Il compito di aprire la lunga ed intensa stagione del Piccolo Teatro di Milano spetta a Moni Ovadia con il suo brillante "Il registro dei peccati", monologo in perfetto humour yiddish. Uno spettacolo inteso come un viaggio lungo tre tappe: il racconto, il canto e l'umorismo, quest'ultimo definito ironicamente dallo stesso Ovadia come il core business suo e della sua famiglia. Un iter, quello affrontato, che affonda le radici su letture di testi autorevoli, che pongono riflessioni intrinseche sulla Bibbia e sul mondo ebraico, tra ciò che è secondo il cristianesimo, e ciò che secondo l'ebraismo, due realtà che comunque se non contesta, critica per molti paradossi attestati da fonti, libri, racconti, canti. Ovadia accompagna lo spettatore in un viaggio incredibile in un mondo, quello del khassidismo, “ripulito” dal paesaggio umano e spirituale, dalla brutalità dell’odio, ma che continua a parlare grazie alla frenetica energia. Il khassidismo è l’esaltazione della debolezza umana e della sua bellezza, nella quale si attesta la grandiosità del divino, ineluttabile e trascendentale, ma con il quale si intrecciano relazioni di familiarità e toni irriverenti, senza però sfociare mai nella derisione. Il divino viene osannato con la preghiera e con lo studio, ma anche con il canto, la danza, le storie e tende all’umorismo la cui essenza era apprezzata dai grandi maestri del khassidismo. Uno spettacolo in generale, quello di Ovadia inteso come incontro con un mondo di cui riesce a trasmeterci profumi e suoni in un’esperienza umana che lascia spazio al sorriso ma anche a molti spunti di riflessione. Forse uno degli spettacoli più belli, tra quelli portati da Ovadia al Piccolo dove “Il registro dei peccati” rimarrà fino al 27 settembre 2015.
Il registro dei peccati - Rapsodia lieve per racconti, melopee, narrazioni e storielle recital-reading sul mondo khassidico ideato ed interpretato da Moni Ovadia , produzione Promo Music.
Adele Labbate 25/09/2015