Di: Fortunato Cerlino
Con: Cesare Bocci, Francesco Montanari, Claudia Potenza, Roberta Spagnuolo
Regia: Fortunato Cerlino, Marcello Cotugno
Video e Scenografia: Andrea De Fusco
Musiche: Peppe Bruno
Luci: Gianluca Cappelletti
Produzione: Nuovo Teatro
In scena al Napoli Teatro Festival Italia
La crisi economica, morale e sociale, la mancanza di fiducia nel futuro, la perdita di speranza, il malumore, il malessere e la delusione dei giovani di oggi: tutto questo è racchiuso in “Potevo far fuori la Merkel, ma non l’ho fatto”, grottesco titolo dello spettacolo di Fortunato Cerlino, andato in scena al Napoli Teatro Festival. Quattro personaggi, con quattro storie diverse, ma in qualche modo simili, che si intrecciano e si sovrappongono all’interno di un condominio.
Michele e Yvonne, hanno tre figli brutti e problematici e sono in forte crisi matrimoniale: lui è un ricco psicanalista di successo, lei una donna fragile e fortemente depressa. Poi c’è Gloria, paziente di lui e amica di lei, che sogna di andare a Berlino perché “la Germania è dentro la storia”, e infine c’è Modesto, detto Steve , un trentottenne eroinomane, mantenuto dalla madre, che trascorre le sue giornate a memorizzare la biografia del suo idolo Jobs e a guardare film porno.
Proprio le proiezioni sullo sfondo di questi video erotici e del celebre discorso di Steve Jobs ai neo laureati di Stanford conducono gli spettatori all’interno del condominio, delle singole abitazioni, delle singole storie personali che vanno ad intrecciarsi ed entrano in relazione tra loro. Ognuno sembra poter offrire all’altro la possibilità di salvarsi e raggiungere il proprio obiettivo. Gloria vuole far rinascere Yvonne convincendola ad andare a Berlino, Michele vuole servirsi di Modesto per liberarsi della moglie. Ma accanto alle vicende strettamente personali scorre la storia di questi ultimi anni, la forte crisi economica, la crescente disoccupazione, il dominio preponderante della Germania in Europa.Ecco infatti delle vere e proprie lezioni di storia dell’attualità che i personaggi impartiscono agli spettatori, avanzando verso di loro, addirittura scendendo tra loro. La Storia e le storie si mescolano , soprattutto nel caso di Modesto che aveva avuto d’estate la possibilità di far fuori la Merkel e non lo ha fatto, rinunciando così all’opportunità di partecipare attivamente alla storia del suo paese, e a salvare l’Italia dalla crisi. Tuttavia il destino e gli incontri riescono almeno a sanare le crisi personali, sullo sfondo di una crisi nazionale sempre più profonda.
“Potevo far fuori la Merkel, ma non l’ho fatto” racconta vizi e virtù di una società alla deriva in maniera scanzonata e cinica, tra attacchi di panico, ansie, grida, spread che sale e che scende. Ne risulta uno spettacolo moderno, quanto mai attuale, che permette di riflettere sul difficile momento storico che stiamo vivendo senza però privarci della speranza, anzi forse volendocela proprio restituire. Lo “stay hungry, stay foolish” risuona più volte quasi come un invito, un ordine a ritrovare il coraggio e la forza di rialzarci e lottare per ciò che desideriamo. Il merito di tutto ciò va naturalmente alla regia innovativa di Fortunato Cerlino e Marcello Cotugno, ma soprattutto all’impeccabile lavoro degli attori ( tra i quali spiccano Francesco Montanari e Cesare Bocci) sui personaggi, che riescono a rendere la loro psicologia complessa, i loro tormenti, le loro paure. Tra luci quasi ad intermittenza, proiezioni di immagini, musiche dagli echi rock, lo spettacolo lascia si il rimpianto per l’occasione sfumata di poter far fuori la Merkel, ma anche l’energia per provare a sopravvivere a questi anni di crisi.
Maresa Palmacci 26/06/2015