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Perché una serie come “Lol - chi ride è fuori” ha raggiunto uno share così alto?

Se il miglior metodo per vendere un prodotto è riuscire a far parlare di sé, il nuovo format andato in onda su Prime Video dal titolo "LOL – chi ride è fuori", ha vinto su ogni fronte. È ormai risaputo che siamo ogni giorno di più all’interno di una società veloce, fruibile nell’istante, con difficoltà a mantenere per più di dieci minuti l’attenzione su qualcosa o qualcuno; una popolazione con un livello di concentrazione ridotto ai minimi termini. Eppure uno show con un’idea scontata e, in tutte le accezioni possibili del termine, semplice e banale risulta in poco tempo tra i successi più acclamati delle uscite di aprile del grande colosso aziendale statunitense Amazon. Dieci comici, dai più grandi nomi che hanno calcato celebri palchi dei teatri di tutta Italia ai più emergenti, principi e reginette dei social, rinchiusi dentro una stanza per sei ore senza poter ridere, ma neanche sorridere, con il grande ostacolo di essere loro stessi: persone nate con nel sangue il gusto e la capacità di far divertire chiunque gli stia accanto. Spiegato così, a primo impatto, l’impressione di chi legge è quello di un concept che può portare a un’immane noia e irriverente pigrizia, riempito e portatore di una retorica stanca, con argomenti e soluzioni anche poco interessanti, incentrati con l’unico scopo di mero passatempo, per questa domanda incessante di programmi capaci di non far attivare per poche ore della giornata le capacità pensanti di ciascuno di noi. Ma forse è esattamente questo il click da schiacciare per fare successo: un’inventiva non tanto originale quanto interprete dei gusti contemporanei, che arriva al cuore di tutti, all’istante, e che permette di passare dopo pochi minuti alla puntata successiva per cui si ripete la stessa identica cosa. Ma non solo. Il condimento finale, indice di strategia degli autori e inventori dello sketch televisivo, è la scelta del presentatore e della co-host: Fedez e Mara Maionchi; un risultato finale che corrisponde a una, certa, conduzione povera ed elementare composta da giochini e frasi fatte, ma anche il prodotto esatto per il successo basato su quanto carisma hai e sul quanto sei un personaggio diffuso e influente. E questo aspetto, l’ex rapper e imprenditore digitale Federico Lucia, lo conosce bene che ne ha fatto l’arma vincente grazie alla sua capacità di aver contribuito a definire i canoni contemporanei del mainstream italiano, su qualsiasi fronte.

