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Scenari di guerra protagonisti di “Incendi” al Teatro Grassi di Milano

Scenari di guerra questa settimana al Teatro Grassi di Milano con “Incendi” di Wajdi Mouawad, secondo episodio di un progetto dedicato alla memoria, uno spettacolo capace di far rivivere i tragici orrori della guerra in Medioriente ma al contempo, un testo che fa emozionare e trasmettere al pubblico un forte senso della vita e del sogno. Il paese che fa da sfondo a questa epopea allo stesso tempo antica e moderna, è il Libano, protagonisti due fratelli gemelli che intraprenderanno un lungo viaggio, denso di emozioni, alla scoperta delle proprie origini. Tutto ha inizio con l’apertura del testamento della madre defunta, una donna su cui, negli ultimi anni di vita, era calato il velo del mistero. A ciascun figlio, lascia una lettera in eredità: una destinata al padre che essi credevano morto, l’altra al fratello di cui non conoscevano l’esistenza. Dopo il breve antefatto, inizia una vicenda dal carattere d’inchiesta, al fine di carpire il segreto della madre. Ciò condurrà i due ragazzi a ripercorrere i sentieri di un Paese lontano, devastato dalle guerre, sui passi della madre e di se stessi. Forse “Incendi” rappresenta un po’ alcuni tratti della vita del suo autore Wajdi Mouawad, nato alla fine degli anni ’60 in Libano, da cui è scappato allo scoppio della guerra civile, per trovare riparo a Parigi e successivamente in Canada. Il regista Guido De Monticelli ne ha tratto uno spettacolo dal tinte chiaro-scure, dove è evidente che le protagoniste sono le donne della famiglia Marwan. L’ultima discendente è Jeanne che si ritrova col fratello gemello Simon a dover fare i conti con il testamento della madre Nawal. La scoperta delle lettere spinge i due fratelli ad una ricerca a ritroso nel tempo, da una serena condizione alla sofferenza, che li porterà dal Canada al Vicino Oriente. Dal punto di vista scenografico, la dicotomia tra presente e passato, tra pace e guerra, è rappresentata da un brandello di cavalcavia stradale che identifica i due livelli su cui procede la storia ma al contempo forse vuole simboleggiare la contrapposizione tra vita e morte. Una storia drammatica, messa in scena forse in maniera un po’ accademica, dove appare evidente comunque la critica ad una realtà che si è imbattuta in una guerra civile di atroce ferocia. Come nella migliore tradizione della tragedia greca, alla maniera di Antigone ed Edipo, odio e amore si confondono in un’unica persona, così come non ci sono verità assolute o certezze. Dopo un lungo vagare i due gemelli, ritroveranno la loro storia e quella della stirpe a cui appartengono. E nonostante le sofferenze subite, l’autore pare voglia dirci che la famiglia ha ancora e comunque una speranza di salvezza, proprio da come la madre sembra ribadire più volte, durante lo spettacolo, il concetto che stare insieme, aiuta a far andare meglio le cose. Uno spettacolo drammatico, che nonostante i tempi lunghi, arriva al cuore della gente.

Adele Labbate 27/10/2015

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