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L’umanismo e l’umorismo di Chaplin e del suo Charlot, su Sky Arte HD

“Charlie Chaplin e la nascita di Charlot” rivive su Sky Arte HD. Il documentario di Serge Bromberg ed Eric Lange, andato in onda il 31 gennaio, racconta l’incredibile storia dell’artista britannico venuto dal nulla che inventò il cinema.
A ritmo dei fotogrammi che ne immortalano le gesta, l’inconfondibile omino con i baffi, nei pantaloni larghi e sformati, la giacca attillata, la bombetta troppo piccola, le scarpe troppo grandi per i piedi rigorosamente divaricati e il bastone, si muove a scatti più come un pupazzo animato che come un elegante signore.
Chaplin ispirandosi alla povertà sceglie d’impulso il costume e il trucco da vagabondo sfortunato, dall’aria tenera, miserabile e impataccata che lo renderà famoso fino a diventare il suo alter ego cinematografico. A quel tempo in Inghilterra c’erano tanti senzatetto che però indossavano la cravatta, in altre parole mantengono sempre una dignità e questa è la componente principale del suo personaggio.
Il vagabondo birichino compare per la prima volta sullo schermo nel cortometraggio “Kid Auto Races at Venice” di Henry Lehrman del 1914.
Con Charlot, Chaplin crea una maschera, un originale personaggio multiforme che davanti alla macchina da presa si infiamma di idee folli ed è sempre coinvolto in una nuova avventura.
Charlot è estroverso e introverso insieme. Non solo, è un gentiluomo, un poeta, un sognatore, un Pierrot, un soldato, un musicista, un panettiere, un uomo solitario; non disdegna di rubare una caramella ad un bambino, bere un bicchiere di troppo e se l’occasione lo giustifica, è capace di prendere una signora a calci nel sedere.
In base al ruolo Charlot esprime con le smorfie le sue emozioni e arricchisce l’intreccio comico di sfumature sentimentali, pietà, amore, umanità.
Insieme alla farsa mette la dimensione sociale; l’attore-regista non teme di criticare l’alta società e il capitalismo o di deridere i dittatori. Tutto ciò che fa si basa sulla realtà ed è forse questa la chiave del suo successo.
Il più grande maestro della pantomima con Charlot dà vita ad una figura universale che ha reso quest’arte un linguaggio sincero, immediato e soprattutto comprensibile ad ogni abitante del mondo; dimostrando come le parole non servano nei suoi film poiché non aggiungono niente alla comprensione.
Chaplin ha lo straordinario talento di individuare nei comportamenti delle persone quegli aspetti che sono senza tempo, universali. Per lui il tema della vita è il conflitto e il dolore, e tutta la sua tragicomicità, con i tempi che rasentano la perfezione, si basa su queste cose.
Mette i personaggi nei guai per poi tirarli dall’impaccio, inscenando un “allegro dolore” tra lacrime e risate. La sua comicità è semplice, dolce, spontanea, ed è sorretta da una profonda malinconia che affonda le radici nella sua gioventù segnata dalla perenne crisi tra miseria e amare privazioni. Il documentario la ripercorre tutta, attraverso ricercati filmati d'epoca, curiosi aneddoti e fotografie dal set, fin dal primo “Per guadagnarsi la vita”.
Su Sky Arte HD l’omino baffuto che ha commosso il mondo con la sua visionaria poesia è tornato sui suoi intramontabili passi con quella camminata buffa e inconfondibile e come sempre la sua presenza è stata leggera e profonda, come un buquet di fiori.

Livia Filippi 01/01/2016