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Roma: "Un curioso accidente" per la regia di Gabriele Lavia, in scena al Teatro Argentina

Luci spente, si alza il sipario, lo spettacolo ha inizio. Il pubblico è stupito, quasi disorientato: dinanzi a sè c'è un altro teatro, con altri spettatori seduti, un camerino per il trucco e grandi drappeggi rossi che si estendono fino in platea. Arriva un signore e con fare serioso ci avverte che stiamo per assistere a Un fatto vero, verissimo, accaduto in Olanda e che gli è stato raccontato dai suoi amici olandesi al Caffè della Sultana, nella Piazza San Marco, a Venezia. Quest'uomo è Gabriele Lavia, eccellente regista e protagonista di Un curioso accidente, commedia di Carlo Goldoni, al Teatro Argentina di Roma fino al 19 novembre.
La scena si apre con gli attori che, cantano: <Evviva il teatro>. Emerge subito con chiarezza che ci troviamo di fronte a un tributo al teatro italiano, con uno dei suoi scrittori più apprezzati al mondo, tanto che questa commdia è sì poco nota in Italia, ma molto tradotta e rappresentata all'estero. Un omaggio anche ai giovani, con un cast tanto fresco quanto apprezzabile nell'interpretazione.
L'azione si svolge in Olanda, all'interno della casa del ricco mercante Filiberto, che ospita Monsieur de la Cotterie, squattrinato ufficiale ferito in guerra e innamorato di sua figlia Giannina. La ragazza ricambia il sentimento ma, sapendo che il padre non sarebbe mai favorevole all'unione, crea un curioso accidente, facendogli intendere che De la Cotterie è innamorato della sua amica Costanza. Filiberto, volendo fare una buona azione, decide di spendersi per aiutare il giovane a coronare il proprio sogno d’amore, ma non sa che, alla fine, ne uscirà lui stesso gabbato e deriso. Una storia impiantata dall'inizio alla fine sull'equivico, sul rapporto tra vero e verosimile, ben marcato da un ottimo cast.
Bravissimi anche Federica Di Martino nei panni di Giannina e Simone Toni nelle vesti di De la Cotterie nell'interazione con il pubblico. Proprio il pubblico diviene parte integrante della piece, con gli attori che si aggirano recitando tra le poltrone della sala. Del resto, Goldoni fu tra i primi in Italia a rompere gli schemi del teatro, scardinando la commedia dell'arte, tanto rappresenata in quel tempo, con la cesura di quella quarta parete che sanciva la distanza tra interprete e spettatore. Un'evoluzione della civiltà e del teatro che Goldoni mette in risalto nei versi di questa commedia, come recita a un certo punto Lavia alias Filiberto: Ma insomma, ormai siamo nel 1760! Oggi siamo nel 2023 e, attraverso questo lavoro, ci rendiamo conto di quanto moderna nell'impianto fu l'opera di Goldoni e vicina ai nostri tempi. Nella letteratura teatrale si è soliti parlare di tradimento dell'opera, durante la sua elaborazione, per metterla in scena. Il rischio di tradire il testo e il pensiero dell’autore è concreto ogni volta che lo si affronta ma, in questo caso, per il maestro Lavia, significa esaltare e dare una nuova voce a uno dei più grandi autori del ventesimo secolo.

Elisa Sciuto  12/11/2023

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