Per questa prima edizione italiana di “LOL – chi ride è fuori” il cast di concorrenti scelto è variopinto di volti noti della comicità del nostro Paese, di età e background molto diversi fra loro. Di chi si tratta? Fra i più apprezzati c’è sicuramente Lillo (Pasquale Petrolo) attore, conduttore e fumettista, che insieme a Greg è parte del duo comico Lillo & Greg. Lui si è fatto amare per le sue battute iconiche come “sono Lillo” o per il suo supereroe dall’unico potere, Posaman. Sono due invece i concorrenti che arrivano dal gruppo famoso dei The Jackal: gli youtuber Ciro Priello (il vincitore di LOL) e Gianluca Fru, che con i suoi 25 anni è stato il più giovane in gara. E sempre da YouTube arrivano Frank Matano e Luca Ravenna: il primo diventato famoso come youtuber con i suoi scherzi telefonici, il più chiassoso dei concorrenti (e forse troppo lasciato fare?), il secondo che ha mosso i suoi primi passi collaborando con i The Pills, un po’ un pesce fuor d’acqua di tutto lo show. Dal mondo del cabaret e dello storico Colorado è stato scelto come concorrente Angelo Pintus, che nel corso dello show si è guadagnato il cartellino giallo più clamoroso di tutti. Un po’ carente la partecipazione femminile, non per la bravura, ma proprio per la quantità: fra le concorrenti spicca Katia Follesa arrivata in finale, la comica brianzola, attrice e conduttrice quasi onnipresente al momento; insieme a lei anche l’attrice, conduttrice e stand-up comedian Michela Giraud, buttata fuori per due accenni di sorriso; terza concorrente la statuaria Caterina Guzzanti, la più piccola dei tre fratelli Guzzanti, attrice e imitatrice camaleontica, con un infinito carnet di personaggi, che ha reso evidente come riuscire a farla ridere sia più difficile di compiere tutte e dodici le fatiche di Ercole. Last, but not least, Elio. Il leader e fondatore della band Elio e le Storie Tese è stato quello che ha messo più in difficoltà tutti, anche con il suo costume di scena “indossando” il quadro della Gioconda. Ma è stata vincente la scelta di personaggi così diversi? Sì e no. Sì perché la maggior parte dei concorrenti ha interagito, ha tormentato gli altri il più possibile, si è immedesimato e messo in gioco, come è stata Katia che è arrivata addirittura a vestire i panni di una Barbie pur di far ridere. No perché alcuni non sono riusciti a integrarsi con lo spirito dello show, a stuzzicare la risata vicendevole, come ad esempio Luca Ravenna (come ha detto lui stesso, l’invitato alla festa che non conosce nessuno e sta in un angolino tutto il tempo). Inoltre la domanda che tutti poi si son posti è: “ma Frank Matano lo sto vedendo ridere solo io?”, quando concorrenti, come la Giraud, sono stati espulsi per molto meno. Il vincitore del programma è stato (insospettabilmente) Ciro dei The Jackal che in una lotta all’ultimo sorriso ha sconfitto Katia; ma per noi l’unico vincitore è solo Elio.

In "LOL – Chi ride è fuori" si riesce ad intercettare un sotto-testo che richiama i gialli di Agatha Christie, stile Dieci piccoli indiani, ma anche, per la parte della sala di controllo con Mara Maionchi e Fedez, al film Saw- L'enigmista. Troviamo quindi delle meccaniche con risvolti, manipolazioni e mosse astute da prevedere, che si distendono nel tempo e che trasformano il gioco in una serie divisa in puntate. Nella prima parte dell’esperimento non si ride quasi mai; il gioco vero inizia quando i vari comici iniziano a spogliarsi, come ad esempio Elio che si toglie il quadro della Gioconda e la tunica da Monnalisa. Dopo una serie di performance geniali nella loro semplicità, finalmente i comici cadono come mosche, sorridendo con soddisfazione, vittime delle loro stesse battute. Molto spesso ridono anche per la comicità involontaria, come avviene all'attrice e imitatrice romana Caterina Guzzanti. Ovviamente, vista la presenza di comici veterani del palcoscenico italiano, non possono mancare i tormentoni: nell'era dei social sono diventati subito virali ed è impossibile non ritrovarsi nelle gif in rete i meme delle scene più visualizzate e celebri del game show. LOL di Prime Video però non è una vera novità, ma è basato sul format giapponese di nome Documental, ideato dal comico Hitoshi Matsumoto. Questo fattore ha fatto anche suscitare delle critiche nei confronti della versione italiana, perché diversi sketch messi in scena dai nostri comici sono comparsi anche in edizioni straniere, come in quella tedesca. Durerà per molto questa “LOL mania”, o sarà come succede con le hit tormentone, dove si arriva ad un innamoramento collettivo al limite dell'ossessione che si consuma in fretta nel giro di qualche settimana? Non lo sappiamo ancora, ma la cosa certa è che LOL– Chi ride è fuori è riuscito, senza fare alcun riferimento alla pandemia, alla crisi e alla politica, a donare delle risate liberatorie di cui tutti noi avevamo bisogno.

Manuela Poidomani, Noemi Spasari, Simona Adele Tavola 17/04/2021

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