 anni voglio essere felice”

Giu 24

Un corto circuito. Tra poesia lacerante e derive televisive. Questo è oggi Manuel Agnelli, a 50 anni il “vate” dell’indie rock italiano diventa giudice a X Factor e nel mentre pubblica un album potente frutto di un lutto, di quelli che però portano alla rinascita: Folfiri o Folfox, il nuovo disco degli Afterhours, al momento primo in classifica.
Un’opera personale e struggente, dotata di una forza che solo la morte di un padre può darti. "Non è un disco facilissimo" – ha dichiarato Agnelli durante la tappa leccese della tournée di promozione dell’album nelle Feltrinelli di tutta Italia – "perché parliamo di morte, in particolar modo di tumore, un termine che spesso tendiamo a non pronunciare per pudore. Così come spesso tolleriamo di più chi tiene dentro di sé tutto il dolore rispetto a chi lo manifesta apertamente. Mio padre non mi ha mai detto che non era opportuno piangere o mostrare il proprio malessere. Come musicisti, poi, noi siamo fortunati perché possiamo usare la musica come un megafono per esprimere tutto il nostro dolore".
Un album importante che arriva nel momento in cui molti dei fan “storici” si ribellano al loro amatissimo poeta Agnelli colpevole di aver fatto una scelta “da venduto”, traditore dei suoi principi, delle sue posizioni anticonvenzionali, della musica non come trampolino verso il successo ma come autentica forma d’arte. Una scelta controcorrente già l’aveva fatta nel 2009 con la partecipazione della band al Festival di Sanremo: anche in quel caso molte critiche furono spietate, non tenendo conto, però, del progetto che stava alla base di questa decisione: il disco “corale” Il Paese è reale, “megafono” per numerosi artisti indipendenti che parteciparono ciascuno con una loro canzone all’album. Un modo per Manuel Agnelli e Co. di fare luce su una scena musicale, rinchiusa in una nicchia rinunciando alla possibilità di pubblicare un intero disco di proprie canzoni come, all’indomani di ogni edizione della storica competizione nazionalpopolare, tutti gli artisti partecipanti fanno.
Irriverenti, ironici, contro i valori di una società ipocrita e perbenista, fautori di una controcultura musicale prolifica e stimolante. Questo sono stati per tanto tempo gli Afterhours, e Manuel Agnelli ne è sempre stato il portavoce: spesso ingestibile, scontroso, capace di insultare il pubblico durante i concerti perché gli richiedeva le canzoni come fosse un jukebox, di spaccare una chitarra non accordata a regola d’arte, di scrivere libri in cui descrive improbabili masturbazioni con tubetti di dentifricio. Ora a 50 anni quegli eccessi sono lontani e anche il rapporto con i fan è cambiato: "Percepisco una complicità diversa rispetto al passato con il pubblico che mi sembra più legato ai contenuti del nostro album, mi dicono che si riconoscono nelle canzoni" - ha dichiarato - "non hanno più quell’immaginario della semplice rock band".
Inevitabile la domanda da parte del pubblico sulla sua scelta di partecipare a X Factor: "Da ragazzo ho scelto di far parte di un’ambiente in cui mi sentivo libero di essere me stesso, nel quale venivo apprezzato" - ha spiegato - "nel corso degli anni però questo ambito in Italia è sempre di più cambiato e io non l’ho più riconosciuto come in passato: si è trasformato un un’ambiente in cui ti dicono cosa leggere, che musica ascoltare, cosa scrivere, altrimenti sei fuori. Per quanto mi riguarda io dico: Vaffanculo!". Poi ha continuato rincarando la dose: "Il mio è un gesto di distacco da questo tipo di gente, a 50 anni non ne voglio più sapere di dover giustificare le mie scelte e non voglio essere giudicato da un tribunale di “Farisei” che sono solo capaci di giudicare e non hanno mai fatto un cazzo nella loro vita! La visibilità e le possibilità che deriveranno da X Factor mi serviranno a portare avanti dei progetti che in tutti questi anni sono stati insabbiati dalla burocrazia. E poi ci sono tanti soldi in ballo e ci faccio il cazzo che mi pare!"
Sincero e schietto come sempre: nel momento in cui si pensa di non poterlo “perdonare” per una scelta che sembrava azzardata, attraverso i suoi ragionamenti Agnelli fa guardare le cose da un’altra prospettiva, fa capire che spesso puntare il dito è fin troppo facile e che un giudizio affrettato e superficiale porta solo a sterili polemiche. D'altronde dal momento che, con Folfiri o Folfox, ha dimostrato nuovamente di essere un artista di un certo calibro, poco importa che faccia il “giudice” o che rimanga chiuso in una nicchia come molti speravano: l’importante è che la sua indole, la sua essenza, non vengano contaminate dalle dinamiche televisive. Il lento e penoso scivolone artistico di Morgan, giudice “indie” ante litteram, ci è bastato per capire che anche il talento innato può deteriorarsi se non coltivato con amorevole cura, senza perdersi nei meandri delle luci offuscanti della ribalta. Ma Agnelli sembra troppo intelligente e fermo per cascarci. Troppo in pace con sé stesso per “compromettersi”: "Voglio essere felice" – ha confessato ai suoi fan – "che è la cosa più banale del mondo ma lo avevo dimenticato!"

Caterina Sabato 24/06/2016

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