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“Troppu trafficu ppi nenti”: la sicilianità shakespeariana

E se William Shakespeare in realtà fosse siciliano? È la domanda che si sono posti lo scrittore empedoclino Andrea Camilleri e il regista catanese Giuseppe Dipasquale, divertendosi a immaginare uno dei più famosi drammaturghi del mondo nei panni di Michele Agnolo Florio Crollalanza: uomo di origine quacquera che per sfuggire alle persecuzioni religiose che lo attanagliavano, visse gran parte della sua vita a Messina, a Venezia, a Verona, a Stratford e a Londra, scrivendo numerosi drammi.
Fu proprio a Stratford che l'uomo prese il nome che oggi tutti associano al drammaturgo inglese. Pare, infatti, che Crollalanza fu ospitato di buon grado da un oste ubriacone che molto gli ricordava il figlio morto 'William'. Successivamente il suo cognome fu tradotto da 'Scrolla - lanza' a 'shake the speare' da qui, dunque, William Shakespeare. Tropputrafficuppinenti2 2
Una trovata tanto singolare quanto molto divertente che prende forma prima come un libro scritto a quattro mani da Camilleri e Dipasquale dal titolo 'Troppu trafficu ppi nenti' e poi sotto forma dell'omonima opera teatrale che il 22 giugno ha aperto la nuova stagione del Silvano Toti Globe Theatre di Roma, unico teatro elisabettiano presente in Italia sotto la direzione artistica di Gigi Proietti.
Lo spettacolo, diretto da Giuseppe Dipasquale e in scena fino al 2 luglio con Roberta Andronico, Filippo Brazzaventre, Pietro Casano, Valeria Contadino, Federico Fiorenza, Luciano Fioretto, Valeria La Bua, Mimmo Mignemi, Giorgio Musumeci, Luigi Nicotra, Gian Paolo Poddighe, Carlotta Proietti, Ruben Rigillo, Valerio Santi e Giovanni Vasta, altro non è che la famosa opera: 'Tanto rumore per nulla', commedia romantica firmata da William Shakespeare nel 1598 e ambientata a Messina.
E così, immersi nella particolare atmosfera del Silvano Toti Globe Theatre che permette di respirare l'odore storico e inconfondibile del teatro elisabettiano, le luci si abbassano e s'inizia a narrare dell'amore tra la bella Eru e il giovane Claudiu. Un amore minacciato dalle calunnie di Don Giuvanni Bastardu, impegnato a mettere in cattiva luce l'onestà della ragazza, portandola a fingersi morta dopo aver prima ricevuto l'accusa di non essere pura e poi abbandonata sull'altare dal suo amato. Tropputrafficuppinenti3
Gli eventi si susseguono con ritmo travolgente in un palco che per l'occasione è stato trasformato in una Messina esotica, fatta di colori, luci e suoni tipici delle lontane terre del sud. Il quadro di stampo mediterraneo che si viene così a formare davanti agli occhi del pubblico, è arricchito dagli attori che recitano in un perfetto, o quasi, messinese. Compito arduo e scivoloso che più di una volta sorprende, riuscendo a diventare motivo di applausi generosi.
Tutto cattura l'attenzione: dall'intreccio degli eventi che racconta di amori e inganni, mescolando l'amaro della tragedia e l'esilarante della commedia, al clima e alla misteriosa e complessa lingua siciliana (il vero punto cardine sul quale verte tutta la drammaturgia).
'Troppu trafficu ppi nenti' riesce a rendere molto più vicina al popolo italiano un'opera unica e famosa in tutto il mondo.
Un lavoro geniale che, anche se solo per una sera, consente di cedere al fascino di una travolgente storia d'amore e all'orgoglio (seppur per motivi leggendari) di crederla scritta da un William Shakespeare siciliano.

Marilisa Pendino 25/06/17

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