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Da “Generazione-Bellezza” alle “Meraviglie”: come la tv racconta il patrimonio culturale italiano

Arte, cultura, patrimonio, paesaggio. Sono queste le parole chiave di "Generazione Bellezza", programma tv su Rai3, scritto e condotto da Emilio Casalini, che si sviluppa in due stagioni andate in onda tra il 2020 e il 2022. Si parte dal mito di Polifemo, si attraversano le vette italiane, e si torna in Sicilia, in un viaggio in cui si fa leva su alcuni aspetti (e difetti) della narrazione culturale italiana. Non sempre, infatti, il Bel Paese riesce a raccontarsi e a trarre valore dai luoghi meravigliosi di cui è ricco; l’occasione quindi è quella giusta per parlare di nuove modalità di marketing territoriale, di comunicazione turistica e fruibilità dei luoghi di cultura, ma non solo. Al centro del programma anche il tema della contemporaneità, e di come l’uso di nuove tecnologie (come lo smartphone che consente di realizzare selfie) abbia cambiato la percezione dei posti che viviamo per piacere, e per conoscenza. Non si parla più di condivisione della memoria, ma di attestazione di presenza, modificando in tal senso il modo in cui ci approcciamo ai viaggi, all’esplorazione, all’essere parte di qualcosa. Generazione-bellezza-Paolo-Fresu-e-Emilio-Casalini-a-Berchidda.jpeg

Essere in grado di raccontare un luogo, per Emilio Casalini – già giornalista, fotoreporter e autore di documentari – significa non solo far parte di una comunità, ma mettere in risalto le potenzialità economiche di quel posto. Dagli antichi mestieri, alle guide turistiche ad alta quota: tutto può diventare indotto, sviluppando e rafforzando l’imprenditoria culturale italiana, troppe volte messa da parte. Il settore, però, si nutre di moltissime risorse umane e creative che, invece, hanno colto l’opportunità, trovando un equilibrio tra la tutela del patrimonio artistico, naturale e culturale e la valorizzazione di questi beni preziosi. Emilio Casalini, quindi, fa eco alle storie delle persone che hanno dato valore a questa immensa bellezza che è l’Italia, stimolando a una prospettiva diversa, perché solo cambiando punto di vista riusciremo a godere delle bellezze che ci circondano. 

Il format Generazione bellezza si articola in episodi della durata media di venti minuti e alterna momenti di ripresa del luogo in cui è ambientata la puntata, con la voce di Casalini che guida lo spettatore e gli illustra le meraviglie del posto, a interviste. I personaggi intervistati sono uomini e donne simbolo del cambiamento del luogo; imprenditori, artigiani e avventurieri che hanno deciso di mettersi in gioco e rinnovare il territorio in cui si trovano, provocando come diretta conseguenza un importante ritorno economico. Casalini, nelle sue domande, pone sempre l’attenzione sulle ragioni che hanno spinto questi uomini al cambiamento, segnalandone i benefici economici e sociali e portandoli poi a fare un confronto tra il passato e il presente. L’approccio classico delle interviste si alterna a un’impronta più moderna che, probabilmente, cerca di fare appiglio su un pubblico più giovane. In numerosi momenti della puntata, infatti, Casalini parla direttamente al suo cellulare in quella che è la simulazione di una storia di Instagram, con tanto di hashtag segnalati sullo schermo. La conduzione di Casalini si distingue anche per la sua volontà di mettersi in gioco e immergersi nel luogo e nelle esperienze che racconta. Ad esempio, nell’episodio del 30 dicembre 2021 Un paese in vetta in cui si racconta la vita di Arco, un paesino del Trentino, al termine della puntata Casalini decide di affrontare lui stesso una piccola scalata sulla montagna. Il racconto dei luoghi non è mai distante, ma sempre immersivo, basato tanto sulle parole quanto sulle immagini. 

