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La storia d’Italia attraverso la donna italiana, la storia della donna italiana attraverso l’Italia. Su un palcoscenico scarno, tre cornici vuote incastonano i volti di tre donne, profondamente diverse, ma infinitamente uguali, infinitamente distanti, ma profondamente vicine. Una sposa siciliana, una prostituita romana e una suora friulana. Ad unire i loro destini e a dividerli dalla vita, le due grandi tragedie del Novecento, la Prima e la Seconda guerra mondiale.

Con un’apparente semplicità Adriano Evangelisti mette in scena un testo (scritto della stessa attrice protagonista, Agnese Fallongo) la cui intensità si coglie nella forza evocativa dell'intreccio e nella brillante schiettezza dei dialoghi, ironici e commoventi al tempo stesso. Un'opera in cui il tempo incornicia lo spazio, ricostruendo la Storia attraverso le storie individuali di chi non comparirà mai nei libri scolastici, attraverso le tragedie, i rimpianti e gli amori impossibili di chi è stato inghiottito nel tempo universale dell’uomo. Storie nella Storia che rivivono in una trama sottile e fitta di emozioni, nella quale i tre personaggi femminili si sfiorano tanto forte da toccarsi ed influenzarsi reciprocamente, fino a rendere quel tocco effimero un colpo indelebile per il pubblico.

Ma è sulle spalle e sul talento interpretativo di Agnese Fallongo e di Tiziano Caputo che Letizia va alla guerra convince e commuove, mostrandoci due attori soli a recitare una complessa moltitudine di personalità.
Agnese Fallongo è ogni donna che si sta raccontando, persuadente come suora, toccante come sposa ed esilarante come prostituita. Con la sua interpretazione riesce ad attraversare l‘intera Penisola, recitando indifferentemente, con a medesima capacità, in romano, friulano e siciliano, dando l’impressione di percorrere senza fatica, in un’ora e mezza, un percorso travagliato lungo più di trent’anni.
Tiziano Caputo non è una semplice spalla, ma neanche una presenza ingombrante come potrebbe essere quella di un protagonista maschile: con la sua chitarra, suonata splendidamente dal vivo. è un uomo innocente e impotente di fronte alla Storia, come la donna stessa. Per questo, forse, tanto simile ad un bambino e tanto diverso da quel soggetto che porta su di sé la responsabilità delle atrocità della guerra.
Soli in un palcoscenico quasi disadorno, Fallongo e Caputo sembrano due mattatori, capaci di mettere in scena una duttilità dialettica che ricorda quella di Vittorio Gassman ed una spontaneità realistica e commovente che ricorda quella di Anna Magnani. I due attori si incalzano reciprocamente tra battute dialettali, confrontandosi in dialoghi dove le due voci si accavallano senza sovrastarsi l’un l’altra, quasi a ricordare il contrappunto di una melodia. Fallongo e Caputo dimostrano un feeling che giunge, a volte, a pensare le loro voci come due scintille capacj di unirsi all’improvviso a far ardere un fuoco. Una fiamma che riesce ad accendersi senz’altro quando le due voci cantano in splendidi duetti regionali, dal Friuli alla Sicilia, passando per Roma.

Ed è proprio a Roma che Letizia va alla guerra resterà fino al 17 febbraio, ospite al Teatro della Cometa, ma pronto per presentarsi in tutta Italia, dalla Sicilia al Friuli, e anche oltre.

Alessio Tommasoli 08/02/2019

Leggi l'intervista ad Agnese Fallogno: https://www.recensito.net/rubriche/interviste/letizia-va-alla-guerra-agnese-fallongo-teatro-della-cometa-roma-2-2.html

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