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Suggestioni a teatro: Ascanio Celestini

Perché andare a teatro per vedere tre spettacoli già portati in scena? Nulla di nuovo è quello che ci si potrebbe aspettare, nessun colpo di scena o frase capace di scuoterci. Tutto vero, se non fosse che a calcare il palcoscenico del Teatro Vittoria è un artista poliedrico, in grado di innovarsi e rinnovarsi, donando allo spettatore ogni volta emozioni diverse. Lui è Ascanio Celestini e ogni possibile presentazione risulta riduttiva. Semplicistiche potrebbero risultare le recensioni di “Laika” (2015), “Discorsi alla nazione” (2012) e “Radio Clandestina” (2002), accomunate solo dalla presenza dell’attore, che con le sue parole culla il pubblico all’interno di storie, esperienze e racconti, armonizzato con la musica che si avverte in sottofondo, lasciandosi illuminare e nascondere da luci fioche installate sul palco.

LAIKA: NATI PER SUBIRElaika
L’innocenza non esiste dentro le mura di un bar di periferia, dove la sambuca viene offerta a uomini considerati ciechi solo perché affezionati a occhiali da sole. Storie raccontate da un Dio inconsapevole o stanco della sua aura sacra, incapace di salvare un mondo fatto di facchini licenziati, madri che piangono figli e donne dalla testa impicciata. Gli dei siamo noi, urlano i racconti della gente comune che riempiono gli spazi vuoti del locale, cercando ciò che di divino esiste nell’umano. Fallimenti, tormenti e paure di chi è nato già fregato, amato e poi dimenticato. Un San Pietro che vive nella voce di una donna bambina e che cerca in tutti i modi di svegliare dal torpore una Coscienza che sembra sopita, incapace di relazionarsi con un presente in cui non riconosce più ciò che ha creato. Impossibile ogni ribellione, messa a tacere con bastoni o sedativi. Le braccia sembrano aprirsi nel gesto di spiccare il volo. A guardare meglio è l’ultimo segno di un sacrificio di chi davanti agli occhi accoglie con rassegnazione un plotone d’esecuzione pronto a sparare. Consapevole della sua fine, il salvatore si tramuta in vittima e, senza distogliere lo sguardo, lancia l’ultima sfida ai suoi carnefici. Perché la curiosità è di tutti, affanculo gli eroi, vincitori in un’epoca dove ogni prodigio è mascherato in cecità.

discorsiDISCORSI ALLA NAZIONE: BRUCIATE LA BANDIERA BIANCA
Siamo figli delle stelle e pronipoti di sua maestà il denaro. Siamo popolino preoccupato dell’immediato e incapace di pensare a lungo termine, di vedere oltre la carota che ci viene sventolata di fronte. Siamo i responsabili primi e unici di tutte quelle squallide figure che attraversano il paese, siamo i fautori del nostro destino stuprato, della miseria della la vita negli abusi di potere. Com'è difficile restare calmi e indifferenti mentre tutti intorno fanno rumore: meglio unirsi al baccano comune e al baccanale collettivo, allo stordimento di anime in quest'epoca di pazzi.
E non importa, non importa degli spari in una via del centro finché non colpiscono noi direttamente; sono solo stupide galline che si azzuffano per niente. Meglio mangiare le briciole che comunque si mangia, ripararsi dalla pioggia sotto piedi potenti che comunque non ci si bagna. Meglio instaurare relazioni e discorsi a mano armata, pronti a sparare al primo segnale di movimento e a fuggire quando le difficoltà sembrano troppo grosse o troppo impegnative da superare. Meglio lasciarsi vivere, lasciarsi condurre, lasciarsi illudere.
Meglio?

RADIO CLANDESTINA : LA STORIA SIAMO NOI
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso. Ci siamo dentro fino al collo, volenti o nolenti, per caso o per errore. Ed è il nostro esserci immersi a determinare destini, a creareradio occasioni e situazioni, a tramandare convinzioni e visioni.
La storia siamo noi, siamo noi a plasmarla con le parole, con i racconti, con i rumori dei nostri ricordi. Questo rumore che rompe il silenzio, questo silenzio così duro da masticare. Il silenzio di una strage di innocenti, di persone al posto sbagliato nel momento sbagliato: la rappresaglia delle Fosse Ardeatine, anime sotterrate tra le macerie.
Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone: la storia entra dentro le stanze, le brucia.
La storia dà torto e dà ragione: è un dovere dare giudizi, opinioni, raccogliere la memoria collettiva di una città e dei suoi cittadini.
Per non dimenticare, per imparare, per onorare. La storia siamo noi, bella ciao, che partiamo. La storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano. Trasciniamola fuori dal regno delle ombre, salviamola per salvarci.

Impossibile dire “l’ho già visto”. Ogni appuntamento è un’esperienza diversa, inedita, irripetibile. Una performance che non si conclude al calare del sipario ma che stimola la mente a vagare, attraversata da mille pensieri ed emozioni difficili da restituire su carta.

Angela Ruzzoni, Giulia Zanichelli 18/05/2016

Ispirazione foto 1: The Zen Circus, Nati per subire https://www.youtube.com/watch?v=8ioXsRs0_Ok 
Ispirazione foto 2: Franco Battiato, Bandiera bianca https://www.youtube.com/watch?v=i483knGRppA 
Ispirazione foto 3: Francesco De Gregori, La storia siamo noi https://www.youtube.com/watch?v=xMXi9ftO4kI 

Intervista a Ascanio Celestini: https://www.recensito.net/index.php?option=com_k2&view=item&id=14897:ascanio-celestini-immagini-di-teatro-riflessi-di-presente&Itemid=145 

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