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Praesepium: la vita di 2000 anni fa ricostruita nel borgo di Casole

CASOLE D'ELSA – Forse a quella maestra in Veneto che nei giorni precedenti al Natale appena passato aveva sostituito la parola “Gesù” con “Perù” in una canzoncina per i bambini della sua classe elementare, un'operazione, più culturale che folcloristica, come il “Praesepium” di Casole d'Elsa, non sarebbe andata a genio. “Per non disturbare i bambini di fede islamica”, ci avrebbe detto. Noi, che crediamo più alla valorizzazione delle differenze che all'appiattimento e alla sottrazione delle specificità, abbiamo fatto un tuffo nel passato, abbiamo messo le lancette dell'orologio indietro di duemila giacintobambini light1anni, rimanendone felicemente meravigliati. Nel chilometro di strada, tra fuori le mura e il borgo d'acciottolato e stradine e saliscendi, negli oltre tre ettari di terreno utilizzato per questa ricostruzione il più fedele possibile ai documenti che ci sono pervenuti dell'epoca della Palestina di due millenni fa, l'ideatrice e regista di questa vera e propria “impresa”, l'illuminata imprenditrice Luciana Calamassi, assieme ai 380 figuranti, ai 60 tecnici ed a tutta l'unita comunità di Casole, è riuscita a ricreare, complice una cura dei dettagli maniacale e una precisione stilistica di grande fattura e alta qualità, un'atmosfera, un humus, un'immersione totale dentro la Storia, dentro la Natività.
lana light1Trenta le scene in una ideale Via dalle tante stazioni, aperte in giardini o piccole piazze come all'interno di botteghe, negozi o abitazioni, nel tentativo (riuscito) di un'apnea in un mondo rurale, contadino e rustico dove nacque il Bambin Gesù (che non abitava a Lima). Colpiscono le finiture, i particolari disseminati in questo lungo cammino, vivido ed emozionante, sicuramente sorprendente, la filologicità ammirevole come la dedizione di un'intera popolazione (tutti i figuranti sono di Casole, che conta 3.800 abitanti) che si è stretta nell'ottava edizione del Presepe Vivente negli ultimi venti anni. Nella precedente, era il 2015, 12.000 sono state le presenze per un evento che quest'anno ha avuto un budget di 70.000 euro, che non riceve alcun contributo e che si autofinanzia totalmente grazie allo sbigliettamento.
Quest'anno il salto di qualità: da “Presepe vivente”, come ce ne sono molti sparsi nell'intera penisola, a “Praesepium” si è passati dall'evento natalizio allo spettacolo itinerante, completo, complesso, sfaccettato: ogni sera (èPraesepivm 2017 andato in scena il 26, 30 dicembre e 1, 6 e 7 gennaio) il tutto è in divenire, il tutto è mutevole, all'interno di un canovaccio elastico, e la vita del borgo si sposta verso l'arrivo dei Re Magi che quest'anno monteranno tre cammelli prestati per l'occasione dal Circo Medrano. Sentire le musiche mediorientali, ammirare i mestieri e la manualità, le stoffe ricostruite alla perfezione con un grande sforzo sartoriale anche nell'invecchiamento dei tessuti, gli oltre cento animali, tra cavalli, pony, oche, galline, capre, pecore, conigli, gli immancabili classici bue e asinello, agnelli appena nati, i profumi, le essenze, gli incensi che profumano l'aria: un'esperienza a 360 gradi, che coinvolge tutti i sensi. Qui non c'è spazio per il kitsch, non siamo dentro una di quelle pacchiane ricostruzioni cariche di cliché fuori luogo (ad esempio “Il Divo Nerone”, il musical dell'estate scorsa sul Palatino a Roma) o peggio sature di elementi trash: ci sono le fiaccole e i fuochi vivi a riscaldare la natura, la frutta e la verdura sono fresche e cambiate ad ogni replica. Notevole lo sforzo anche di coprire tutti i segni di modernità, dalle porte alle grondaie, per rendere il viaggio più credibile e realistico possibile: un'avventura. Come impatto, colorato, fresco, frizzante, si potrebbe tracciare un “gemellaggio” artistico con “Mercantia” di Certaldo Alto. C'è stupore e sorpresa (a proposito è molto ricco il volume di un centinaio di pagine e fotografie a colori).
Praesepivm 2017 2Il fatto che tutte le energie in campo (tantissimi anche i bambini) fossero appartenenti ad abitanti del comune senese fa sì che si possano trovare delle analogie con esperienze toscane già strutturate nel tempo, dal Teatro Povero di Monticchiello alla Tovaglia a Quadri di Anghiari dove un intero paese si raccoglie attorno ad un'idea e, con sforzo creativo e sudore, artigianato e voglia di fare, mette in piedi un qualcosa di unico, partecipato, vissuto, generatore di ricordi, di legami, di passione, di vicinanza, solidarietà; insomma tutto quello che la politica non riesce più a dare. Chi lavora come casari, chi in tintoria alla coloritura della lana, chi fa il falegname, chi il panettiere, chi il ciabattino e tutti fanno veramente quel mestiere (tranne le lupanare, ovvero le prostitute, e i lebbrosi), interpretandolo realmente, immedesimandosi totalmente nel loro personaggio (manca il Bambinello, però). Il pubblico è un voyeur che si affaccia in una crepa apertasi in questa dimensione spazio-temporale; infatti non esiste interazione tra platea in cammino e attori. Siamo come invitati fortunati a partecipare, per il tempo di questo “viaggio” dentro i secoli, ci sentiamo danteschi, alla scoperta affascinante della vita dei millenni passati fino ad arrivare all'ultimo step, quella “Capannuccia” prima di essere “risputati” nell'attualità, nel nostro nuovo 2018. Una prova davvero riuscita che potrà essere migliorata tentando di eliminare ogni fonte di corrente elettrica, oppure provando ad usare i sesterzi, cambiando all'entrata gli euro con monete coniate per l'occasione. Se vi siete persi il “Praesepium” di Casole però c'è un'altra occasione, in questo caso estiva, creata e messa in piedi dallo stesso team guidato dalla signora Calamassi, e dagli abitanti del paese: il “Borgo Nero” a luglio dove tra teschi, tunnel, cavalieri in processione e uomini incappucciati si potranno rivivere, ovattati, i secoli bui dell'Inquisizione, comprese le purtroppo celebri pire usate per “purificare” le streghe.

Visto a Casole d’Elsa, il 1 gennaio 2018

Tommaso Chimenti 03/01/2018