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"A lasciare i miei libri mi sembra di morire un po’ meno quando morirò. Proprio come succede quando si lascia un figlio e si continua a vivere attraverso di lui." O. Fallaci

Maria Rosaria Omaggio entra in scena dal fondo, con una sigaretta accesa tra le dita: da qui in poi sarà un flusso di parole ininterrotto il suo, accompagnato dalla musica suonata al pianoforte da Cristiana PegoraroMusica e parole, dunque: la prima, quella cara alla grande scrittrice e giornalista italiana Oriana Fallaci (1929 - 2006), le seconde quelle che questa grande donna ci ha lasciato nei libri scritti in sessant’anni di carriera. 

Le parole di Oriana in concerto” è una narrazione fatta in prima persona in cui Oriana si racconta, ripercorre la sua vita, i suoi drammi, le difficoltà, ricorda gli uomini della sua vita. Nulla di inventato o di ricostruito a tavolino, bensì una sorta di collage sensato e omogeneo ottenuto mettendo insieme estratti di “Lettera a un bambino mai nato”, “Il sesso inutile”, “La rabbia e l’orgoglio”, “Autoritratto di una donna scomoda”, fino ad “Un cappello pieno di ciliege” (libro pubblicato postumo, nel 2008). In questo montaggio trovano spazio tanti temi cari alla scrittrice: l'Islam, la figura della donna, la vita di coppia, la maternità. E tanti sono gli episodi rievocati: la staffetta partigiana col nome Emilia, l'incontro con Paolo Nespoli negli anni Novanta (con lui avrà una storia d'amore lunga cinque anni), l'intervista di fuoco all'Ayatollah Khomeini (26 settembre 1979). In quell'occasione si tolse il chador che le era stato imposto di indossare, definendolo «uno stupido cencio da Medioevo»: gesto di sfida che solo una come lei poteva compiere. 

Le parole di Oriana in concerto 2

Sullo sfondo, come a voler rendere visivi quei pensieri, immagini (elaborate da Carlo Fatigoni e Vincenzo Oliva) che ripercorrono spaccati di vita della Fallaci e materiali appartenenti al bagaglio culturale e storico comune, come l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, episodio indelebile nella mente di tutti e che ha condizionato tantissimo la scrittrice.

Schiva, riservata, seria, dura, disciplinata, coraggiosa, indipendente, asociale quasi: questi gli aggettivi che la stessa Fallaci riserva a se stessa. Ma soprattutto: libera. Non una santa, non una guerriera, non un mito, ma una donna libera e pronta a battersi in difesa di questa libertà, una che scrive non per soldi né per fama, ma per dovere innanzitutto. Un dovere che l’aveva forse limitata nella vita privata, ma non al punto da tollerare chi la descriveva come una donna incapace di amare e completamente dedita alla carriera. In questo quadro non si riconosceva. Certo, era abituata a ritmi frenetici di lavoro, ad ore ed ore dedicate ininterrottamente alla scrittura, senza vedere nessuno né uscire. In quei momenti necessitava di assoluta solitudine: unica compagnia quella della sigaretta, anche 50 in un solo giorno. Ma da donna appassionata e passionale quale era, aveva anche molto amato e molto era stata amata, certo non al punto da pensare ad un matrimonio, mai preso in considerazione perché contrario ai suoi principi e al suo modo di concepire la vita. 

I momenti più intensi dello spettacolo sono quelli dedicati all’11 settembre 2001 e all’omicidio di Pier Paolo Pasolini. Il primo evento toccò la scrittrice da vicino, non solo perché si trovava proprio a New York in quel momento, ma perché era da tempo che si dedicava alla questione islamica e al rapporto tra integralismo ed Occidente, tema delicato riversato in pagine e pagine di libri ed interviste, profonde e per certi versi profetiche, entrate nella storia. Al poeta italiano è dedicato un ricordo particolarmente commosso e coinvolgente, visto che in prima persona la Fallaci collaborò alle indagini e fu la prima a denunciare il movente politico dell'omicidio del caro amico.

Le parole di Oriana in concerto” è un’occasione per approfondire questa figura per certi versi ‘scomoda’, personaggio italiano tra i più famosi nel mondo, a lungo studiato dall’interprete, che la porta in scena da ormai undici anni. Proprio Maria Rosario Omaggio dice: «Ho imparato che solo Oriana può raccontare la Fallaci e solo attraverso le fessure dello sguardo osservatore, arguto e sensibile della Fallaci è possibile rivelare Oriana nella sua natura più intima e quotidiana. Così la messa in scena diventa anche la riscoperta del suo instancabile lavoro, di tante pagine della sua grande opera, stimolando a leggerla o rileggerla. “Le parole di Oriana in concerto” è un omaggio ad una grande italiana, un’ammirata attenzione agli scritti preziosi che ci ha lasciato e che l’hanno resa famosa nel mondo intero».

Giuseppina Dente 07/05/2018

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