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Tagliarini/Deflorian con "Il cielo non è un fondale", in Prima Nazionale per il Romaeuropa Festival 2016

Mentre il pubblico prende posto fra le sedie non troppo comode del Teatro India, sullo sfondo vi è un'unica enorme quinta movibile, rettangolare e grigia, alla cui sinistra una coppia è intenta a scambiarsi brevi parole, sulla destra, invece, un uomo sembra meditare qualcosa e, un po' più avanti, una donna appoggiata su di un termosifone, osserva la tribuna riempirsi. Si tratta rispettivamente di Antonio Tagliarini con Monica Demuru, Francesco Alberici e Daria Deflorian.
Quando quest'ultima sente giunto il momento, si avvicina in proscenio chiedendoci di chiudere gli occhi, lo farà più volte durante lo spettacolo ma, rassicura sorridendo, ci dirà anche quando aprirli. Tra una risata spontanea e le orecchie in maggior assetto, inizia un curioso viaggio che più volte ci porterà lontano da questa zona dominata dal vecchio Gazometro sulle rive del Tevere. Siamo ora nel giardino di via Arenula, ora in un appartamento umido, ora seduti al tavolo di un ristorante, ora invece a far la spesa sulle note di "Perchè no" o di "Calling you".00rad

Questo tipo di teatro è fatto con poco perché può contenere tutto, non si serve di effetti sorprendenti che affascinano perché la forza sta nell'uso abile della parola, nella capacità di ascolto e osservazione che si crea sul palco e che da esso si proietta. La forza è soprattutto nella padronanza dei movimenti, delle pause, delle espressioni.
Si guarda il palco e sembra di guardare in realtà un pendolo di Newton in azione: con quelle sue sfere in acciaio che si scontrano e oscillano, piene di segreti, appese a sottili fili di nylon appena visibili agli occhi nudi e sospese su eleganti basi monolitiche.
Conosciamo il claudicante generale Alon che a settanta anni vende rose, la riservata clochard polacca, il serio e intransigente cameriere Mohammed; scopriamo aneddoti su incidenti avvenuti, magici e sinistri incontri, rapporti complicati con i fastidiosi fili di corrente sparsi in casa o prese di coscienze fulminee.
Si tratta di un gioco teatrale in grado di far ridere e riflettere, che accompagna e accarezza, che obbliga a guardarci dentro attraverso l'osservazione del fuori e che, nell'attimo in cui ci giudichiamo, permette anche di perdonarci perché sorpresi a scoprire che il segreto per star bene, forse, non è sopportare il freddo ma accettare il bisogno del caldo. Così, la dissertazione sulla teoria del termosifone che ben presto diviene una poetica e ironica ode al radiatore, è talmente convincente da credere opportuno disseminare le città di caloriferi: “perché in giro nelle nostre città o cammini o compri così, invece, ti appoggi...”.
000radAccompagnati dal disegno luci discreto ed efficace di Gianni Staropoli e dalla voce sinuosa e modellabile della stessa Demuru - la quale sembra avere plastilina nelle corde vocali- i quattro talenti, ci catapultano nelle tante storie senza mai recitarle, ma raccontandole in maniera così naturale da non stupirci se per farlo, si resta letteralmente in mutande.
E come nel pendolo di Newton, anche in questo dispositivo teatrale, inerte ma in movimento continuo, con la sua regia invisibile ma onnipresente, gli elementi sono disposti in maniera da ottenere urti perfettamente elastici, da muoversi in armonia precisa, con ritmo e velocità fino al punto di arrestarsi progressivamente: ci si ferma, infatti, si finisce anche stesi a terra, ma poi ci si rialza, arrivando persino a danzare.
"Il cielo non è un fondale", profonda ricerca sulla rappresentabilità del reale, è un progetto composto da tanti tasselli fatti di laboratori site-specific e performance in cui il paesaggio diviene protagonista attraverso un'indagine sul rapporto tra figura e sfondo, divenendo solo dopo uno spettacolo definito, che si snoda attorno al concetto di "posto" inteso sia come luogo reale sia come spazio dell'anima.
Presentata al Théâtre Vidy a Lausanne e in Prima Nazionale per il Romaeuropa Festival 2016 al Teatro India/Teatro di Roma, la nuova creazione del duo artistico Tagliarini/Deflorian, insieme a Francesco Alberici e Monica Demuru, prosegue in scena all'Odeon Théâtre de l’Europe e al Festival d’Automne à Paris all’Atelier Berthier.
Ipnotiche sfere in movimento impossibile da non osservare...

Miriam Larocca 27/11/2016

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