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Branchetti e De Rossi commuovono con "Il bacio" e vincono il Premio Anna Magnani

Si dice che camminare faccia bene all’anima. Tanto più se in mezzo alla natura. Forse è per questo che i due protagonisti dello spettacolo “Il bacio”, i neo vincitori del Premio Speciale Teatro della V edizione del Premio Anna Magnani, Barbara De Rossi e Francesco Branchetti – che ne è anche regista – si incontrano durante una passeggiata nel bosco. E non è una passeggiata qualsiasi quella attorno a cui ruota l’intera narrazione scenica. Non lo era quando, ognuno per i propri motivi, hanno deciso di incamminarsi, né lo sarà quando, dopo aver condiviso intensamente parte del cammino, entrambi proseguiranno per la propria strada. Il sipario si chiude, non li seguiamo più nelle loro vite, ma ne usciamo con la certezza che questo incontro li abbia toccati nel profondo, lasciando in loro una traccia indelebile. Come, d’altronde, ne esce commosso il pubblico dallo spettacolo. il bacio 3

Le loro storie le conosciamo passo dopo passo, con la stessa gradualità con cui i due si aprono l’un l’altro. È tutta una questione di fiducia, in fondo. È chiaro che questa donna, già scossa dalla vita e che non desidera altro se non una passeggiata in solitaria le proprie paure - almeno fino alla meta -, non abbia alcuna voglia di condividere né la strada né sé stessa con uno sconosciuto. Tanto più se si tratta di un’altra anima infelice come la sua. 

Eppure, sarà proprio l’estrema solitudine di lui a dargli la forza di non demordere, fino a raggiungere quel tanto atteso contatto, prima di tutto di spirito più che carnale. Due vite ferite e un unico obiettivo – la serenità -, perseguito con due approcci diversi e due modi diversi di relazionarsi. Ma il trucco sta nel non avere paura dell’altro, prima che di noi stessi. Sembra questo il messaggio nascosto tra le righe dal suo autore, l’olandese Ger Thijs, uno dei principali drammaturgi della scena contemporanea dei Paesi Bassi, che, non a caso, ha degli studi di psicologia alle spalle.


Uno spettacolo – attualmente in tournée (sabato 28 aprile al Teatro Europa di Aprilia) - che ci suggerisce come tutti, a modo nostro, siamo soli nelle nostre paure, che però, in fondo, non sono poi così diverse.Ed è così che parlarne, aprirci, raccontarci l’un l’altro, può aiutarci se non a vincerle almeno ad accettarle. Insomma, può essere, in un certo senso, “terapeutico”. Come una camminata.

Virginia Zettin - 26/04/201