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I ricordi sono malleabili, essenze vittime del tempo. Incapaci per natura di restare fedeli alla realtà, i ricordi si nutrono di soggettività. Quanto può apparire differente uno stesso ricordo agli occhi di due persone sconosciute, un uomo e una donna, vent'anni dopo un incontro casuale? A distanza di due decenni da un frettoloso rapporto sessuale, Mariella (Vanessa Scalera) decide di contattare Aristide (Pier Giorgio Bellocchio) scrivendogli una mail ricca di espressioni oscene, palesando nel finale la volontà di rivederlo per ricordare - e forse replicare - quel momento impresso così dettagliatamente nella sua mente.

Con la regia di Andrea De Rosa 'Autobiografia erotica', in scena al Teatro Piccolo Eliseo, ripercorre una delle avventure di Aristide Gambìa, personaggio immaginario di Domenico Starnone che veste i panni del protagonista nel suo 'Autobiografia erotica di Aristide Gambìa'.

"Perché ricordare qualcosa di osceno con parole caste?" pronuncia più o meno Mariella durante l'incontro. Nell'appartamento romano, in cui si svolge l'appuntamento intimo, i due quarantenni discutono su cosa sia successo realmente in quelle poche ore passate a Ferrara quando lei, poco più che diciottenne, era la segretaria di un avvocato e lui, appena ventenne, un giovane editore.

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Lei mentale e lui fisico. Lui il tatto e lei il verbo. La consistenza e il desiderio carnale dell'uno si scontrano più volte con l'inconsistenza e l'attrazione mentale dell'altra. E mentre lui è seduto rilassato sulla sedia che tenta invano di ricordare, lei è tesa e scomposta dall'altra parte del tavolo. Le gambe non smettono di muoversi per la commozione e il suo nervosismo diventa il terzo protagonista a tavola.

La diversità che viene sottolineata dal regista Andrea De Rosa, e ancor prima dall'autore dell'opera letteraria Domenico Starnone, sta proprio nel sesso, inteso sia come genere che come atto carnale, e nella percezione di esso. Le caratteristiche dei due protagonisti ruotano in direzioni opposte e se per lui, lei, non era altro che una delle innumerevoli avventure del passato; lui, per lei, era Lui. 

Il divario tra passato e presente diventa sempre più consistente e insopportabile agli occhi di lei che, disillusa, realizza di come le sue aspettative non coincidano con la realtà. E mentre avvicinandosi al presente il ricordo di lei sfuma, quello di lui riaffiora ferocemente.

Chi sono? Chi erano? Aristide e Mariella continuano a non saperlo. Sanno solo che ritrovandosi hanno perso la loro identità. Tra dialoghi privi di pudore e fugaci avvicinamenti, i due amanti passeggeri concludono il loro incontro ritornando un po' al principio ma, questa volta, a prendere il sopravvento è un nuovo sentimento: la paura. 

Di 'Autobiografia erotica' rimane impressa l'eleganza del parlato prediletta da De Rosa, che sceglie di intaccare solamente alcune parti del dialogo tra i protagonisti. Ma il lavoro di sottrazione restituisce paradossalmente un effetto più crudo e immediato. La scenografia, anch'essa stilizzata e messa quasi a nudo, crea un'atmosfera intima in cui il tavolo, mutevole, si presta a diventare un luogo accogliente per le fantasie dei protagonisti. 


Francesca Totaro

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