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Povera Patria, schiacciata dagli abusi del Potere”, recita il testo della canzone di Franco Battiato che dà il titolo al nuovo settimanale di approfondimento politico di Rai2, in onda da venerdì 25 gennaio alle 23.00 e presentato martedì mattina nella sede di viale Mazzini. Per l’occasione sono intervenuti tutti i nomi forti della squadra (già rodata e affiatata dai tempi di programmi come Fratelli d’Italia e Next): la conduttrice Annalisa Bruchi, l’editorialista Alessandro Giuli, l’autore della rubrica di interviste Aldo Cazzullo. E, naturalmente, il neodirettore di Rai2 Carlo Freccero che, sottolinea la Bruchi, “ha dato una mano in tutto, anche nella sigla” (quest’ultima sulle note di Battiato, naturalmente). Il programma, spiega Freccero, “nasce da sedici domande”, di carattere “prettamente economico” e perciò, inevitabilmente, anche politico, in un contesto globale dove è sempre più difficile distinguere tra i due ambiti: “È giusto che in Europa i governi, democraticamente eletti, non siano in grado di attuare il loro programma perché sottoposti a regole economiche?”; “Come nascono queste regole?”; “Questa è l’unica economia possibile o esistono altre teorie economiche?”. Domande legittime e urgenti nel momento presente: il problema, neanche a dirlo, sono le risposte che ci si dà e che si darà la nuova creatura di Rai2.

A questo proposito, la conferenza di martedì ha fatto entrare da subito i presenti nel vivo del programma attraverso estratti di qualche minuto dai principali contenuti della puntata d’esordio: tra i piatti forti ci saranno i servizi de l’Agenda di Alessandro Poggi, che nell’estratto mostratoci si muove da Petrosino (dove si erge il murale dedicato proprio a Battiato e alla sua-nostra Povera Patria) alla sede del recente evento romano Una nuova giustizia: il leitmotiv dell’inviato è sempre la parola e il concetto di “patria” (a una signora di Petrosino si chiede se “la patria è importante”, alle figure più istituzionali si domanda se “la nostra patria è povera”). La puntata di venerdì vedrà anche un servizio di Filippo Barone sulla questione del famigerato franco CFA e l’intervista a quello che viene presentato come “il primo pentito della mafia nigeriana”.

La parte di Cazzullo, definita da Annalisa Bruchi il “fiore all’occhiello” del programma, sarà dedicata ogni settimana al “faccia a faccia” con un personaggio pubblico che non sarà un politico ma che di argomenti politici parlerà eccome: venerdì l’onore e l’onere del confronto spetterà al cardinal Bassetti, il quale nel frammento mostratoci ribadisce le ragioni evangeliche dell’accoglienza ai migranti, ragioni valide anche se portano via consensi (perché “il Vangelo è scomodo”, ricorda l’ecclesiastico). Alessandro Giuli, dal canto suo, anticipa il tema della sua prima scheda editoriale dedicata al “signoraggio bancario”, questione che però, assicura, sarà affrontata senza adottare “un punto di vista definitivo” né alcun “retropensiero complottista”. E tuttavia risultano non poco schierate le prime guest star annunciate per venerdì prossimo, ovvero il ministro Paolo Savona e, soprattutto, l’ormai immancabile vicepremier Matteo Salvini.

Che attenderci, dunque, da questo nuovo show al confine tra politica ed economia? A giudicare dall’anteprima, il rischio è quello di mantenersi molto al di qua delle ambizioni di rinnovamento, anticonformismo e pluralismo: riproponendo piuttosto una dialettica (già stanca e abusata nell’attuale panorama politico-culturale) tra retorica europeista e retorica populista-sovranista, con una predilezione, si direbbe, per quest’ultima. E certamente l’ennesima ospitata televisiva di Salvini non contribuisce a rassicurarci in tal senso. Ma ci possiamo quanto meno augurare di essere sorpresi in positivo da un programma che, specifica Freccero, ha tra le sue ambizioni anche quella di rimettersi in discussione di puntata in puntata: “È pensato come fosse una fiction, in continua evoluzione”. Un programma che, alla base, avrebbe un problema tanto complesso quanto troppo spesso banalizzato dalla politica e dai media (social o mainstream che siano): quella “globalizzazione” che “abbiamo vissuto un po’ da ubriachi” (per citare ancora il neodirettore di Rai2) e la possibilità (per non dire necessità) di ripensarla. Staremo, letteralmente, a vedere.

Emanuele Bucci 23-1-2019

Il 3 maggio, al Teatro Vittoria di Roma, Aldo Cazzullo ha inaugurato “Le donne erediteranno la terra”, rassegna che trae spunto proprio dal saggio omonimo dell'editorialista; un progetto ideato dalla direttrice artistica Viviana Toniolo che si concluderà il 16 maggio e che vanta un ricco calendario di eventi.
Il giornalista del Corriere della Sera ha così avuto la funzione di padrino d’eccezione per l’apertura di una rassegna in cui la figura della donna viene messa in risalto attraverso un’indagine sociologica, culturale, filosofica e storica sul suo ruolo e sulla sua importanza nel passato, nel presente e nel futuro che ci attenderà. Il libro, edito da Mondadori, diventa uno spettacolo teatrale, in cui all’autore si affianca l’attrice Beatrice Luzzi, la quale ha interpretato più figure femminili che, in un modo o nell’altro, sono state determinanti nella storia dell’umanità.

La consapevolezza della forza e della grandezza delle donne non viene meno, nell’immaginario di Cazzullo, anzi: "Voi donne siete meglio di noi. Non pensiate che gli uomini non lo sappiano; lo sappiamo benissimo, e sono millenni che ci organizziamo per sottomettervi, spesso con il vostro aiuto. Ma quel tempo sta finendo. È finito, comincia il tempo in cui le donne prenderanno il potere".

Dunque erediteranno la terra in quanto conoscono il significato profondo del sacrificio e sanno gestire fantasmi e paure, ma soprattutto perché sono in grado di mettere sempre in atto uno spirito esclusivo, quello materno; così potranno prendersi cura del destino di tutto ciò che le circonda.
Nel saggio, il giornalista marca la forza e la temperanza al femminile, a cui gli uomini al giorno d’oggi non danno così spazio nelle decisioni quotidiane. In questo gioco delle parti, la donna sa quale sia stato ed è il suo ruolo nella società e non le serve rivendicare un proprio spazio vitale in cui coltivare ideali; inoltre conosce esattamente l’umanità che le gira intorno e soprattutto sente bene ciò che gli uomini non potranno mai percepire, ovvero la bellezza nell’essere vita che dà alla luce la vita.
“Le donne erediteranno la terra” non vuole essere l’esaltazione fine a se stessa dell’universo femminile: è la prova di sensibilità e di ricerca che un intellettuale fine come Aldo Cazzullo, lontano dall’attività del semplice giudizio, scrive per raccontare storie in cui poter cogliere una filosofia basata su ammirazione ed amore e dove ricordare, pagina dopo pagina, aneddoti e vicissitudini di donne esemplari, coraggiose, determinate e determinanti per la storia.
Le donne erediteranno la terra, come lo faranno Lisistrata, Marie Curie, Franca Valeri; e ancora, Ilaria Cucchi, Giovanna D’Arco, Valeria Solesin e molte altre.
Tutte, in un modo sempre autentico, avranno cura nei confronti della loro porzione di mondo.

Lucia Santarelli 07/05/2018

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