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Vecchie scene e nuovi scenari: il 2015 a teatro

E’ tempo di resoconti: sì, perché anche coloro che si mostrano più restii ai countdown convenzionali e alle abbuffate di ricordi, anche per quelli che in questo periodo dell’anno si sentono più Grinch che Babbo Natale una spolverata è d’obbligo, e mentre un occhio punta già a un nuovo anno tiepido di aspettative, l’altro si volta a rovistare tra immagini, emozioni per capire quali valga la pena portare con sé.
Se è vero che abbiamo imparato a ben nutrire il nostro corpo con prodotti biologici e rigorosamente privi di olio di palma, al tempo stesso abbiamo goduto di un menù ricco in questo 2015 per alimentare in modo sano la nostra anima e quale modo migliore di una comoda poltrona, un palco dalla luce soffusa e nuovi immaginari da esplorare.
La metafora culinaria non è un caso ma la maniera calzante per introdurre uno degli spettacoli più scenografici e singolari della scorsa stagione: “Cuisine & Confessions” della compagnia di teatro-circo del Québec Les 7 doigts de la main, messo in scena a Novembre al Teatro Brancaccio in occasione del Romaeuropa Festival 2015. Una scenografia del tutto fuori dal comune, realizzata con una cucina interamente funzionante, fornita di frigo, forno, lavello, utilizzata dagli artisti per preparare veri e propri cibi da condividere col pubblico e lasciare così impresso agli spettatori un ricordo arricchito di profumi e sapori.
Questo show sfruttando la preparazione tecnica di acrobati straordinari e la cucina, fucina creativa e luogo di ritrovo nelle nostre case, è stato in grado di far divertire creando un’atmosfera esilarante, dando colore alla quotidianità e condensando ogni piatto, odore, ogni gusto in un pentolone di racconti, in un assaggio di realtà e culture diverse. Un mix di ingredienti esplosivo che prova come sia possibile trasformare gli aspetti più semplici della vita in una magia in grado di sorprenderci.
Al calore e alla meraviglia di un’esibizione ricca di stupore, si contrappone uno scrigno di emozioni più intime ma altrettanto potenti spostando la mente alla stagione estiva, tempo in cui il Silvano Toti Globe Theatre ha riaperto il suo occhio sul cielo mettendo in scena la tragedia shakespeariana “Re Lear”, in un’ottica puntata sull’individuo e sul risvolto psicologico dell’azione umana.
Una pièce capace di bussare alle coscienze, senza dettagli scenografici, senza sfarzo di costumi, un adattamento spoglio di ricercatezze estetiche ma fortemente emotivo nella recitazione e nell’utilizzo dei suoni, dei silenzi, sfruttati come mezzi atti a scandagliare gli animi, a mettere a nudo la natura dell’uomo in tutte le sue debolezze.
La regia di Daniele Salvo, il giovane e talentuoso cast di attori hanno saputo esplorare il cuore di questa opera, la sua attualità tematica, la vera essenza dei versi di Shakespeare riuscendo a trasmettere quel messaggio che resta immutato nel tempo, ma soprattutto a far scaturire nello spettatore una riflessione intensa e un senso di timore per quella cecità dell’anima da cui spesso l’individuo si lascia travolgere.
Questi sono solamente due dei tanti appuntamenti con cui il teatro è riuscito ad affascinare il pubblico in questo anno giunto ormai al termine e nell’attesa che il 2016 apra il suo sipario artistico l’augurio alle scene è di saper sempre affermare la novità nella ricchezza della tradizione, per un’educazione sensibile in grado di cristallizzare i valori reali contro una società frenetica e disorientata.

Giada Carlettini 30/12/2015

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