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"Prego" di Giovanna Mori: una poesia in divenire

Il Teatro Argot Studio è stato dal 7 al 10 gennaio casa della residenza creativa di Giovanna Mori, autrice e interprete cosmopolita di romantica sottigliezza. Si è trattato di un progetto di studio intorno a “Prego” spettacolo vincitore del Premio Federgrat | Teatri del Sacro che la Mori ha replicato come una prova aperta sperimentando la reazione del pubblico alla struttura drammaturgica in divenire che lo caratterizza.
“Prego” è infatti un work in progress che inizia dall’incontro tra una donna e una gallina e che si arricchisce continuamente di stimoli nuovi dall’attimo stesso in cui va in scena. È un flusso interiore che pare nascere da appunti e venire fuori direttamente dall’anima. La donna e la gallina in un dialogo quasi surreale, eppure molto vero, condividono pensieri e ricordi scoprendosi via via sempre più simili.
Prendendo dalla vita vera, quella di strada, i personaggi del suo mondo, Giovanna Mori costruisce uno scenario urbano malinconico e realistico: nel loro girovagare cittadino donna e gallina incontreranno pazzi, insoddisfatti, topi, nani di terracotta, barboni, badanti, camionisti, incontreranno miracoli da tacere, e saranno travolte dalla tempesta per ripararsi infine al caldo di una rosticceria di polli allo spiedo (amara ironia della sorte). Quella tempesta che travolge gli invisibili, gli outsider, gli eterni dimenticati della vita, diventa il fil rouge della storia: l’anonimato è il simbolo della società moderna che vive nell’incertezza del ricordo. E nell’impulso inconscio di esorcizzare l’anonimato la protagonista porta con se’ il necrologio di una bambina senza nome trovato a pagina sette del quotidiano nel giorno che ha iniziato a passeggiare e a discorrere con la gallina.

Silvia Maiuri 11/01/2016

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