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“Villa dolorosa”: tre compleanni falliti per sorridere e riflettere sulla complessità della vita

In una Germania dei nostri giorni, una grande villa con un grande soggiorno addobbato a festa e appunto una festa di compleanno con una famiglia un po’ particolare, composta da tre sorelle e un fratello. Questo è lo scenario in cui si colloca “Villa dolorosa-Tre compleanni falliti”, spettacolo di Roberto Rustioni, che ha chiuso la rassegna “Le vie dei festival” e ha inaugurato la stagione del Teatro Vascello di Roma. “Villa dolorosa” , liberamente tratto da le “Tre sorelle” di Cechov, è la storia di una famiglia e dei suoi componenti, raccontata attraverso tre compleanni, o meglio tre compleanni falliti. La festeggiata è Irina, una ragazza di ormai ventotto anni, viziata, radical chic, che trascorre le sue giornate a poltrire sul letto, a pensare e a parlare, senza sapere ancora realmente cosa volere dalla vita.
Intorno a lei ci sono le sue sorelle: la più grande Olga, professoressa brillante che rischia di diventare preside, e che alla soglia dei quarant’anni inizia a sentire il peso della maturità, delle responsabilità, di un lavoro che non le piace e della solitudine sentimentale e Misha , la più piccola, che a vent’anni, accecata dall’amore, si era buttata tra le braccia di Martin, un uomo mediocre che ora non ama più, è insoddisfatta, alla ricerca di un lavoro e inconsciamente depressa. Poi c’è Andrej l’unico fratello maschio, un eterno ragazzo, colto, aspirante artista e scrittore. I loro genitori sono scomparsi in un incidente d’auto pochi anni prima, lasciandogli in eredità la villa e i loro particolari nomi, a causa della loro passione per i romanzieri e la letteratura russa.
I quattro ci vengono presentati così sulla scena durante i festeggiamenti del ventottesimo compleanno di Irina, con una festa che non ha le caratteristiche di una festa consuetudinale, non si balla, non ci sono amici, ma è una festa che appare come un momento di confronto familiare, in cui tra brindisi e regali, i fratelli si confidano, esprimono le loro insoddisfazioni, le loro paure, i loro sogni, i loro obiettivi, la loro vita. Ma a movimentare la situazione subentrano due figure esterne, Georg, amico di Andrej, un uomo sposato che fa innamorare di nuovo Misha, e la fidanzata di Andrej, Janine, ragazza umile, ma determinata e autoritaria.
Se durante questo primo compleanno i personaggi e le loro esistenze ci vengono presentate, nel successivo ci vengono mostrate le loro evoluzioni, le loro tensioni, le loro dinamiche relazionali, fino a raggiungere il culmine nell’ultimo compleanno, il terzo, per i 30 anni di Irina. La festeggiata sdraiata a terra non vuole festeggiare e dopo l’ennesima delusione, prende coscienza del fallimento della sua esistenza, così come Olga, ormai preside insoddisfatta e frustrata, Andrej, divenuto un uomo pieno di cicatrici dopo il matrimonio e la paternità, e Misha sempre più in preda al tormento e all’inquietudine. Emblematica è la scena finale, quando, dopo il tentato suicidio di Misha, i quattro, iniziano un gioco etilico in cui sbeffeggiano e prendono in giro Janine e Georg, gli unici personaggi estranei al nucleo familiare, mentre si abbracciano tra di loro, proprio ad indicare la loro incapacità di relazionarsi con il mondo esterno. Stanno bene e riescono ad essere se stessi solo tra di loro, solo all’interno del loro nido domestico, caldo, accogliente e protettivo, dove poter sempre tornare a rifugiarsi. Non a caso l’unico spazio rappresentato in scena è la loro casa, e i personaggi sono collocati sempre all’interno di essa, il mondo esterno non si vede mai se non dalla finestra proiettata sul fondo della scena.
In questi tre atti unici la presenza di Cechov rimane comunque forte, e ,anche se sapientemente rielaborata da Rebekka Kricheldorf, è presente nei personaggi, nell’umanità complessa e ricca di sfumature, nell’atmosfera tragicomica , dove spesso si fondono elementi drammatici e malinconici con altri più leggeri, ironici, comici. “Villa dolorosa” infatti non è affatto uno spettacolo doloroso o triste, anzi, riesce con toni divertenti e battute folgoranti, a trattare temi importanti e a far riflettere sull’amore, sul lavoro, sul futuro dell’umanità, sulla falsità del mondo, sulla quantità di maschere e convenzioni che ci circondano, sulla nostra incapacità di guardare in faccia la realtà e trovare la forza per affrontarla, reagire e cambiarla, il tutto tra citazioni filosofiche, gag e fiumi d’alcool.
Roberto Rustioni dà vita ad una regia raffinata, delicata, riuscendo a far riflettere e al contempo divertire grazie alla bravura dei suoi giovani brillanti attori, i quali sono capaci di rendere benissimo la malinconia e il tormento dell’incapacità di relazionarsi con il mondo esterno. “Villa dolorosa” quindi è uno spettacolo che prova a descrivere la vita e ad analizzarla, ma la vita è complessa, sfugge, come affermava Cechov, e allora non resta che festeggiare, brindare, ballare e stringersi nel calore delle braccia familiari.

Maresa Palmacci 08/10/2015

VILLA DOLOROSA 
Tre compleanni falliti
liberamente tratto da Tre sorelle di Čechov
uno spettacolo di Roberto Rustioni

di Rebekka Kricheldorf
traduzione Alessandra Griffoni
adattamento e regia Roberto Rustioni
con Federica Santoro, Roberto Rustioni, Eva Cambiale, Carolina Cametti, Emilia Scarpati Fanetti, Gabriele Portoghese,
assistente alla regia Gabriele Dino Albanese
in collaborazione con Associazione Olinda Onlus e Cadmo/Le Vie dei Festival
progetto ideato nell'ambito Fabulamundi Playwriting Europe 2014
residenza Carrozzerie n.o.t.
Al Teatro Vascello dal 6 al 13 ottobre 2015

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