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Le lucciole di Takahata: un ricordo al grande regista d'animazione giapponese

«Perché quella sera c’erano le lucciole? E perché erano così tante? Pareva quasi tutte le lucciole del Giappone si fossero riunite lì, nello stesso momento. Insomma, Seita ne aveva già viste parecchie, come quella sera a casa della zia, o la prima notte alla caverna, ma mai, mai così tante tutte insieme; ed era una cosa strana, perché le lucciole vivono solo qualche giorno, troppo poco perché se ne possa apprezzare a fondo la bellezza».

Così veniva espressa la condizione del Giappone del periodo bellico, rappresentato nel famoso film d'animazione dello Studio Ghibli Una tomba per le lucciole, seguendo l'omonimo racconto semi-autobiografico di Akiyuki Nosaka sul bombardamento di Kobe. Il film è uscito nel 1988 (solo nel 2015 in Italia), ad opera di quello che viene considerato uno dei veri maestri dell'animazione giapponese, Isao Takahata, scomparso lo scorso 5 Aprile 2018.  Aveva 82 anni; la morte è avvenuta per le complicazioni legate ad un'insufficienza cardiaca.takahata2

Il suo narrare, forte e doloroso allo stesso tempo, era riuscito ad entrare nella pelle di molti appassionati di anime ma anche e soprattutto a sdoganare, insieme all'amico Hayao Myazaki, ancora di più l'arte dell'animazione verso un pubblico più ampio e trascendente le barriere di genere e d'età.

La carriera di Takahata era iniziata con un piccolo grande gioellino, La grande avventura del piccolo principe Valiant  (conosciuto anche come Il segreto della spada del sole), prodotto dalla Toei Doga nel 1968, che mostrava già una personalità stilistica profondamente spiccata verso l'abbandono di quella considerazione che relegava i lavori d'animazione all'appannaggio unico dei bambini. Fu proprio in quella occasione che iniziò il sodalizio con l'amico Myazaki, che portò i due a fondare, più di quindici anni dopo, lo studio Ghibli, vero pilastro di un intero modo di concepire l'animazione. Nel 1984 esce infatti Nausicaä della Valle del Vento, diretto da Myazaki e prodotto da Takahata e l'anno successivo La storia dei canali di Yanagawa, documentario d'animazione prodotto da Myazaki e diretto da Takahata, uscito l'anno stesso della fondazione dello studio cinematografico d'animazione.

È sicuramente con la serie animata Heidi del 1974 che il nome del regista viene sicuramente portato ad uno dei suoi punti più importanti, insieme sicuramente con la scrittura di Le avventure di Lupin III, del 1971, che lo avevano introdotto al grande pubblico occidentale. Il dramma realistico orientato anche ad un pubblico adulto, soprattutto femminile, portò ad un apprezzamento ancora più vasto con Pioggia di ricordi, del 1991, in cui venivano ripresi e portati a riflessioni importanti quei valori tradizionali, quel rapporto tra vita comunitaria ed esistenza privata, il rispetto della natura, l'ecologia, tutti temi essenziali per la narrazione del regista giappponese.takahata3

Uno dei lavori più riconosciuti come imprescindibili nella filmografia di Takahata -il primo, oltretutto, con una sceneggiatura originale dello stesso regista- è sicuramente Pom Poko, del 1994, sulla lotta e la disfatta dei tanuki contro la massificante opera dell'edilizia e dell'urbanizzazione moderna, legandosi indissolubilmente alla religione e al folklore nipponico.

L'ultimo film di Takahata è stato invece La storia della principessa splendente, del 2013, presentato anche agli Oscar come miglior film d'animazione e che oggi, insieme a Pioggia di Ricordi, detiene il cento percento di apprezzamento critico su Rottentomatoes. Sintomo, questo, che il ricordo del regista resta illuminato dal giusto riconoscimento e commemorato da un grande apprezzamento dimostrato da tutti gli amanti di questa arte.

Davide Romagnoli 07/04/2018

 

Davide Romagnoli,
6/4/2018

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