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"Molto rumore per nulla" al Globe Theatre: la coinvolgente visione di Loredana Scaramella

La potenza della parola. Parola che è in grado di unire, di fare giustizia, di esprimere sentimenti che si temeva di svelare. Ma che è anche capace di manipolare e spezzare i legami: la guerra finisce, si rinfodera la spada e il rancore e la rabbia trovano sfogo nella parola che si fa arma e quasi uccide.
"Molto rumore per nulla" è una delle commedie più divertenti di Shakespeare, dove l'allegria gioiosa di un clima di festa si combina al dolore che le parole possono creare. E Loredana Scaramella, con la sua visione femminile, ne offre una versione assolutamente ricca e coinvolgente, dove la musica dal vivo, dalle melodie medievali alle irresistibili tarantelle, colorano lo scenario affascinante del Globe Theatre di Roma.
In un gioco di funi e lenzuoli polifunzionali, si sviluppano intrecci amorosi, stramberie e inganni fatali. Due storie d'amore parallele: quella di Claudio ed Ero, che nella loro ingenua purezza si donano completamente l'uno all'altra, e quella di Beatrice e Benedetto, più saggia e intimorita dalla vulnerabilità che provoca il sentimento.
Beatrice, carismatica e verace, è sicuramente uno dei personaggi più interessanti: la regista e l'attrice, Barbara Moselli, accentuano il ritratto che ne fa Shakespeare per renderla ancor più sfacciatamente moderna. Beatrice e Benedetto sono sullo stesso piano: il femminile non si sottomette al maschile, ma entrambi celano il loro bisogno d'amore sotto la maschera della riluttanza e dell'amor proprio. E nel momento in cui il sentimento inizia a emergere, il viso e la voce della donna si colorano degli stessi toni carnali che sorprendono l'uomo: la passione ammansisce l'orgoglio. E l'amore ha sempre la meglio, rendendo anche loro, dapprima taglienti e sarcastici, dei bambini che non hanno occhi che per il proprio amato.
Il testo, tradotto dalla stessa Scaramella e da Mauro Santopietro, ha permesso di creare dei giochi di parole che si sarebbero persi nella traduzione letterale: così nascono i quadri assolutamente comici di Corniolo e Sorba, le due guardie sguaiate e ignoranti che permetteranno lo svelamento dell'inganno e il meritato lieto fine. Le loro entrate sono sempre annunciate da un motivetto ricorrente, canticchiato da Corniolo: una sorta di marcia che esaspera la goffaggine dei personaggi dalla comicità farsesca. Grazie all'eclettismo di Carlo Ragone, Corniolo, e al ritmo quasi musicale e coreografico della regia, questi risultano i momenti più apprezzati dal pubblico, poiché, con il loro tono surreale e macchiettistico, creano un divertente stacco dalla vicenda principale.
Oltre che nel pubblico, entusiasta e partecipe, anche tra gli attori il divertimento è palpabile: professionisti di alto livello legati da un visibile affiatamento che li porta, dopo un piccolo e innocuo imprevisto, a trattenere a fatica una risata, che viene subito sfruttata magistralmente per creare un nuovo spunto comico.
Lo spettacolo, in scena fino al 30 agosto, è piacere puro e vivace, in cui il pubblico viene coinvolto dall'inizio alla fine. 

Chiara Bencivenga 10/08/2015

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