La bellezza è dunque a due passi dal nostro comune agire quotidiano. Spesso, però, presi dalle frettolose dinamiche del mondo, ci dimentichiamo di rallentare la corsa, per fermarci a osservarla, al fine di preservarla e valorizzarla. Essa è radicata, da secoli, in un ricco patrimonio di tradizioni artistico-culturali che fondano, in maniera indissolubile, la salda identità di un territorio. A farsi portavoce del mantenimento costante di queste tradizioni, sono le vivaci comunità dei piccoli borghi che affollano la nostra penisola, rendendola uno scrigno di tesori inesplorati. Luoghi magici, immersi in ambienti naturali che sembrano vivere in perfetta armonia con l’uomo. I protagonisti indiscussi di tali pulsanti località sono i contadini, gli artigiani, gli agricoltori, o semplici cittadini legati al respiro profondo di una terra natale che non vogliono lasciare allo stato brado. Persone comuni, dunque, che investono tempo ed energia nello sviluppo e salvaguardia del colorito folklore e di antichi mestieri. Per ognuno di loro, c’è in ballo una missione importante: attivarsi in prima linea per garantire la sopravvivenza di attività indispensabili al sostentamento economico. Allevare mucche, lavorare il legno in bottega, o rispolverare antichi rituali e leggende, significa, allora, impiegare con intelligenza gli strumenti e valori del passato, al fine di incrementare le ricchezze del presente. Non a caso, in molte regioni c’è un grande interventismo da parte degli apparati amministrativi, che - ben consapevoli delle potenzialità territoriali che hanno sotto mano – non mancano di appellarsi a innovative strategie di marketing, o a mirate campagne di comunicazione, per alimentare l’immagine di paesaggi turisticamente attivi. Allora, non siamo di fronte a puri ritratti da cartolina da contemplare, ma a realtà dinamiche, che si mobilitano costantemente per crescere e sviluppare idee che sappiano coniugare l’antico e il contemporaneo. In altre parole, innovare non significa per forza rompere con il passato. A volte basta poco per rendere unico un luogo. La cura per i dettagli, forse, è l’unica arma vincente. 

Già altri linea-blu-1200-690x362.jpgprogrammi si sono occupati e si occupano di patrimonio artistico, storico e culturale, ma con un approccio diverso rispetto a quello utilizzato da Generazione Bellezza. Pensiamo, per esempio, agli spin off di Linea Verde, che parla di mare con Linea Blu condotto da Donatella Bianchi, e di montagna con Massimiliano Ossini e la sua Linea Bianca. O lo storico e indimenticabile Sereno Variabile di Osvaldo Bevilacqua che, dal 1978 al 2019, ha fatto viaggiare gli italiani, alla scoperta di monumenti storici, bellezze naturali e prodotti tipici regionali. E ancora Le Storie di Melaverde, in onda su Rete 4 o i Borghi d’Italia su Tv 2000. Insomma, ogni rete televisiva dà spazio, all’interno del palinsesto, al territorio italiano, scegliendo un angolo ben preciso. 

D'altronde il viaggio di scoperta e valorizzazione della penisola italiana ha una lunga tradizione televisiva fin dalla nascita del piccolo schermo. Viaggio nella valle del Po, infatti, è uno dei primi reportage enogastronomici e ha ispirato molte importanti trasmissioni successive.  

Realizzato per la RAI dallo scrittore e intellettuale Mario Soldati nel 1957, a solo tre anni dalla nascita della televisione in Italia, il programma ha acquistato fin da subito un’importanza notevole nel panorama televisivo e non solo, diventando un prezioso documento antropologico per raccontare la nostra penisola, in quanto attraverso la ricerca del cibo e del vino ha contribuito ad accompagnare gli italiani nella scoperta del loro Paese. 

Una colonna portante del panorama televisivo più recente, invece,  è Linea Verde, un programma che va in onda su Rai 1 il sabato e la domenica da oltre mezzo secolo. La trasmissione si pone come principale obiettivo quello di raccontare il territorio italiano a partire dall’agricoltura e dal reparto enogastronomico ed agroalimentare, aspetti fondamentali per l’economia italiana. Accompagnando i pranzi delle famiglie di tutto il Paese da lungo tempo, una particolare attenzione è inoltre riservata alle nuove frontiere legate alle politiche culturali, energetiche ed ecologiche.

