A Firenze dal 3 al 9 novembre 2025, il Festival dei Popoli reca un tributo speciale a Sarah Maldoror (1929-2020), antesignana nonché prima regista donna del cinema africano.
Una retrospettiva che, accompagnata dalla presenza di sua figlia Annouchka de Andrade, raccoglie 12 delle opere più rappresentative di Maldoror, tra cui: Monangambééé (1969), il più noto Sambizanga (1972), Aimé Césaire, un homme une terre (1976), Aimé Césaire – Le Masque des mots (1987), Portrait de Assia Djebar (1987), Léon G. Damas (1994). Lungometraggi, corti e documentari, sintomatici di un cinema decoloniale usato come strumento di conoscenza, memoria e riscatto culturale.
Personalità rivoluzionaria di origini francesi e guadalupensi, Marguerite Sarah Durados, in arte Sarah Maldoror – pseudonimo che trae dai Canti di Maldoror del poeta francese Lautréamont – viaggia a lungo, da Algeri a Parigi, da Mosca a Bogotà: un itinerario illuminato dalla stella polare dell’impegno civile e politico per la giustizia umana.
Fonda nel ’56 Les Griots, prima compagnia teatrale di attori neri in Francia; collabora come aiuto regia con Gillo Pontecorvo ne La battaglia di Algeri (1966) e con William Klein nel Festival panafricain d’Alger 1969; realizza, nel ’72, Sambizanga, primo lungometraggio diretto da una regista africana, e in seguito molti film, documentari e corti, dando vita a un cinema, che fa della fusione di musica e pittura la sua cifra stilistica.
Una voce potente che occupa, in virtù del suo attivismo a favore delle guerre di liberazione delle ex colonie portoghesi, un posto di rilievo nella storia del cinema documentaristico.
Un volto importante ma dimenticato, che la Calliope Arts Foundation si prende la briga di promuovere all’interno del progetto “Women Trailblazers in Documentary Cinema”, intento a riscoprire e celebrare registe di prim’ordine cadute nel dimenticatoio della storiografia cinematografica. È il direttore artistico Alessandro Stellino a illuminare sul pregio di tale iniziativa quando dice che “filmare implica sempre una presa di posizione, soprattutto laddove i diritti umani non sono adeguatamente tutelati”.
Oggi più che mai.
Ludovica Maja 27.05.2025