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Siamo tutti buoni: la fine di “Italiani brava gente”

Uscendo dal teatro Orologio, dopo aver visto “Siamo tutti buoni” del giovane regista Andrea Bizzarri, è inevitabile trasformare il titolo della commedia in una domanda: “Siamo davvero tutti buoni?”
Elena (Alida Sacoor) è una giovane immigrata romena in cerca di fortuna a Roma. Vive in un garage, in un moderno inferno, con l'obbligo di non dire a nessuno la sua residenza, pena l'essere cacciata fuori. Don Vincenzo (Antonio Conte), piccolo criminale di quartiere, è il proprietario dell'immobile. Un personaggio stereotipato, ma non molto lontano dalla realtà, pericolosamente vicino ai nostri tempi: specula sugli immigrati, chiamandoli parassiti o insetti e falsifica documenti ufficiali per tornaconto personale. Nell'offendere la “rumena”, di cui non pronuncerà mai il nome, evidenziando tutto il suo disprezzo, proclama a gran voce la sua fede cristiana, fatta di madonne e processioni con inchino, pratica che sancisce la supremazia del boss. Tra battute e dialoghi suggestivi la vicenda prende forma, arricchendosi di personaggi comici, come Walter (Riccardo Giacomini) figlio sfaticato, pieno di pregiudizi verso gli stranieri, e i due tuttofare (Guido Goitre e Valerio di Tella) che con gag divertenti riempiono la scena.
Il clima comico e canzonatorio subisce un brusco arresto con l'entrata in scena del fidanzato rumeno di Elena (Matteo Montaperto). Questa visita improvvisa sconvolge gli equilibri precari tra i personaggi, mutando anche il registro della commedia che si colora di tinte drammatiche. Il finale di certo non è quello che ci si aspetterebbe da una rappresentazione che ha tutte le caratteristiche della commedia a lieto fine. La risata lascia il posto al silenzio e gli occhi seguono il procedere della vicenda, che sembra guidare i protagonisti verso un inferno ancora più profondo. I personaggi, nessuno escluso, si ritrovano soli, vittime e carnefici del proprio tempo, come afferma lo stesso regista. Nemmeno don Vincenzo esce vincitore da una situazione che sembrava padroneggiare con maestria.
“Siamo tutti buoni” in scena al teatro Orologio fino al 13 marzo è una commedia scritta e interpretata da giovani talenti che insieme compongono l'Associazione Culturale Redarto Officine Artistiche. Una storia creata dalla penna di Andrea Bizzarri, classe 1989, che pone lo spettatore davanti al proprio tempo. Immigrazione, accoglienza, tolleranza, pregiudizi e paure rappresentate con un taglio originale, merito della giovane età del regista e dell'intera compagnia.
Il detto popolare “Italiani brava gente” sembra essere svanito per sempre, inghiottito da una realtà dove nessuno appare più veramente buono.

Angela Ruzzoni 03/03/2016

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