Sanremo 2017 è un calderone colorato, a volte brillante e a volte polveroso. Dentro vengono buttati gli ingredienti più diversi, studiati ad hoc per piacere un po' a tutti. Non sempre questo meccanismo riesce: spesso gli elementi sembrano inseriti a caso, in maniera del tutto estemporanea, capita che siano svolti male, poco elaborati. Le sorprese, però, davvero non mancano.
La seconda serata ha inizio con l'incantevole esibizione dell'illusionista Hiroki Hara che, tra farfalle e petali al vento, ci lascia a bocca aperta, pronti ad essere investiti dalle prime gag troppo impostate della coppia Conti-De Filippi. La signora Mediaset risulta spesso a disagio, con troppi sguardi verso il basso, ma il suo atteggiamento cambia radicalmente quando accantona i siparietti e veste i panni che più le si adattano: quelli della presentatrice. Ci sentiamo subito a C'è posta per te, pronti a veder spuntare una schiera di bambini vestiti da folletti che lanciano petali di rosa. D'altro canto, però, è Carlo Conti – il cui colore naturale è ormai un folle testa di moro - il padrone di casa e non smette un secondo di ricordarcelo.
Poi, a pochi minuti dall'inizio della diretta, sul palco quest'anno poco fiorato dell'Ariston, compare Francesco Totti e, da presenza immotivata, stende tutti con ironia e diventa uno degli elementi più di successo dell'intera serata. Er Pupone è sciolto, non si prende sul serio. Quel capitano ben disposto al gioco e allo scherzo fa da sfondo a momenti che ricorderemo: una gara a chi tira più lontano diventa una pallonata di Federico Russo in faccia a Massimo Giletti e Cheope diventa Sciopé. Il web impazzisce.
Meno coinvolgente è il trio Brignano, Cirilli e Insinna che tra ironia romanesca e un mash up che ricorda la tradizione spreca l'occasione e si avvicina pericolosamente alla noia. Agli illustri ospiti internazionali – lo stralunato Robbie Williams “baciatutti” e un Keanu Reeves imbolsito al basso - viene dato poco tempo, speso non sempre nel migliore dei modi.
La terza serata si apre con le voci angeliche del Coro dell'Antoniano e continua la strana sfilata di anziani portentosi: dopo “l'eroe del quotidiano”, che in 40 anni non ha saltato un giorno di lavoro, presentato durante la seconda serata, arriva l'ostetrica dei record con più di 7600 nascite alle spalle e la tenera vecchina di 105 anni che, dopo aver visto il mare e incontrato il Papa, non desiderava altro che stare in prima fila a Sanremo.
Tra coloratissimi strumenti riciclati dal Paraguay e la breve e poco intensa apparizione di Marco Giallini e Alessandro Gassman per presentare Beata ignoranza, il nuovo film di Massimiliano Bruno, nella terza serata si corre a ritmo quasi forsennato: le cover sono tante e sembra non ci sia nemmeno il tempo di far uscire Zarrillo di scena. Sul podio della serata salgono Marco Masini (Signor tenente di Giorgio Faletti), Paola Turci (Un'emozione da poco di Anna Oxa) e, al primo posto, Ermal Meta (Amara terra mia di Domenico Modugno). Vengono, invece, definitivamente escluse dalla gara le due coppie: Nesli & Alice Paba e Raige & Giulia Luzi.
Il grande ospite della serata è Mika che – sullo sfondo colori pastello – ci incanta e ci intrattiene con il suo essere deliziosamente pop. Non ci sono dubbi: è uno showman. Approfitta della sua presenza sul palco per lanciare un messaggio sulla bellezza della diversità: “Se qualcuno non vuole accettare tutti i colori del mondo, lo lasciamo senza musica”. Verso la fine dello show arriva anche l'italo-irlandese LP e, tra un successo e l'altro, si impegna in una gara di fischi con Carlo Conti.
Mentre è ancora in corso la gara, irrompono sul palco Luca e Paolo e, oltre alla solita ironia cattivella, sorprendono con un “Discorso sulla paura”. Sarcastico e intelligente, attuale: riflette sul senso della vita guidata dal timore per il quotidiano, nella metropolitana, delle certezze, delle fughe, della perdita, degli ismi, di Raige e Giulia Luzi. Interviene Maria, che ha paura degli uomini che non capiscono che amare una donna è amare prima di tutto la sua libertà. La gag comica diventa una riflessione curata e ben riuscita.
Il successo di Sanremo si registra nei dati Auditel della seconda e della terza serata, in calo rispetto alla prima: la media dell'8 febbraio si aggira attorno ai 10.367.000 telespettatori con il 46,6 % di share. La prima parte è stata seguita da 11.708.000 telespettatori con il 46,04% di share e la seconda da 5.826.000 con il 50,61%. La terza serata – che in tanti hanno definito troppo lunga, ai limiti dello sfinimento – registra il 49% di share (meno della prima serata ma più dello scorso anno) e ha visto incollati davanti allo schermo 12.751.000 spettatori, con il 49.74%, nel primo blocco, e 5.418.000 spettatori, con il 49.35%, nel secondo.
Viola Barbisotti
10/02/2017