Italia che vai, in onda il sabato pomeriggio sempre su Rai 1 dal 2003 al 2007, è stata una trasmissione dedicata alla scoperta del paesaggio della penisola italiana al fine di  esplorarne, oltre che le tradizioni gastronomiche, anche i costumi e la cultura delle diverse e numerose località raccontate, con l’aiuto delle parole di  personalità del posto o di noti esperti.  

In Provincia Capitale, andato in onda in prima visione per Rai 3 dal 2016 al 2019 e poi successivamente in replica su Rai Storia, Edoardo Camurri parte alla scoperta delle province italiane e delle loro molteplici e sfaccettate identità locali. Attraverso un intreccio tra presente e passato e dando largo spazio ad interviste a personaggi di spicco del territorio, la trasmissione vuole raccontare la storia e il folklore dei luoghi visitati, al fine di trasmettere al pubblico la loro particolare idea di  identità di capitale.  

Ma l’Italia possiede anche un patrimonio storico e artistico conosciuto in tutto il mondo, divenuto protagonista di molte trasmissioni televisive.

Viaggio nella grande bellezza, ad esempio, è un documentario a puntate curato da Giuseppe Feyeles e condotto da Cesare Bocci, che ne è anche ideatore. Si tratta di una serie di docu-viaggi che conducono gli spettatori alla scoperta dei luoghi nascosti e dei tesori della penisola italiana, evidenziandone le peculiarità. Il programma è andato in onda su Canale 5 a partire dal 18 dicembre 2019 ed ha concluso la sua terza stagione lo scorso 26 maggio. 

Alberto Angela conduce invece Meraviglie – La penisola dei tesori, un programma televisivo documentaristico in cui il noto conduttore si spinge alla ricerca delle “Meraviglie” presenti in Italia, e che la rendono una vera e propria “penisola dei tesori”. Il programma, giunto quest’anno alla sua quarta edizione, si articola come un viaggio tra l’arte e le bellezze naturali dei siti riconosciuti dall’Unesco come patrimoni dell’umanità. ulisse-il-piacere-della-scoperta-alberto-angela-rai1-1.jpg

Sempre Alberto Angela conduce l’ormai storico Ulisse - Il piacere della scoperta, il noto programma in stile documentario ideato insieme al padre Piero. Nella sua formula iniziale - quella delle prime nove stagioni andate in onda tra dal 2000 al 2009 - il programma prevedeva una o più puntate su un particolare tema (che poteva essere di storia, preistoria, antropologia, arte, geologia, fisica o astronomia), di cui se ne indagava di volta in volta un diverso aspetto. Le informazioni venivano raccontate da Alberto Angela attraverso filmati sul posto, ricostruzioni con voce fuoricampo o spezzoni di film. 

Con il 2009 la formula è cambiata e il fulcro del programma è divenuto uno studio televisivo dall’aspetto di un Foro Romano. Le singole puntate hanno cominciato a trattare un ventaglio di argomenti, allontanandosi dall’iniziale impostazione monotematica. Inoltre, si è deciso di inserire un filo conduttore, creando dei collegamenti tra le questioni affrontate, in modo che ogni episodio apparisse come uno sviluppo del precedente. Il nuovo formato prevedeva poi l’introduzione di una rubrica interamente dedicata a Leonardo da Vinci. Ma la cosa più importante è stata un cambio nell’impostazione del racconto da parte del conduttore: in questa formula rinnovata Alberto Angela utilizza uno stile diretto, asciutto e coinvolgente, che catapulta lo spettatore nel luogo e nel tempo dell’evento narrato. 

Passepartout, infine, è stato un programma settimanale andato in onda sulla Rai tra il 2001 e il 2011. Composto da puntate di 30 minuti, raccontava temi specifici tratti dal patrimonio culturale, dalla storia, dalle notizie di cronaca e dalle mostre in corso in Italia. Il conduttore Philippe Daverio utilizzava uno stile immediato e un linguaggio semplice per creare collegamenti tra forme d’arte d’ogni tempo.  

Maria Antonia Danieli, Giulia Gambazzi, Silvia Guzzo, Marika Iannetta e Alessandra Mammoliti

03/06/2022