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Rai 5 celebra Tenco: un documentario dal Teatro Ariston

Era il 27 gennaio 1967 quando, nella stanza 219 dell’Hotel Savoy di Sanremo, moriva Luigi Tenco, in circostanze mai chiarite e per ragioni che sarebbe assurdo ridurre all’eliminazione del suo brano, "Ciao amore ciao", dalla finale del Festival della canzone italiana. A cinquant’anni dalla sua scomparsa, la televisione dedica una serata in suo onore, non per commemorare la sua assenza ma per festeggiarne la presenza, perché c’è molto di Tenco nei giovani esponenti della canzone italiana. Il documentario, interamente girato il 22 ottobre 2016 durante l’atto conclusivo del Premio Tenco al Teatro Ariston di Sanremo, è andato in onda su Rai 5, domenica 5 febbraio, alle ore 23:15.
Le canzoni, riproposte nelle rivisitazioni personali di undici artisti, sono intermezzate da ricordi, aneddoti e interviste registrate all’interno dell’Ariston tra palco e retro-palco. La serata ha una caratteristica ben precisa: tutti gli interpreti invitati hanno meno di 50 anni, sono cioè nati dopo il 27 gennaio 1967. Ciò per dimostrare come le generazioni di artisti arrivate dopo Tenco possano impadronirsi di un repertorio dal valore perenne. Da qui il titolo "Come mi vedono gli altri... quelli nati dopo", la cui prima parte è la citazione di una sua canzone. Sottotitolo: 50 anni senza Luigi Tenco. Tante le tonalità con cui il Club Tenco decide di dipingere un ritratto del grande cantautore piemontese: Morgan reinterpreta al pianoforte pezzi quali "Il mio regno" e "Lontano lontano", Noemi dichiara di emozionarsi nel riproporre "Vedrai vedrai", Ascanio Celestini, in tono attoriale, canta "Una brava ragazza", Roy Paci si esibisce nella sua esuberanza proponendo “Giornali femminili”, Kento inserisce i suoi rap nel testo di “Triste sera”, poi Marina Rei con la sua energia si cimenta in “Quando”. E ancora: la vitalità canadese di Bocephus King, la forza espressiva di Diego Mancino, la creatività de Gli Scontati, la personalità suggestiva di Alfina Scorza sino a una recente scoperta del Club: Vanessa Tagliabue Yorke. Ciascun cantante esegue due brani di Tenco, accompagnato dall’Orchestra Sinfonica di Sanremo, con gli arrangiamenti, la sezione ritmica e la direzione di Mauro Ottolini, prestigioso musicista jazz aperto ad ogni contaminazione.
Ricordiamo le parole di Marina Rei, che spiega come le canzoni d’amore e di protesta di Tenco sembrino avere una scrittura apparentemente semplice ma che in realtà si rivela assolutamente complessa e inusuale.
Il giovane cantautore in un’intervista disse che la sua più grande ambizione era fare in modo che la gente potesse capire chi fosse davvero. Se a quel tempo rimase incompreso, oggi lo si ricorda per la sua genialità musicale e il suo carattere controcorrente. Con Tenco si arriva ad un'analisi amara e lucida delle contraddizioni della società italiana, consacrando un tipo di approccio all'universo femminile estraneo nella musica degli anni ‘50. “Interessato all’uomo e alle sue sfaccettature misteriose”, sono le parole con cui Ascanio Celestini dipinge il cantautore.
“Luigi Tenco/Scappato eternamente/Oltre lo spazio, le luci e il tempo/Perché lui si sente/vivo/fatalmente/solo/nel momento in cui/non è”: sono i versi di una canzone inedita, lunga e complessa, firmata Morgan il quale, avendo un’adorazione per Tenco, ha scelto di entrare nello spirito dell’artista piemontese e dedicargli un intero album.

Penelope Crostelli 07/02/2017

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