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"Thanks for Vaselina": una bellissima pisciata controvento

L’unica cosa che rimane da fare una volta finiti nella spirale del fallimento è trovare uno spiraglio. Perché spirare davanti al contorto corso della vita significherebbe sparire.
Per questo “Thanks for Vaselina” non apre il sipario su due falliti – Fil e Charlie – ma sulla speranza che può offrire un usuale e comunissimo tentativo di rivalsa: l’illegale commercio di droga. Non c’è nulla di speciale oggi nel prendersi cura di piccole piantine di canapa piuttosto che di basilico. Come non si può imputare a una madre – Lucia – di preferire il gioco d’azzardo a un figlio. Sarebbe inutile poi stupirsi che una ragazza di trent’anni – Wanda – venga sputata fuori da un corso di autostima, conciata come campanellino Trilly. Tutto questo sarebbe stato sufficiente a ispirare Kandiskij? No. Mancava un uomo che, abbandonata la moglie al gioco e il figlio a un istituto cattolico, rispondesse alla chiamata di Gesù Cristo, che in thanksquel momento aveva bisogno di parlare soltanto con Annalisa.
In “Thanks for Vaselina” quindi c'è veramente tutto. Quello che “fotte il sistema” producendo e spacciando la droga assieme all'amico nazivegano. C'è il transessuale “inculato” dagli indottrinamenti alientanti e “svuotaportafoglio” alla scientology. C'è la cicciona disadattata e la madre snaturata. Ci sono una serie di realtà palpabili e reali. Se nemmeno uno dei vostri amici è qualcuno di loro, vuol dire che lo siete voi probabilmente.
Così Carrozzeria Orfeo, attraverso la brillante scrittura di Gabriele Di Luca, porta in scena non un quadro del dimenticato astrattismo ma la cornice di un mondo in cui ogni giorno transitano le nostre vaccinate esistenze.
Le sei mani di Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi hanno diretto per più di ottanta repliche uno spettacolo che per scrittura e recitazione si merita tutti gli applausi (e forse anche qualcuno in più) che per quattro volte hanno riempito il Piccolo Eliseo, nell’afoso pomeriggio del 4 maggio. Usando la droga come semplice pretesto hanno dipinto il ritratto di un'Italia che è a noi ben più familiare di quello che crediamo: la crisi economica, la disoccupazione giovanile, la complicate dinamiche familiari, la vita, con ogni pesante conseguenza del suo divenire. E nel perfetto equilibrismo tra il far ridere e il lasciar riflettere, trova spazio anche l'oniricità in un piacevole gioco di suoni, creato con il semplice urto di cucchiaini e tazzine da caffè. Questa è l’artigianalità che rientra tra gli araldi di una compagnia, capace di rendere mestiere una professione che fonda le proprie radici nel sogno e nell’ideale.
E se la vita fosse davvero solo una grande “inculata”, grazie a loro ci ricorderemmo di avere sempre a portata un vasetto di vaselina. Fortunatamente Dio ha creato molti amanti, almeno l’amore mettiamolo noi.

Elena Pelloni ed Emanuela Platania 07/05/2016

Leggi qui l'intervista a Ciro Masella: https://www.recensito.net/index.php?option=com_k2&view=item&id=14854:ciro-masella-sogno-e-realta-di-un-attore-artigiano&Itemid=145 

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